MUSSOMELI – Chi non riceve benefici dal Consorzio di bonifica non deve pagare alcun canone. E’ questo il principio stabilito dalle sentenze emesse della Commissione tributaria provinciale di Caltanissetta a seguito dei ricorsi presentati da alcuni consorziati, con il patrocinio dei legali del Movimento Consumatori. Le prime decisioni della Commissione Tributaria hanno stabilito che se il consorziato non usufruisce di alcun servizio non può essere tenuto al pagamento della quota fissa di contribuzione. Insomma, il solo fatto di essere proprietario dei un terreno sito all’interno del comprensorio consortile non dà diritto al Consorzio di rivendicare alcun tributo. E’ questa una prima vittoria per il Movimento Consumatori che dal 2016 ha denunciato l’aumento indiscriminato dei canoni di miglioramento fondiario imposti dal Consorzio di Caltanissetta. Una vittoria anche e soprattutto per Ciccio Amico, “pasionario” di Mussomeli sempre in prima linea in difesa dei più deboli. “Certo – spiegano dal Movimento dei consumatori – molto è ancora da fare (la Commissione infatti ritiene viceversa fondata la tassazione nei confronti di chi usufruisce di un servizio), ma le sentenze citate, affermano un principio chiaro: soltanto chi usufruisce di un servizio è chiamato a contribuire alle relative spese. Attendiamo allora fiduciosi le ulteriori decisioni sui nostri ricorsi, continuando ad insistere affinché il tributo in oggetto, venga definitivamente cancellato per tutti. Infine non possiamo non ringraziare tutti coloro che hanno lavorato e continuano ad impegnarsi in questa azione. In particolare, un sincero ringraziamento va agli amici del comitato di Mussomeli e all’indefesso e tenace impegno di Francesco Amico che per primo ha creduto in questa battaglia”. Una battaglia che ha la sua origine tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016, al momento in cui i vertici del Consorzio ritoccarono al rialzo il prezzo delle bollette. Un aumento superiore al 400%. Basta considerare che fino al 2015 gli utenti del Consorzio di bonifica 4 erano chiamati a pagare 18 euro quale tributo fisso, mentre dal 2016 fu chiesto invece di sborsare la cifra di 76 euro. Da quel momento, come detto, è arrivata la levata di scudi da parte dei cittadini che hanno trovato in Ciccio Amico il proprio portavoce. Fondamentale in questi anni l’appoggio offerto dalla sezione nissena del Movimento dei consumatori. (*GITA*)

