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Le riflessioni di Richelieu: “La Lega di Magonza”

Redazione

Le riflessioni di Richelieu: “La Lega di Magonza”

Dom, 26/10/2014 - 23:26

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imageCALTANISSETTA – Una squadriglia di leghisti nisseni, nuova fioritura locale di una destra coriandolizzata dalle proprie sconfitte, ha organizzato azioni  dimostrative ai parcheggi del mercatino e dell’ospedale contro i posteggiatori abusivi, immigrati e di colore, che a loro dire, “impongono il pizzo ai nisseni” infastidendo minacciosamente i cittadini, le vecchiette e le signore.

Sventolavano minibanner con lo slogan “Io non pago il pizzo” e con la sola loro presenza minacciosa, dicono di avere “liberato”  e riportato in sicurezza quelle aree, abbandonate al caos multietnico dall’assenza delle forze dell’ordine.

Pensavamo che il “pizzo” fosse un’altra cosa, almeno qui in Sicilia: organizzazione criminale dell’estorsione sulle attività economiche e commerciali di un territorio, finalizzata ad imporre soggezione culturale e prelievo forzoso di risorse per sostenere i costi di gestione dell’”onorata società” (avvocati, famiglie detenuti, etc.).

E contro questo pizzo, in Sicilia, tanti giovani, da anni,  si sono schierati “controcorrente” con campagne di sensibilizzazione e tanti commercianti e operatori economici si sono esposti con denunce e testimonianze rischiose, sulla loro pelle.

Ogni anno, a Caltanissetta, le relazioni dei questori e dei comandanti delle forze dell’ordine non trascurano di sottolineare la presenza poco vistosa ma pervasiva e resistente di un racket delle estorsioni che colpisce le attività commerciali in misura non inferiore al 60% (nella migliore delle ipotesi).

Invece, i Leghisti di casa nostra, capitanati da tale Foschi (cognome evocativo di atmosfere decadenti e dannunziane) che,dopo avere esplorato e frequentato le forze politiche a 350° (mancava Rifondazione Comunista) si impegna ora nelle formazioni extraparlamentari della destra “hard” (vedi Casa Pound), se la prendono col pizzo dei posteggiatori abusivi, e organizzano ronde di modello padano, cercando il consenso che è facile riscuotere quando si soffia sul fuoco delle paure della gente.

Sarebbe più credibile per i tutori indigeni di “law and order” trovarli schierati (magari in incognito) a presidiare i negozi e i cantieri dove il pizzo si paga sul serio, pronti ad identificare, allontanare e persino denunciare gli estortori veri, terminali della grande criminalità organizzata,  responsabile della sottomissione culturale e del sottosviluppo economico del nostro popolo.

Sarebbe tutto un altro discorso. Non di facile visibilità ma di sostanza della legalità e persino della politica.

Ma la storia dei fascismi è stata sempre così: forti con i deboli e deboli con i forti.

P.S. Lettura consigliata: “Le notti dell’UNPA” di Italo Calvino; racconta delle ronde antiaeree che il fascismo italiano organizzava  con volontari disposti a girare di notte per presidiare le strade e gli edifici pubblici dagli attacchi aerei (!?), arruolati appunto nell’Unione Nazionale Protezione Antiaerea, istituita sin dal 1936, in cui militavano tanti soggetti diversamente non inquadrabili nelle organizzazioni del regime. Tanto che “essere dell’UNPA” era diventato sinonimo di stranezza comportamentale. (Chiedere ai nonni e agli anziani per conferma).

Richelieu Richelieu

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