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Nissa Rugby: “Campionato falsato. A Napoli gara farsa, ci rivolgiamo alla giustizia sportiva”

Redazione

Nissa Rugby: “Campionato falsato. A Napoli gara farsa, ci rivolgiamo alla giustizia sportiva”

Mer, 25/05/2016 - 09:03

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image1 (2)CALTANISSETTA – A seguito di quanto accaduto durante la fase dei play off per la promozione in serie B, la famiglia Lo Celso, nella persona del presidente Giuseppe, decide di rompere il silenzio stampa e di esternare alcune considerazioni: “Il campionato di C1 nazionale di questa stagione sportiva ci ha visti impegnati allo stremo nel profondere tutto quanto nelle nostre possibilità dirigenziali, in termini di impegno, sacrificio e allestimento di una formazione in grado di fare il salto di categoria. È stata una stagione molto travagliata e sofferta che è stata minata più volte da situazioni particolari che ci hanno danneggiato oltremodo dopo avere dominato in Sicilia (9 gare vinte e 1 pareggiata su 10) e ci ha visti da protagonisti nei play off promozione nazionale (primi fino alla penultima giornata). La delusione è stata grandissima , tanto da non essere ancora del tutto ad oggi somatizzata; comunque vorremmo esternare delle personali considerazioni su alcuni episodi accaduti. La Nissa Rugby non ha mai formalizzato né tanto meno manifestato alcuna forma di vittimismo, ma ci appare doveroso dichiarare che alcuni accadimenti durante la fase dei play off nazionali ci hanno danneggiato notevolmente dal punto di vista sportivo per designazioni arbitrali faziose o di parte, e dal punto di vista morale per situazioni poco piacevoli. Il nostro è uno sfogo personale, ma dovrebbe rappresentare anche lo sdegno della Sicilia rugbistica, poiché la nostra società ha rappresentato la Sicilia nei play off promozione.. Sicilia che è rimasta silenziosa. È pur vero che la vittoria finale ci è sfuggita anche per nostri demeriti, ma è pur vero che oltre ai torti subiti, gli accadimenti nella gara disputata e persa a Napoli, nella penultima di campionato, che segnava lo sconto diretto tra la prima (la Nissa) e la seconda (Napoli), ci ha lasciato grosse perplessità sul fatto che la vittoria finale fosse indirizzata a priori verso la squadra campana. Non vogliamo narrare con dovizie di particolari quanto è accaduto a Napoli, ma vogliamo solo sottolineare come una gara che non si doveva disputare per palese irregolarità del terreno di gioco, si sia trasformata in una vera e propria farsa! La Nissa Rugby asd ha presentato reclamo ancor prima di iniziare la gara e la stessa non doveva essere giocata per motivi di sicurezza e incolumità dei giocatori anche in considerazione del numerosissimo pubblico e tantissimi sconosciuti che facevano ingresso indisturbati all’interno del terreno di gioco. Ci è apparso molto strano come alcuni noti e importanti personaggi presenti in veste ufficiale della federazione (naturalmente campani) abbiano indirizzato anche il direttore di gara ad iniziare una partita su un terreno di gioco con oggettive e gravi irregolarità sull’omologazione dell’impianto. La farsa è continuata in federazione a Roma dove il giudice sportivo nazionale accerta la palese irregolarità e ne prende atto accettando istanza non omologando la gara e multando i campani con ammenda pecuniaria per non avere presentato foglio di omologazione impianto. La settimana successiva in udienza (stranamente) privata, quindi impossibilitati di difesa da parte del nostro legale, lo stesso giudice sportivo considera il ricorso inammissibile per vizio di forma (inesistente), poiché a firma del vice presidente anziché del legale rappresentante (cioè il presidente). Il tutto senza alcun controllo dello stesso di atti dove si evinceva che il presidente alla data di sottoscrizione del reclamo era squalificato e quindi impossibilitato a firmare e che titolato a tale richiesta era il vice presidente come si evince chiaramente da statuto della Nissa Rugby. Si è provveduto a fare ricorso alla corte sportiva di appello, con procura agli avvocati Manlio Sortino del foro di Caltanissetta e Edoardo Alesse del foro di Roma che parteciperanno all’udienza fissata a Roma per il 25 maggio. Il ricorso dalla Nissa Rugby non è fazioso né tanto meno motivo di giustificazione del mancato raggiungimento dell’obiettivo stagionale, ma presentato solamente con lo scopo di ottenere giustizia sulle ingiustizie subite. Questa era quanto sentivamo di raccontarvi anche in considerazione dei vari e fantasiosi racconti sui social di tesserati di altre società che puntano sempre “particolari” attenzioni sul nostro club. Tutto questo rappresenta soprattutto la delusione verso un “sistema”, forse politico o federale,che anziché tutelarci ci ha solamente ignorati e sicuramente non rispecchia quei principi morali che il rugby ha insegnato e ai quali la Nissa Rugby crede fermamente. Di una cosa siamo sicuri, comunque vada la Nissa Rugby ne uscirà più forte di prima, ma è anche fortemente consapevole di non volere più giocare un rugby dove la politica ne fa ormai da padrona”.

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