Salute

Traffico specie protette, denuncia delle associazioni ambientaliste siciliane

Redazione

Traffico specie protette, denuncia delle associazioni ambientaliste siciliane

Dom, 24/04/2011 - 06:49

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CALTANISSETTA – Un plauso alla Procura della Repubblica di Caltanissetta e al Corpo Forestale dello Stato per le brillanti indagini condotte contro spregiudicati, esecrabili falconieri viene dalle associazioni Italia Nostra, Lipu, Fondo Siciliano per la Natura, Associazione Mediterranea per la Natura (MAN), EBN Italia e Wwf Sicilia, dopo che su segnalazione di esperti del settore era stato portato alla luce un gravissimo traffico illegale di specie protette. In particolare esemplari di aquile del Bonelli, falchi Lanari, Pellegrini, Grillai e avvoltoio Capovaccaio.

L’incrocio di dati, sopralluoghi e altri episodi hanno permesso di attivare un intervento del Corpo Forestale dello Stato, servizio CITES, in collaborazione con il medesimo servizio regionale ed è attualmente in capo alla procura di Caltanissetta, che ha confermato che la Sicilia è fortemente interessata da furti di giovani al nido di queste specie di rapaci, tutte rigorosamente protette a livello nazionale (LN 157/92), comunitario (Direttiva 79/409/CEE) e mondiale (convenzione di Washington, LN 150/92). Diverse persone sono attualmente sottoposte ad indagini ed esemplari di falchi e aquile sono sotto sequestro. “Quanto scaturito dalle indagini – dicono i rappresentanti delle associazioni animaliste siciliane – è a nostro avviso la punta di un iceberg. Alla luce della gravità di questo fenomeno, con soggetti siciliani coinvolti che esportano anche all’estero, traffico estremamente lucroso, abbiamo individuato una serie di azioni per poter scongiurare ulteriori gravi prelievi che, per alcune specie, porterebbero ad un costante declino con gravissime ripercussioni a livello mondiale, come nel caso del falco Lanario”.

“Pertanto – prosegue la nota – le associazioni Italia Nostra, Lipu, Fondo Siciliano per la Natura, Associazione Mediterranea per la Natura (MAN), EBN Italia e Wwf Sicilia, hanno chiesto un incontro ai Prefetti di Catania, Palermo, Enna, Caltanissetta, Agrigento, Ragusa, Siracusa e Trapani al fine di poter illustrare, nel dettaglio, sia le località pertinenti ai territori di  competenza, sia di poter presentare alcune proposte per ripristinare la legalità e garantire la conservazione di specie per le quali il nostro paese ha obbligo di tutela”.

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