RAGUSA – Ribattezzata “Postepay” l’operazione che ha sgominato un’associazione a delinquere che ha truffato centinaia di commercianti siciliani. I carabinieri del Comando provinciale di Ragusa hanno dato esecuzione a quattro ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di innumerevoli truffe con il sistema della postepay. I provvedimenti restrittivi sono il risultato di un’indagine, condotta dai militari di Modica, che ha accertato come gli indagati avessero costituito un’organizzazione che avevano truffato i commercianti facendosi ricaricare la postepay, appropriandosi di centinaia di migliaia di euro.
Ogni carta Postepay aveva in una sola giornata anche 12/13 ricariche, ha spiegato nel corso della conferenza stampa il sostituto procuratore di Ragusa Valentina Botti. Le indagini sono state effettuate tra luglio 2014 e settembre 2015, un periodo nel quale si sono contate centinaia di operazioni, commenta il comandante provinciale dell’Arma Sigismondo Fragassi. La truffa viene spiegata dal comandante della compagnia di Modica, Edoardo Cetola: “Queste persone conquistavano la fiducia con piccole operazioni di ricarica. Poi effettuavano una maxi ricarica da 5/600 euro che chiedevano di rifondere con un bancomat ma era possibile pagare solo in contanti. Uscivano per effettuare un prelievo e ovviamente sparivano”. L’operazione non e’ conclusa, “si stanno raccogliendo altri elementi in province limitrofe, Siracusa, Enna, Caltanissetta”, dice il procuratore capo di Ragusa, Carmelo Petralia, “le due persone in carcere hanno precedenti specifici sia nel Messinese sia nel Catanese. Sappiamo che molti non hanno denunciato. Si facciano coraggio perch’e solo facendolo possono cercare di recuperare il maltolto”. Il sistema partiva da Belpasso “ci saranno accertamenti ulteriori anche all’ufficio postale. Queste persone non a loro nome, erano capaci di rifornirsi ogni due mesi di carte nuove” aggiunge Botti. Tutti originari di Catania i 4 arrestati: due in carcere, Pasquale Bellia, 55 anni, e Antonio Santonocito, 33 anni, e altrettanti ai domiciliari, Daniele Compagnini, 31 anni, e Cettina D’Agata, 33 anni.
