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Storia di tre nisseni durante la seconda guerra mondiale. “Gli ultimi combattenti” di Luca Vincitore, dedicato ai nonni

Redazione

Storia di tre nisseni durante la seconda guerra mondiale. “Gli ultimi combattenti” di Luca Vincitore, dedicato ai nonni

Mar, 10/01/2017 - 10:00

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Il libro di cui parliamo oggi è intitolato in spagnolo “Los últimos combatientes” e tradotto in italiano “Gli ultimi combattenti”. Un libro che parla principalmente del nisseno Guglielmo Vincitore, uno degli ultimi uomini a partire per il fronte nella Seconda Guerra Mondiale e uno degli ultimi combattenti che erano ancora in vita a Caltanissetta nel 2015.

Un testo dove i protagonisti principali sono tre nisseni; un libro presentato il 22 settembre e pubblicato nell’ottobre 2016 a diecimila chilometri di distanza dalla Siciila. Ma procediamo con ordine; l’autore è Luca Vincitore, italiano nato a Borgomanero nel nord Italia vicino alla Svizzera da Luigi Vincitore originario della città di Caltanissetta e Silvana Antonietta Seddio di Santa Caterina Villarmosa.

Luca dal 2011 vive in uno dei 32 stati di cui si compone il Messico, nello stato di Chihuahua, a poca distanza dal confine con gli Stati Uniti d’America dove insegna Economia Internazionale all’università statale, la UACH. Oltre all’insegnamento è anche giornalista del principale giornale dello stato “El Heraldo de Chihuahua” ed è uno scrittore al suo terzo libro pubblicato; sposato, e con un figlio di due anni. Il libro “Gli ultimi combattenti” è stato pubblicato dall’editoriale dell’Università Statale vincendo un concorso indetto dal sindacato degli accademici e dallo stesso ateneo nel dicembre 2015. È un testo di storia che racconta per mezzo di testimonianze dirette, fatti reali accaduti durante la Seconda Guerra Mondiale, ed è scritto in due lingue, italiano e spagnolo, tradotto per la parte in spagnolo dalla moglie di Luca, Karla Gonzalez Valenzuela. Il manoscritto  è il testo numero 122 della “Collezione Testi Universitari” dell’ateneo messicano.

La storia narra le vicissitudini dei nonni di Luca Vincitore; Guglielmo Vincitore e Giuseppina Ponte (nonni paterni) che vivevano a Caltanissetta nel quartiere Santa Flavia e di Franco Calogero Seddio (nonno materno) che abitava poco vicino a Caltanissetta nel paesino di Santa Caterina Villarmosa. Tutti e tre hanno vissuto in differente forma la trageda del conflitto bellico; Guglielmo che a soli 14 anni parte volontario e si arruola nella Marina Imperiale da Guerra e viene assegnato alla Base Sommergibili Oceanici di Pola vicino Venezia; Franco, 16 anni, che facendo parte di una famiglia numerosa, non lo fecero partire per il fronte, e rimase a Santa Caterina nella Segreteria del Partito Nazionale Fascista; Giuseppina che a 12 anni assiste impotente con la sua famiglia ai bombardamenti alleati sulla sua città.

Ma come nasce l’dea di scrivere questo libro? Luca ogni anno in estate partiva dal Messico e si recava a Caltanissetta per andare a trovare i suoi nonni e nell’ultima visita nell’estate del 2013 Guglielmo, che mai aveva parlato della guerra, decise in un caloroso pomeriggio di mezza estate di raccontare quello che aveva vissuto. Luca sapendo che era la prima volta dopo la fine del conflitto che raccontava della guerra decise di scrivere tutto facendo poche domande per non correre il rischio di chiedere qualcosa che avesse potuto risvegliare ricordi particolarmente terribili con la conseguenza che Guglielmo avrebbe potuto smettere di raccontare, lasciando il racconto a metà. In un pomeriggio l’autore riuscì a scrivere un intero quaderno di appunti. Riuscì anche a scannerizzare alcuni documenti e dal nonno ricevette in regalo alcune fotografie che lo ritraevano durante il conflitto e la sua croce di guerra ricevuta nel 1974 per essere stato prigioniero nel campo di concentrazione e sterminio nazista di Dachau. Questa preziosa testimonianza di uno degli ultimi combattenti ancora in vita (Guglielmo aveva 86 anni), unita a quella di Giuseppina e di Franco sono la struttura portante del libro. Dei tre protagonisti della opera l’unica persona ancora viva è Giuseppina Ponte che vive sempre nel quartiere Santa Flavia nella stessa casa dove assistette ai bombardamenti americani e dove, racconta nel libro, una enorme bomba grande come una macchina cadde a 50 metri dall’abitazione lasciando impietrita lei e la sua famiglia, ma che fortunatamente ebbe solo una parziale esplosione. La testimonianza di Franco risale agli anni ’90, che Luca aveva raccolto e custodito per molti anni in un diario.

Guglielmo Vincitore sapeva che il manoscritto stava partecipando ad un concorso per la sua pubblicazione ed era contento che il nipote volesse raccontare la sua storia durante la guerra, in un libro. Sfortunatamente Guglielmo morì 15 giorni prima della notizia che il testo aveva vinto il concorso, e non vide mai il libro pubblicato.

Nella copertina del libro, che ha avuto un primo tiraggio di 1000 copie, oltre all’immagine della penisola italiana ci sono due oggetti, uno è la croce di guerra di Guglielmo e l’altro è una piccola aquila di bronzo che rappresenta l’aquila fascista simbolo del regime che Franco Seddio regalò all’autore,suo nipote, prima di morire. Un artefatto che Franco portò via dall’ufficio del partito nazionale fascista quando solo, a 16 anni, ascoltò in lontananza l’armata del generale Patton in avvicinamento al paese e chiuse per l’ultima volta dietro di se la porta della segreteria oramai vuota. Questi due oggetti furono mostrati durante la presentazione del libro alla stampa e alle televisioni che assistettero all’evento che ebbe anche un grande successo di pubblico. La croce di guerra di Guglielmo Vincitore è stata appuntata per tutta la cerimonia sulla giacca di Luca Vincitore.

Un libro quindi che parla della Sicilia, di Caltanissetta e dell’orribile esperienza della Seconda Guerra Mondiale per gli italiani e per l’Itaia. Un testo storico, ricco di documenti, che non racconta la grande storia dei generali e dei dittatori, ma racconta tre storie comuni, come quella di milioni di persone in quei tempi tenebrosi. Storie rimaste sepolte, orribili ricordi venuti alla luce tramite le loro testimonianze solo dopo più 70 anni. Persone che in buona fede hanno seguito e condiviso quello che la propaganda fascista aveva fatto loro sembrare giusto e necessario. Tempi oscuri oramai consegnati alla storia che rivivono in questo libro per tener viva la memoria, per ricordare e per scongiurare che quello raccontato e descritto non si ripeta in futuro.

Il libro è in vendita solo in Messico e sfortunatamente in Italia non si può trovare, perchè l’editore dell’università distribuisce solo in Messico, ma l’autore  commenta che provvederà a spedire una copia nei prossimi mesi con la preghiera alla redazione del Fatto Nisseno di consegnarla alla biblioteca comunale così da far parte, come un piccolo tassello, della storia millenaria di Caltanissetta e della sua provincia, permettendo la sua consultazione a chiunque lo desideri.

Luca Vincitor

Poi ci sono alcune foto della presentazione del libro, e una foto sempre durante la presentazioen del libro dove si vede appuntata nella giacca la croce di guerra di Guglielmo Vincitore.

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