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Nel Nisseno, contrade commissariate: raccolti a rischio, monta la protesta a Gela e Niscemi

Redazione

Nel Nisseno, contrade commissariate: raccolti a rischio, monta la protesta a Gela e Niscemi

Lun, 25/05/2015 - 20:37

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WP_20150525_003Senza acqua nelle abitazioni e anche nelle campagne. A rischio il raccolto nel territorio nisseno. Da 11 mila a 6 mila metri cubi d’acqua, tanto da non permettere di lavorare; vent’anni di commissariamento che non ha risolto alcun problema. Una protesta annunciata quella degli agricoltori dell’associazione “Santa Maria” di Gela e Niscemi, commissariati da vent’anni che vivono della carenza di acqua negli invasi di Disueri e Cimia. La manifestazione ha avuto luogo stamane con un sit-in che si è tenuto davanti gli uffici del consorzio di bonifica di via Marconi. Gli imprenditori agricoli hanno chiesto che le istituzioni tengano fede alle promesse annunciate nel corso di un incontro a Caltanissetta, l’anno scorso. In quell’occasione ai lavoratori era stato assicurato che sarebbero stati invasati 11 milioni di metri cubi di acqua nelle due dighe di Disueri e Cimia. “Non abbiamo concluso nulla – hanno detto gli agricoltori – sono disponibili solo 6 milioni di metri cubi di acqua, nonostante abbiamo avuto un inverno piovoso”. L’agricoltura rappresenta per il territorio una grande risorsa economica per intere famiglie collassata dalla crisi industriale e finanziaria. “L’acqua piovana e quella delle dighe è stata versata a mare – ha dichiarato Gaetano Gentile, presidente dell’associazione Santa Maria – quindi sprecata. Il risultato è che oggi non ci sono più risorse idriche e questo mette a rischio il raccolto”. “ I commissari non conoscono i problemi e la natura dei nostri disagi- hanno detto a gran voce i lavoratori in protesta- il consorzio va gestito dagli stessi consorziati, solo così potremo risollevarci dalla crisi”. Gli agricoltori, che hanno richiesto l’intervento del Prefetto, chiedono anche di conoscere la programmazione per l’anno 2015/16 per garantire le risorse idriche. Gli agricoltori che rappresentano 165 aziende, in presidio permanente in via Marconi lamentano lo spreco di ingenti risorse idriche e il caro prezzo dell’acqua che saranno costretti a pagare. Il grido d’allarme è forte e chiaro “ Tutta l’agricoltura del comprensorio rischia la desertificazione”. Da undici milioni di Metri cubi promessi, riceverebbero solo sei milioni. Cinque mila persone rischiano la disoccupazione a causa della crisi che colpisce il comparto agricolo di una provincia già provata. Sul posto sono arrivati in sostegno dei lavoratori i candidati a sindaco della città.

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