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Mussomeli,una festa in grande stile per i nati nel 1954

Redazione

Mussomeli,una festa in grande stile per i nati nel 1954

Ven, 22/08/2014 - 11:17

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Nati nel 540003MUSSOMELI – “Fatto nel 1954. Invecchiato alla perfezione”. Tale frase, impressa su delle magliette nere indossate per tutta la giornata, è il manifesto del raduno (senza precedenti) dei nati nello stesso anno. Non un anno a caso. Il 1954 a Mussomeli fu segnato dal sangue di quattro innocenti, che persero la vita nei drammatici “fatti dell’acqua”. Ma fu anche un anno molto prolifico per via del numero dei bimbi messi al mondo; circa 400 furono infatti i nati. Motivi bastevoli a dare vita ad una festa che ha travalicato i confini del semplice raduno. La gioia dei “cinquattrini”, come hanno preferito farsi battezzare, ha contagiato un paese intero; coetanei da ogni parte del mondo sono giunti per un anniversario celebrato in grande stile. Un programma fitto e preparato con cura da mesi: in mattinata un incontro al Castello Manfredonico con il sindaco Salvatore Calà (a cui hanno consegnato un dipinto realizzato da Peppe Territo), a pranzo un aperitivo in un vicino ristorante e in serata uno spettacolo musicale, o forse meglio dire uno show pregno di appuntamenti in scaletta tenutosi in piazza Roma. Ma il fine settimana dedicato ai sessantenni della città non si è ancora esaurito; questa mattina, al Santuario della Madonna dei Miracoli, verrà officiata una messa di ringraziamento. “Dei 400 nati, hanno risposto all’appello in quasi 150” dice Ciccio Amico, uno degli organizzatori dell’iniziativa. Amico, tra i protagonisti nell’inverno scorso della battaglia a difesa dell’ospedale, scherza nel riflettere sul numero significativo dei pargoli venuti alla luce 60 anni fa: “Con questi numeri il Punto nascita non rischierebbe mai la chiusura”. Nella schiera dei “cinquataquattrini” ci sono tutte le condizioni sociali e professionali; medici, impiegati, dirigenti d’azienda, muratori, commercianti, operai, politici. Ogni differenza è stata annullata; azzerate per un giorno pure le distanze geografiche, anche le più sconfinate. Per un giorno insomma centinaia di mussomelesi si sono sentiti appartenere ad un’unica identità; coetanei nati in un mondo che oramai non c’è più ma il cui ricordo li rende vivi, ovunque si trovino.

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