Salute

Caltanissetta, trasporto invalidi e malati cronici. Lettera di pazienti e familiari: è caos

Redazione

Caltanissetta, trasporto invalidi e malati cronici. Lettera di pazienti e familiari: è caos

Mer, 10/02/2016 - 10:39

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apertura_1707CALTANISSETTA – Riceviamo e pubblichiamo.

Dopo 20 mesi di amministrazione Ruvolo, nonostante numerose segnalazioni ad Assessore competente (Solidarietà e Interculturalità) e ad Uffici comunali specifici (Servizi Sociali), molti pazienti invalidi di una struttura di terapia riabilitativa (CSR, Consorzio Siciliano di Riabilitazione) non possono godere del trasporto pubblico affidato dal Comune alla Scat.

Il CSR è un consorzio di decine di centri in tutta la Sicilia, che offre terapia a pazienti affetti da gravi patologie congenite (sindrome di Down, tra le altre) o sopraggiunte nel corso della vita (SLA,  ecc.); in quasi tutti i centri in cui opera (tranne a Caltanissetta), il CSR trasporta i pazienti da casa loro al centro riabilitativo (e viceversa) con automezzi propri e con propri autisti, tramite una convenzione con le varie ASP siciliane, assicurando a tutti gli assistiti un servizio costante nel tempo.

A Caltanissetta il Comune ha preferito stipulare una convenzione con la Scat; non tutti i pazienti che ne hanno fatto richiesta hanno ottenuto un posto nel pulmino che opera il servizio: solo 20 pazienti, sulla carta, usufruiscono del servizio; ciò in base ad un calcolo di chilometri da percorrere ed al carburante necessario per il trasporto dei pazienti. Molti pazienti sono quindi rimasti tagliati fuori dal trasporto gratuito, che – prima dell’affidamento alla Scat – era garantito pressoché a tutti i richiedenti da parte del CSR.

Ad oggi, però, dei 20 pazienti che sulla carta godono del trasporto, solo 12 (secondo quanto riferito dai diretti interessati) sono realmente accompagnati dal pulmino, gli altri 8 non usufruiscono più del servizio. Sarebbe, quindi, logico inserire nel trasporto altri disabili che ne hanno fatto richiesta.

Tale situazione è stata comunicata ad agosto del 2015 all’Assessore ed agli Uffici comunali della Solidarietà, non dalla Scat ma da alcuni pazienti del CSR; e ci si chiede come mai  il Comune non ne fosse a conoscenza. Comune e Scat comunicano tra loro?

Da Agosto 2015 ad oggi cos’è cambiato? Nulla!

I pazienti trasportati dalla Scat sono sempre pochi, molti continuano ad essere esclusi dal trasporto, la città paga per un numero maggiore di pazienti trasportati rispetto alla realtà; alcuni pazienti sono stati persino costretti ad interrompere la terapia, non potendo usufruire del trasporto gratuito.

In poche parole, il pulmino  viaggia quasi vuoto ma noi cittadini lo paghiamo come fosse pieno.

E la cosa peggiore è che taluni pazienti affetti da gravi malattie croniche non escono più di casa perché non possono pagare un autista privato con la pensione da invalido civile. A questo dovrebbe pensare il Comune, appunto.

Come mai gli uffici competenti e gli amministratori permettono un tale spreco? E soprattutto: perché non si adegua il numero dei pazienti a cui estendere il servizio di trasporto? Da mesi si parla di voucher da distribuire ai pazienti, ma ad oggi la situazione non è mutata rispetto ad un anno fa. Tra i pazienti del CSR molti sono minori, frequentano l’asilo o le scuole elementari; altri sono anziani e privi di mezzi propri (o impossibilitati a guidare) per recarsi a terapia.

La promessa di attenzione ai disabili ed ai malati cronici fatta in campagna elettorale nei locali del CSR di Caltanissetta dall’allora candidato Sindaco, dott. G. Ruvolo, era apparsa sincera; oggi quelle parole risuonano vuote e beffarde nella memoria dei numerosi pazienti ed invalidi (nonché loro familiari) che hanno concesso fiducia a quel candidato.

C’è poi un progetto grandioso che il CSR vorrebbe realizzare a Caltanissetta (e che ha già realizzato in varie parti della Sicilia): costruire un centro polifunzionale con cui offrire il servizio di terapia che offre già, ma dotato di ampi laboratori in cui svolgere attività  alternative e stimolanti per i pazienti, e soprattutto il “DOPODINOI”, un centro che accolga gli invalidi privi del supporto genitoriale.

Non dimentichiamo che i genitori dei disabili invecchiano e ad un certo punto il disabile si ritroverà senza i genitori, per questo occorre una struttura in grado di accogliere ed assistere chi non ha più né mamma né papà. La struttura dovrebbe avere anche un ampio parcheggio e spazi adeguati per bambini e giardini dove passeggiare e giocare, in attesa della terapia.

Il CSR vorrebbe costruire tale grandiosa struttura acquistando a proprie spese (grazie ai fondi regionali ed europei) un terreno su cui edificare (sempre a spese proprie) il futuro Centro.

Quale somma è richiesta al Comune? NESSUNA!

Quale impegno deve assumere il Comune? Solo impegni burocratici, scartoffie, nulla di più!

Cosa porterebbe tale iniziativa alla nostra città? Benefici di tipo sociale per gli invalidi e pazienti del CSR, di tipo economico (lavoro per tanti professionisti del settore e per l’indotto) per non parlare della tranquillità che acquisirebbero i genitori dei piccoli invalidi che oggi godono del supporto familiare che domani potrebbe venir meno all’improvviso!

Ma se per una piccola questione, come quella del trasporto, il Comune incontra difficoltà a offrire assistenza ai disabili ed ai malati in terapia, cosa accadrà del grandioso progetto di un centro polifunzionale e del DOPODINOI?

Tutti i pazienti, i loro familiari e gli operatori del CSR si augurano che la situazione si sblocchi e che si mostri la giusta attenzione verso i cittadini più deboli ed indifesi: la disabilità non è un limite per la società ma una risorsa.

Grazie per l’attenzione.

I pazienti del CSR e loro familiari

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