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Papa Francesco al Parlamento Europeo di Strasburgo: il racconto di Marco Benanti

Redazione

Papa Francesco al Parlamento Europeo di Strasburgo: il racconto di Marco Benanti

Mar, 25/11/2014 - 22:09

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imageSTRASBURGO – Le mani rigidamente poggiate sui fianchi, lasciate cadere volutamente lungo l’abito bianco, lo sguardo basso, un gozzo sotto il mento, quasi imbarazzo. Francesco è arrivato al Parlamento Europeo di Strasburgo, l’ultimo pontefice nell’emiciclo dell’Europa degli stati era stato Giovanni Paolo II, era il 1988. Ad accogliere il Papa argentino, arrivato con volo Alitalia a Stasburgo, un picchetto d’onore davanti la sede delle istituzioni europee. In piedi il presidente, Martin Shultz, la stretta di mano tra i due ed il lungo applauso di cronisti ed i lavoratori del palazzo, soprattuto giovani. “Viva il Papa”, urla timido un tedesco con tanto di bandiera. Dall’altro lato però, su un grande gazebo bianco e spoglio, Papa Francesco osserva ciò che ha di fronte e tace. Un paio di bei palazzoni in vetro dalla forma strana, tanto grigio, cielo compreso. Tutti entusiasti i giovani vaticanisti, ed i navigati esperti di campidoglio ad interpretare con quale piglio Bergoglio potesse affrontare la visita.

image Il piglio non era affatto di quel Bergoglio brillante e sorridente che siamo abituati a vedere, forse perché Francesco è realmente felice con i poveri e visibilmente in imbarazzo con i grandi della Terra. Il Papa, sa bene che dietro quei vetri, forse si sono perpetrati i peggiori compromessi che hanno affamato popoli ed arricchito multinazionali. Il suo ingresso in aula, è accolto dall’applauso dei 751 europarlamentari dei 23 stati membri, assenti i Mep del Gue, l’estrema sinistra europea. Chi si aspettava un discorso di continuo ammonimento sarà forse rimasto deluso. Gettati nel cestino i menabò dei colleghi giornalisti che titolavano “Bergoglio ammonisce i grandi della terra a Strasburgo”.

imageI temi toccati dal pontefice, quelli si che sono stati di grande levatura. La centralità della famiglia anzitutto, con “L’Europa che dovrebbe costruirsi intorno alla figura dell’uomo e non della moneta. La famiglia fertile, unita e indissolubile, porta con sé gli elementi fondamentali per dare speranza al futuro. Senza tali solidità si finisce per costruire sulla sabbia, con gravi conseguenze sociali. La famiglia non solo aiuta a dare prospettive e speranza alla nuove generazioni ma anche a numerosi anziani, spesso costretti a vivere in condizioni di solitudine e di abbandono perché non c’è più il calore di un focolare domestico in grado di accompagnarli e sostenerli. L’immigrazione poi. “Non si può tollerare che il Mar Mediterraneo diventi un grande cimitero. Sui barconi che giungono quotidianamente sulle coste europee ci sono uomini e donne che necessitano di accoglienza e di aiuto”. E’ quanto ha ribadito oggi con forza Papa Francesco. “L’assenza di un sostegno reciproco all’interno dell’Unione europea rischia di incentivare soluzioni particolariste al problema, che non tengono conto della dignità umana del migrante favorendo il lavoro schiavo e continue tensioni sociali. L’Europa sarà in grado di far fronte alle problematiche connesse all’immigrazione se saprà proporre con chiarezza la propria identità culturale e mettere in atto legislazioni che sappiano al tempo stesso tutelare i diritti dei cittadini europei e garantire l’accoglienza dei migranti. Se saprà adottare politiche corrette, coraggiose e concrete che aiutino i loro paesi di origine nello sviluppo socio-politico e nel superamento dei conflitti interni, causa principale di tale fenomeno, invece delle politiche di interesse che aumentano e alimentano tali conflitti: è necessario agire sulle cause e non solo sugli effetti”. Ad applaudire anche il premier Matteo Renzi, arrivato prima di Bergolgio per un incontro con i socialisti. Come dire, dal profano, al sacro, il salto è semplice.

@BenantiMarco

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