CALTANISSETTA – Riceviamo e pubblichiamo.
Sembra irreale, immaginifica e comunque violenta, oscena, la vicenda della ragazza stuprata per cinque giorni da un branco di uomini che l’ha sequestrata e drogata. Agghiaccianti i particolari della brutalità, fisica e psicologica, subita da questa studentessa di San Cataldo. Incredibile la dinamica dei fatti. Da accertare in ogni aspetto, in ogni dettaglio, ovviamente.
Che dire? Mai saremmo dovuti arrivare a questo, ad una fatto tragico e barbaro come questo: disfacimento, degrado, crudeltà, abuso, sopraffazione. Perdita di ogni limite. Il centro storico di Caltanissetta (una buona parte di esso, quantomeno) è ormai terra di nessuno. Esso è divenuto una sorta di putrido, insidioso labirinto in cui le regole del vivere civile sono sospese. Escluse. Un luogo oscuro, pericoloso, una terra di nessuno appunto. Questo sia chiaro, soprattutto alle istituzioni preposte al governo del territorio, alla tutela dei cittadini. La situazione è gravissima. Bisogna intervenire immediatamente. In modo forte e deciso. Autorevole. Serve un piano, un progetto organico, autentico, efficace. Un piano per l’immediato e un piano a medio e lungo termine. Un piano, un progetto di rigenerazione urbana e sociale potremmo dire. Il territorio urbano di Caltanissetta non è più sicuro, non è più sotto controllo. Le consuete chiacchiere politiche, civiche e salottiere non servono a nulla. Viviamo in una sterminata, inesorabile periferia.
Solo se riusciremo a guardare in faccia la realtà, la verità delle cose potremo sperare di rinascere, di riprendere un cammino positivo, di riannodare i fili del vivere civile in questa sventurata città sempre più lontana e sola. Sempre più scristianizzata. Vittima di troppe ipocrisie, di troppi opportunismi. Vittima di troppi abusi e inganni.
Leandro Janni Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia

