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La classe di una sconosciuta e l’essere galantuomo di Andrea Sanicola

Robin Hood

La classe di una sconosciuta e l’essere galantuomo di Andrea Sanicola

Dom, 26/03/2017 - 18:12

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Uno dei più bei film che abbia visto è “ Colazione da Tiffany”, con Audrey Hepburn e George Peppard. Lo rivedo ogni volta che vengo assalito dalle “Paturnie” e quello che più mi affascina di questo film è la classe di Audrey e l’essere galantuomo di George e come sempre mi accade viaggio con la mente e che mi porta verso persone che ho incontrato nella mia vita.
Certamente Audrey mi ha sempre turbato, non solo in Breakfastat Tiffany” ma anche in “Sabrina” e in “ Vacanze Romane” ……. La mia mente vaga incontrollata e mi piace accompagnarla ad occhi chiusi, seduto nel mio terrazzo, baciato dal sole di marzo dello stretto di Messina, uno dei posti più affascinanti del mondo e mi ritrovo in una palestra accanto ad un palasport di una città del centro Italia: torneo internazionale under. Come al solito, guardo attentamente, la filosofia dei coach anche se mi da molto fastidio che uno dei 2 coach difenda a zona e fa pick&roll contro la squadra dell’est europeo, che è un team under 14…. Ma va bene, non sono affari miei, ognuno a casa sua fa quello che vuole……. A questo punto la mia attenzione si rivolge su una signora con una ragazza, sicuramente la figlia, che attraversando i bordi del campo si dirige verso di me, fermandosi a 2 metri, per parlare con la moglie spagnola dell’amico di cui sono ospite, ci presentano. Il volto è duro, di una donna che ha molto sofferto ma io sono quasi soggiogato dalla sua personalità e dalla sua classe che non riesco a capire il suo nome. Tacchi alti 10-12 centimetri, un tubino nero che esaltano le forme, una camicia bianca con il colletto alzato e foulard, capelli lunghi sulle spalle e un cappello nero con falde stile borsalino che ne esaltano ancor di più la classe, portandolo con nonchalance. Il volto è duro, di una donna che ha molto sofferto ma in quel viso ovale sono incastonati 2 occhi , che ti parlano e ti fanno capire che raramente perdono il sorriso. Ricordo che ero molto preso dal suo essere donna, tanto da non ricordare nulla di ciò che ci siamo detti ma solo che era una gran playmaker e un gran difensore tutto campo. Ricordo perfettamente di averla seguita con lo sguardo dopo che ci eravamo salutati, seguendo il suo incedere con classe sconfinata…
Ogni volta che vedo in TV George Peppard penso allo zio Vincenzo Sanicola quando quella notte aspettò in piedi fino all’alba Andrea. Quando questi aprì la porta, potevano essere le 4, con la massima discrezione, non facendo nessun rumore, non accendendo la luce, in modo da non fare capire l’orario del suo rientro, si trovò u zi’ Vice in pigiama che gli sbarrava l’entrata nella sua stanza: “Galantuomo, a questa ora si rientra a casa? Benedetto e Angeluzzu, aspettano sempre i tuoi comodi al lavoro e tu fai sempre tardi a bighellonare tutte le notti”.
Due giorni dopo saputo del fatto andai a cercarlo davanti il caffè Romano per mediare, perché Andrea era terrorizzato che non lo avrebbe più fatto giocare a pallacanestro. Incontrandolo, gli confidai che suo figlio moriva ai suoi rimproveri perché teneva tanto a lui ma u ‘zi Vice con la sua immensa classe e il suo essere galantuomo sempre, mi rispose: “ Cicciù, tu che sei Mister (era l’unico a cui ho permesso di non chiamarmi coach), mi capisci, lo debbo fare, per raddrizzarlo, ma gli voglio tanto bene, perché è “u nicu” ed ha lasciato gli studi per lavorare nella nostra azienda, perché ne avevamo di bisogno. Tu non l’abbandonare MAI con i tuoi consigli, soprattutto quando io non ci sarò più, perché deve riuscire nella vita, perché deve diventare galantuomo come suo padre”.
Si Andrea è un galantuomo. Lo ricordo da sempre quando piccolino veniva a tifare per me accompagnato da u ‘zi Vice; quando me lo portarono al basket, con quei piedi grandissimi(50!!!!), le mani enormi come un badile, con un fisico gracilissimo, i capelli neri e lunghi, che gli incastonavano un volto bellissimo.
Ogni tanto, dovevo chiedergli qualcosa, soprattutto come potesse essere la giornata un ragazzino che invece di andare a scuola, andava a lavorare:
“ Coach, lo sa è molto bello, perché la giornata è più lunga e l’assaporo tutta”.
Comincia a giocare bene, 1,98, ruolo di Pivot, ma sono gli altri ad emergere, la palla gliela passano poco ma a 30 anni, si a 30 anni esplode. Inizia a giocare in Bma senza mai lasciare il lavoro. Tutti i coach siciliani lo vogliono: è bravo spalle a canestro, affidabile, serio, fa gruppo, è un esempio per i ragazzi ma è soprattutto un galantuomo. Comincia a segnare anche tanto, e incredibilmente continua a giocare ed ora a quasi a 49 anni, è secondo capocannoniere in Serie D con high di 37-38 punti. Tutti i coach escogitano alchimie per non farlo segnare ma lui imperterrito continua a forare le retine avversarie, nonostante si alzi ogni mattina alle 5 dedicando, prima di andare a lavorare, una preghiera a sua madre e a ‘u zi Vicè, felice di assaporare il giorno che per lui è lunghissimo.
Io debbo chiedere scusa a quel galantuomo dello ‘zi vice, purtroppo non do più consigli ad Andrea, perché è lui a darli a me, soprattutto nel non litigarmi con nessuno… ma può essere felice perché Andrea è diventato galantuomo come lui.
Allo stesso tempo chissà chi era quella signora con il borsalino…. E intanto sento alla radio Moon River.

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