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Gay: si’ del tribunale ad adozione per coppia lesbica

Redazione

Gay: si’ del tribunale ad adozione per coppia lesbica

Sab, 30/08/2014 - 15:13

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imageROMA – Il Tribunale per i Minorenni di Roma ha riconosciuto l’adozione di una bimba che vive in una coppia omosessuale (lesbica), figlia biologica di una sola delle due conviventi, che sono libere professioniste. Si tratta del primo caso in Italia di “stepchild adoption”. Lo rende noto Maria Antonia Pili, legale con sede a Pordenone e presidente di Aiaf Friuli. “Le due mamme – ha spiegato l’avvocato Pili – hanno dapprima intrapreso e portato a termine un percorso di procreazione eterologa all’estero e, dopo la nascita della bambina, hanno stabilmente proseguito nel progetto di maternita’ condividendo con ottimi risultati compiti educativi e assistenziali, nonche’ offrendo alla minore una solida base affettiva”. Il ricorso e’ stato accolto sulla base dell’articolo 44 della legge sull’adozione del 4 maggio 1983, n. 184, come modificata dalla legge 149 del 2001, il quale contempla l’adozione in casi particolari. “Ovvero nel superiore e preminente interesse del minore a mantenere anche formalmente con l’adulto, in questo caso genitore ‘sociale’ – ha dichiarato l’avvocato Pili – quel rapporto affettivo e di convivenza gia’ positivamente consolidatosi nel tempo, a maggior ragione se nell’ambito di un nucleo familiare e indipendentemente dall’orientamento sessuale dei genitori. La norma in questione infatti – ha aggiunto la legale – non contiene alcuna discriminazione fra coppie conviventi siano esse eterosessuali o omosessuali”. Secondo Pili, dunque, il Tribunale per i Minorenni di Roma “ha correttamente interpretato la norma di apertura” gia’ contenuta nella Legge sull’adozione. “Non si e’ trattato dunque – ha precisato la legale – come ben argomenta sul punto la sentenza, di concedere un diritto ex novo, ovvero di creare una situazione prima inesistente, ma di garantire nell’interesse di una minore la copertura giuridica a una situazione di fatto gia’ consolidata, riconoscendo cosi’ diritti e tutela ai quei cambiamenti sociali e di costume che il legislatore ancora fatica a considerare, nonostante – ha concluso – le sempre piu’ diffuse e pressanti rivendicazioni dei moltissimi soggetti interessati”.   E’ forte polemica e scontro di opinioni diverse sulla decisione del tribunale dei minori di Roma che ha riconosciuto l’adozione di una bimba che vive in una coppia omosessuale (lesbica), figlia biologica di una sola delle due conviventi, che sono libere professioniste. Si tratta del primo caso in Italia di “stepchild adoption”. C’e’ addirittura chi come il senatore Lucio Malan, di Forza Italia, chiede l’intervento del presidente della Repubblica, del Csm e del ministro della Giustizia perche’ la decisione rappresenta a suo dire “un vero e proprio colpo di stato contro il potere legislativo del Parlamento e contro la Costituzione democratica”, e annuncia anche un esposto al tribunale competente “per i reati compiuti dai magistrati di Roma”. Per contro, dal fronte governativo, il sottosegretario alle Riforme, Ivan Scalfarotto, sostiene che “la magistratura ha aperto la strada; ora bisogna che a questi casi pensi la legge”. Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, pur precisando che “le sentenze vanno rispettate”, sottolinea che quella del Tribunale per i Minorenni di Roma “e’ senza dubbio da considerarsi negativamente clamorosa” e il fatto che sia un Tribunale ad adottare questo provvedimento “la dice lunga sull’inerzia della politica, che davanti alle adozioni gay dovrebbe assumersi maggiori ed oculate responsabilita’, considerando il sacrosanto ed inviolabile diritto dei minori a godere della bi-genitorialita’ nel senso piu’ naturale del termine”. “Chiediamo al premier Renzi – conclude Marziale – di esplicitare chiaramente e senza perifrasi l’orientamento del governo italiano in materia”.

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