Salute

Il soggiorno nel paese natio durante l’estate suterese (di Pietro Alongi)

Carmelo Barba

Il soggiorno nel paese natio durante l’estate suterese (di Pietro Alongi)

Mar, 30/08/2016 - 08:53

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Santuario 2RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO il racconto di Pietro Alongi di Pavia!

“E’ trascorso quasi un mese dalla festa di Sant’Onofrio ma i ricordi di quei giorni sono scolpiti nel nostro cuore. Il paese è stracolmo di persone perché per molti emigrati è l’occasione per ritornare nella casa natale, rivedere i propri genitori, i tanti parenti, gli amici d’infanzia e fare una visita ai propri cari al camposanto. Si respira aria di festa. Il giorno 6 Agosto “ni truvammu a la Chiesa di lu Carminu” per intraprendere la faticosa “acchianata a San Polinu”. Così, armati di acqua si inizia la salita e già dopo qualche minuto: “carù firmammuni un minutu ca stancavu!”. Tempo di dare uno sguardo veloce a San Marco e si riparte, la prossima sosta è “a la campanedda”, bisogna suonarla. “Mi parìa chiu longa, ma arrivammu”, si iniziano a salutare le prima persone che si incontrano nella piazza e qualcuno pensa: “mamma quantu avi can nun la vidìa, forsi di quannu si marità!”. La Santa Messa, il bacio alle Urne e poi “priparammuni ca sta niscinnu Santu Nofriu”. Qualche momento di attesa, una bellissima marcia della banda suterese e poi processione verso il paese. Arrivati al Carmine “chinu chinu di genti” si fa una piccola sosta, si sparano i primi botti e si riparte, ultima tappa della serata la Chiesa di Sant’Agata. E’ ormai sera e si mangia il “paninu cu a meusa”. Una passeggiata tra le bancarelle e tra la compagnia del vento qualcuno fa notare che “auannu mancu chiddu di li libbra c’era”. I bar sono affollati ed i tavolini del Kaleidos verso mezzanotte si fanno da parte perché noi giovani “andiamo a comandare” e dopo “un tuffo nel mare, Nazional popolare” tutti da Franco in pizzeria, cornetto, ed alle 6 di mattina a letto! Qualche coraggioso viene svegliato dall’Inno di Mameli della banda di Sutera, ci si veste bene, e si corre a Messa! Si compra la “cubbaita”, verso mezzogiorno si intraprende un’altra processione fino “a San Giuanni” e qualcuno ti chiede “unni siti a mangiari?”. Perché si mangia, e tanto! Le tavole dei Suteresi hanno più o meno lo stesso menù: pasta al forno, arrosto e patate. “Bunu ficiru chiddi ca si nni iru a lu ristoranti!”. Dopo il caffè, “na bella durmuta” e “a la tarda” si accompagna Sant’Onofrio e la sua Urna da Sant’Agata al Monte, anche “si ni firmammu a lu Carminu”. Si ritorna a mangiare e poi “castiddu di fucu”. “Auannu a la Crapa l’avianu a fari!”, c’era vento ed è stato rinviato. Poi, tra allarmi di macchine e pianti di bambini, i fuochi e “Gridammu tutti, Viva Santu Nofriu!!!” ( a cura di Pietro Alongi)

https://youtu.be/MALoL7B7JC0

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