Salute

Le figlie del boss vivono nel un covo confiscato, scoppia il caso a Gela

Redazione

Le figlie del boss vivono nel un covo confiscato, scoppia il caso a Gela

Mer, 10/10/2012 - 19:13

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CALTANISSETTA –  Sara’ una commissione d’inchiesta nominata dal Comune a far chiarezza su un immobile che a Gela venne utilizzato come covo dall’organizzazione mafiosa della Stidda negli anni Novanta e che ora, seppur parzialmente confiscato, continua ad essere abitato dagli originari proprietari. Nell’immobile di via Giacomo Amato, nel quartiere periferico di “Settefarine”, venne pianificata la strage del 27 novembre 1990, otto morti e sette feriti. Lo stabile appartiene a Crocifisso Lauretta, ex boss della mafia gelese e alla moglie Lucia Cosenza, e attualmente vi abitano le figlie. L’edificio, gravato da un ordine di demolizione mai eseguito e oggetto di una richiesta di sanatoria, doveva diventare un centro sociale ma il progetto si e’ arenato. Il caso e’ scoppiato dopo che il municipio ha ricevuto una comunicazione dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita’ organizzata. Il Comune dovra’ accertare se vi siano responsabilita’ interne e complicita’ che hanno permesso alla famiglia Lauretta di ottenere gli allacci di luce e acqua.

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