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Le riflessioni del “lettore attento”: calcio, lavoro e articolo 18

Redazione

Le riflessioni del “lettore attento”: calcio, lavoro e articolo 18

Dom, 25/03/2012 - 03:11

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CALTANISSETTA – Già da parecchi giorni, l’art.18 dello statuto dei lavoratori occupa le prime pagine di quasi tutti i giornali. Sembra che senza apportarvi le modifiche di cui si parla, non si possa più andare avanti. Il Presidente Napolitano sostiene che, pur con le tanto contestate modifiche, non ci saranno i temuti licenziamenti a cascata. Il Presidente Monti ed il ministro Fornero, fanno eco e “giurano” che vigileranno affinché vengano evitati gli abusi di quella norma che rende più facili i licenziamenti per motivi economici. Non è chiaro come farebbero ad evitare gli abusi! Ma allora, se non si corre alcun pericolo perché ci sono tutte queste liti? Perché non lo si lascia in pace? Riesce molto difficile, peraltro, capire in che modo la modifica dell’art.18 possa – così come affermato dai suoi sostenitori – creare nuovi posti di lavoro. La necessità di tirare in ballo l’art. 18, sorge quando, per citare come esempio un fatto di cronaca abbastanza recente, nello stabilimento Fiat di Pomigliano, in concomitanza con importanti partite di calcio, l’assenteismo passava da un fisiologico 4% ad un patologico 50%. È giusto bloccare la produzione per questo motivo? No, non è giusto. In questo caso, davanti ad un comportamento così scorretto, non posso non dare ragione a Marchionne. Il posto di lavoro deve essere considerato, com’è giusto che sia, “un accordo tra le parti” e come tale va rispettato. In nessun caso può essere considerato un diritto acquisito che dà la facoltà ad un lavoratore di “ammalarsi” perché c’è la partita. Desidero anche sottolineare – visto che il motivo del succitato assenteismo stava quasi sempre in “un improvviso attacco di ….”, – che bisognerebbe sensibilizzare di più i medici che rilasciano i certificati di malattia, “invitandoli” ad essere meno accondiscendenti. Vero è che, l’assenza del lavoratore va comunicata on line e che l’INPS può effettuare con grandissima celerità le visite fiscali, ma vero è anche che in presenza di un numero rilevante di assenze, tale forma di controllo diventa utopistica per non dire impossibile. In conclusione, a mio avviso, non è con la riforma dell’art.18 che si risolveranno i problemi, bensì con una maggior presa di coscienza, da parte di tutti, che il lavoro è una cosa seria e va rispettato da entrambe le parti. Così come vanno rispettati i diritti che i lavoratori hanno sin qui conquistato con le unghie e con i denti. Non saremo mai come i Cinesi, ma basta più “partite di calcio a sbafo”. Se proprio ci si tiene a vedere la partita, esistono i videoregistratori.

Pasquale Trobia

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