CALTANISSETTA – Esiste anche un conto di 800mila euro intestato alla Ragioneria del Comune di Caltanissetta: la cifra non è mai stata iscritta a bilancio. E’ una delle “perle” di “Perla Nera” che emerge fra le pieghe degli atti di indagine dell’operazione che ha smascherato un sistema composito per la gestione degli appalti al Comune di Caltanissetta. In conferenza stampa il Colonnello dell’Arma dei carabinieri Gerado Petitto (nell’intervista) si è soffermato sul sistema ideato dagli indagati e su questo “inusuale” conto dormiente. Nessuno si è mai messo in tasca un euro, ma inserirli in bilancio avrebbe significato ammettere che le somme per i loculi comunali esistevano. Invece occultarli è stato determinate per dimostrare l’esigenza di affidare la costruzione alle società di mutuo soccorso e dunque ha avviato la vendita delle concessioni, le costruzioni e dunque l’approfittamento. Per capire quale potesse essere il volume di affari, basti dire che in media un loculo è venduto per circa 2mila euro e dopo il 2011 le società indagate ne hanno costruiti oltre 7mila con palazzi che sono stati definiti “di edilizia residenziale”. Questo è il motivo per cui al dirigente del servizio finanziario del comune di Caltanissetta, Claudio Bennardo ed ai dirigenti Amico e Salamanca, infine, è stato contestato anche il falso in atto pubblico, per aver omesso di comunicare al Consiglio comunale, in occasione dell’approvazione del bilancio preventivo, la disponibilità delle ingenti somme (800mila euro) provenienti dalle concessioni fatte alle associazioni, fondi già depositati in conti dell’Ente e disponibili per opere cimiteriali. Alla domanda dei giornalisti di come mai nessuno si fosse mai accorto della cifra e del conto, con chiaro riferimento agli organi politici e Amministrativi di controllo che nel frattempo sono transitati da Palazzo del Carmine, gli investigatori hanno risposto: “Non esistono elementi agli atti”
L’indagine dei carabinieri che poi si è unita a quella della guardia di finanza sugli appalti, era partita dal ritrovamento di alcune ossa. Infatti, è stato anche accertato che in totale spregio alle norme vigenti ed all’etica, le estumulazioni venivano fatte in maniera approssimativa come dimostrano i registri maltenuti: dettaglio macabro, non si sa che fine facessero i resti dei defunti “sfrattati”. Emerge un quadro desolante sulla gestione del Cimitero: business e malaffare, in ogni settore.
Il sistema era concepito per costruire oltre il normale o preventivabile fabbisogno. Infatti le associazioni in questione, sono le uniche detentrici di loculi disponibili presso il cimitero “Angeli” già da diverso tempo, stante l’assenza di costruzione di nuove sepolture comunali e di lavori finalizzati alla rotazione dei fornetti occupati dalle salme di più datata sepoltura; l’unica opera recente riferibile all’Amministrazione comunale risale al 2010 e consiste nella realizzazione di 432 loculi, più cellette ossarie, che sono stati concessi tutti “a decedere”, in deroga alle previsioni regolamentari, in due soli giorni. Inoltre, classica ciliegina sulla torta, il Comune di Caltanissetta si doveva rivolgere alle associazioni, pagando la relativa quota, per la sepoltura di indigenti. Invece le associazioni in questione avevano, ed hanno, una grande disponibilità di loculi dovuta alle abnormi concessioni (oltre 7milai loculi realizzati) che il Comune aveva loro rilasciato nel 2011 in forza di una richiesta che, secondo l’accusa, non è basata sul reale fabbisogno e certamente non è in linea con quanto previsto dalle leggi e dal regolamento comunale; tenendo conto della la media dei decessi a Caltanissetta, adesso si potrà morire “tranquillamente” fino al 2021, i loculi non mancano. Caso a parte costituisce la “militari in congedo” che, invece, si è occupata della ristrutturazione delle sepolture “ex Principe di Napoli”, opera concessale dal comune al fine del riutilizzo per fini sociali.
Le indagini dei Carabinieri hanno permesso anche di stabilire con certezza che le associazioni operavano un vero e proprio commercio delle sepolture “vendendole” anche ai non soci e che i responsabili del cimitero omettevano sistematicamente qualsivoglia controllo sul rispetto delle regole. In un caso, addirittura, una delle associazioni aveva predisposto una vera e propria campagna pubblicitaria, con tanto di pubblicazione su media locali, finalizzata alla vendita di loculi.
L’elenco delle società implicate e tutte adesso sotto sequestro: Società di Mutuo Soccorso “REGINA MARGHERITA”, Società di Mutuo Soccorso “MUTUA SOCIETA’ CATTOLICA MARIA SS DELLA CATENA”, Società di Mutuo Soccorso denominata “MILITARI IN CONGEDO”.S.M.S. “ROSSO DI SAN SECONDO” e la O.N.L.U.S. “A.N.P.S. sezione CALOGERO ZUCCHETTO”.

