CALTANISSETTA – Il consigliere provinciale Santo Mirisola (Pid) ha presentato un’interrogazione al presidente della Provincia con la quale chiede di conoscere le iniziative da intraprendere per portare alla decadenza di Michele Campisi dal collegio dei revisori dei conti dell’ente.

Mirisola cita che il regolamento di contabilità della Provincia prevede, all’art. 91 comma 1, che il revisore dell’ente cessa dall’incarico per una delle seguenti cause: a) scadenza del mandato; b) dimissioni volontarie; c) impossibilità sopravvenuta a svolgere l’incarico; d) revoca per inadempienza. Il comma 2 precisa che la condizione di impossibilità a svolgere l’incarico si realizza con la mancata partecipazione, senza giustificato motivo, a tre sedute consecutive dell’organo di revisione.

Scrive Mirisola: «Il dott. Campisi nelle sedute del 15 dicembre 2010 (verbale n. 104), del 27 dicembre 2010 (verbale n. 105) e del 30 dicembre 2010 (verbale n. 106) risulta essere assente ingiustificato; va preso atto che la prevista sanzione della decadenza non costituisce semplice e dovuto rispetto della norma, ma intende anche rassegnare un giudizio negativo per l’incostanza nello svolgimento delle funzioni del dott. Campisi, che si sono concretizzate con ritardi continui e assenze, sull’attività complessiva».

«Del resto – aggiunge l’interrogante – la situazione di incompatibilità personale, anche se non legale, causata dallo svolgimento contemporaneo delle funzioni di presidente del collegio dei revisori dei conti alla Provincia e di sindaco della città di Caltanissetta, avrebbero richiesto una assunzione di comportamenti differenti, per consentire nell’interesse dell’Ente Provincia, un normale svolgimento dei lavori dell’organo».

Per quanto sopra, Mirisola interroga il presidente Federico «per sapere quali iniziative intende porre in essere, per predisporre urgentemente gli atti consequenziali che dichiarino la

decadenza del revisore Campisi, ai sensi dell’art. 91 del regolamento di contabilità dell’Ente, assunto in conformità all’art. 235 del DLgs 267/2000 comma 3 lettera c. Infine, non sfugge che la situazione appena evidenziata comporta delle perplessità che vanno definite e chiarite, in ordine alla mancata assunzione delle azioni conseguenti che avrebbero dovuto essere tempestivamente assunte».