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Gela: il comizio, la contestazione e Crocetta. Il racconto dettagliato

Redazione

Gela: il comizio, la contestazione e Crocetta. Il racconto dettagliato

Sab, 23/05/2015 - 18:30

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comizioGELA – La piazza rumoreggiava già prima che i rappresentanti politici cominciassero a parlare. Poi è stato tutto un fischio corale. E’ stato accolto così il presidente della Regione dalla sua città. Con un coro unanime di manifestanti (composti) che hanno manifestato il proprio dissenso a suon di bocca. Tutti. Tranne che un gruppo sparuto di simpatizzanti. I soliti noti che cercano di salire su un carro che ha già perso due ruote motrici. La prospettiva fornita da parte della stampa e dallo stesso Crocetta (noto foraggiatore di comunicatori di parte) è che un gruppo sparuto di contestatori abbia organizzato la sommossa vocale. Forse il gruppo organizzato c’era ma i gelesi si sono allineati con piacere perché la rabbia è tanta. E’ la rabbia di chi non ha un lavoro, di chi ha chiuso il negozio, di chi ha il marito senza prospettive ed i figli emigrati. La rabbia di chi ha dovuto lasciare la sua città per la chiusura della Raffineria a 55 anni, o di chi si è appena sposato e lascia la mogliettina con i fiori d’arancio ancora in mano e una casa nuova di zecca per andare a lavorare dove hanno deciso i vertici dell’Eni e chi ha avallato questa decisione. “Si lamentano perché se ne vanno per sei mesi – ha detto Crocetta – a fronte di un finanziamento di 400 milioni di euro che porterà migliaia di posti di lavoro. Ma cosa sono sei mesi? Non è stato perso un posto di lavoro: né nel diretto, né nell’indotto”. L’indotto è fermo perché se la Raffineria non raffina non ci sono commesse di lavoro. Ma andiamo alla cronaca del comizio. Fra i primi fischi ha aperto il deputato Giuseppe Arancio parlando proprio di grenn Energy e di riconversione. E la folla ha cominciato a farsi sentire, e più parlava più aumentava. Chi passeggiava per il corso Vittorio Emanuele si è avvicinato incuriosito e si è unito ai commenti coloriti di cui, per decenza, vi risparmiamo i particolari, che il lettore può sentire sui social che sono letteralmente invasi dai video. “«Noi su Gela vogliamo costruire – ha detto il deputato Pd – e questo è testimoniano dai fatti. A prescindere dalle vostre contestazioni. La riconversione industriale non può che portare benessere per i cittadini».  “I figli della pancia piena – ha detto il senatore del Pd Giuseppe Lumia –  distruggono,  i figli del popolo parlano di progetti e turismo”. E giù fischi. “Non c’è spazio per le costestazioni – ha continuato – noi vogliamo parlare di fatti concreti e proposte di sviluppo reali”. In questa situazione le facce dei candidati delle liste a favore del candidato a sindaco del Pd era ceree e senza parole. Qualcuno accennava a qualche minimo applauso coperto dalla potenza dei fischi. “Eravamo coscienti di affrontare una piazza difficile – ha detto il sindaco uscente Fasulo – e lo abbiamo fatto come sempre, mettendoci la faccia, con il coraggio di ricordare quanto abbiamo realizzato.  Sapevamo di dover fare i conti con le critiche. Massimo rispetto per chi  vive una situazione difficile, aggravata dalla una crisi che ha creato ostacolo al processo di sviluppo.  A loro si devono dare risposte concrete per far tornare la speranza. Nessun rispetto invece per chi  contesta strumentalmente. Il nostro è un altro concetto di Democrazia e del confronto politico e mai ci sogneremmo di usare questi metodi per altri candidati. Siamo scesi in piazza e lo faremo ancora , perché siamo convinti di avere lavorato per il bene della  città.  Alla fine, e per fortuna,  saranno  i cittadini che decideranno”. Il momento clou è stato raggiunto quando ha preso la parola il Governatore della Sicilia. Tono di sfida, uso del siciliano per scendere al livello di un solo interlocutore e i suoi compagni presentati come ‘gruppo isolato’ di contestatori.  Indiziano numero ‘Uno’ , Saverio Di Blasi.  “Mi accusate di aver fatto chiudere la Raffineria – ha detto Crocetta – ma chi va a braccetto con i personaggi equivoci lo conosciamo. Ha passato anni a fotografare , riprendere ogni emissione di fumo dalla ciminiere spacciandosi per ambientalista. E poi sono io che ho fatto chiudere la Raffineria.  Siete stati pagati per protestare. Mi spiace per la delusione che proverete a fine mese quando Fasulo”. Poi, nervoso, comincia a parlare in dialetto: “Senti iu un parru cu l’amici de’ Di Giacomo! A Livorno Eni ha chiuso e licenziato, noi questa città l’abbiamo salvata perché questa è la città del presidente della Regione. A qualcuno può  dispiacere ma compri dei limoni e se ne faccia una ragione.  Qui partiranno 18 cantieri . Sono previsti impianti solari e 300 posti di lavoro e partiranno martedì, non certo l’anno prossimi , ci sono 20 milioni per la diga Disueri.  Arriveranno 450 milioni. Li mette la Regione,  con il suo  presidente che è gelese. Hanno scordato tutto: che è stato aperto il Tribunale, il Teatro, che abbiamo portato l’acqua delle dighe, tutto avete scordato?”. Ha la bocca senza un filo di saliva e trema come non aveva mai fatto; beve un po’ d’acqua, gli fanno il gesto delle manette  “Un ti scantari: n’ galera ti portu iu ie sigaretti,  ‘e to  minchiati un ci creri nuddru”. Qui parliamo non solo di disturbatori ma anche di disturbati . Se i candidati sono questi Fasulo santo subito.

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