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Marianopoli, l’Amministrazione: “La consigliera Grazia Noto mistifica la realtà”

Redazione

Marianopoli, l’Amministrazione: “La consigliera Grazia Noto mistifica la realtà”

Mar, 22/04/2014 - 18:46

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Grazia Noto

Grazia Noto

MARIANOPOLI – L’amministrazione apprende dalla stampa locale la notevole capacità di mistificazione della realtà da parte della Consigliera di opposizione Grazia Noto, per la sua prestazione solitaria nel Consiglio Comunale del 17.4.2014.

Al contrario delle sue fantasie la verità è molto più semplice. La consigliera Noto, dopo che per mesi ha  accusato la maggioranza  di non presentarsi ai Consigli  Comunali per paura di affrontare i cittadini sulle bollette Tarsu 2008, (naturalmente perché sapeva che  per motivazioni di principio e abusi di potere del Presidente  del Consiglio Acquisti la  maggioranza non avrebbe partecipato),  EROICAMENTE FUGGIVA  nel momento in cui, imposta la legalità al Presidente del Consiglio,  la seduta si doveva tenere, purtroppo convocata dal Presidente il Giovedì Santo.

Con la copertura del Presidente, ormai completamente di parte, e contro il parere di tutti i consiglieri presenti, interveniva ad inizio di seduta in spregio allo Statuto e al Regolamento comunale su tutte le questioni all’ordine del giorno.

Tediava con una stucchevole lettura l’uditorio per 40 minuti circa e tra cavilli e solite chiacchiere inutili, si avventava in pareri negativi sui punti all’ordine del giorno per poi eroicamente darsi alla fuga abbandonando l’aula. Dava così credito alla saggezza popolare che dice: “meglio stare zitti e sembrare inadeguati che aprire bocca e darne la conferma”. Ci resta il dubbio se l’abbia fatto per paura o incapacità di confrontarsi con la maggioranza sui singoli argomenti o per non affrontare il pubblico presente dopo avere per settimane fomentato che l’Amministrazione non si presentava in Consiglio perché non poteva giustificare il proprio operato sulle bollette Tarsu. Una prestazione veramente degna di nota e meschina che la fa iscrivere di diritto al “concorso” indetto nell’occasione da lei stessa per la prossima Presidenza del Consiglio, con accuse gratuite ai suoi ex colleghi consiglieri Genco e Schifano. Noi questo registriamo: alla Noto può mancare lo spessore politico-culturale ma bisogna riconoscere che la sagoma c’è.

Un altro motivo che imponeva alla stessa una ritirata miserevole però c’è: all’ordine del giorno erano state inserite due proposte firmate anche dalla stessa prode consigliera. Una riguardava la “sanatoria” della Tarsu dal 2008 al 2013 e l’altra un Regolamento per agevolazioni della stessa imposta. Proposte presentate per alimentare e cavalcare a buon mercato il disagio sociale facendole diventare, in perfetta malafede, cavalli di battaglia contro l’Amministrazione.

Come al solito, i suoi “superiori” avevano fatto male i conti. Infatti il Responsabile del settore Economico Finanziario dava parere sfavorevole alle due proposte ritenute illegittime ed inammissibili. A quel punto la Noto rimanendo in aula sarebbe stata davanti ad un bivio: se votava a favore della sua stessa proposta avrebbe dovuto motivarla in punto di diritto, cosa impossibile; se prendeva atto del parere negativo dell’ufficio rischiava di farsi fischiare dai cittadini che avrebbero scoperto o la sua beata ignoranza o, peggio la sua sfacciata demagogia.

Per il resto il Consiglio, regolarmente presenziato e registrato dalla famiglia dell’ex Sindaco Vaccaro, tranne qualche rinvio tecnico, approvava tutte le proposte dell’Amministrazione. In particolare prendeva atto della Prima Relazione Annuale del Sindaco e dell’operato dell’Amministrazione relativo alle bollette TARSU 2008. La relazione del Responsabile dell’ufficio Finanziario metteva in luce non solo la legittimità dell’azione condotta ma soprattutto gli sforzi per fare pagare il meno possibile ai cittadini. Per ciò venivano approvati anche grazie ai responsabili consiglieri Genco e Schifano due Regolamenti: uno sull’accertamento con adesione e l’altro sul ravvedimento operoso in materia di tributi locali.

Anche lo Statuto adeguato alle nuove disposizioni Regionali, compresa la previsione della mozione di revoca del Presidente del Consiglio, veniva approvato, anche se dovrà essere riportato entro 30 giorni in Consiglio per una seconda votazione stante che è stato approvato da sette e non da otto consiglieri (due terzi) come prescrive la legge. A tal proposito è incredibile e stupefacente che il Presidente del Consiglio, che doveva fare l’ottavo presente, che rappresenta (?) l’Istituzione, sul punto si sia astenuto con motivazioni assolutamente risibili non consentendone l’immediata entrata in vigore; dando così l’ennesima prova del suo preciso interesse di parte.

L’Amministrazione Comunale

 I Capi gruppo Consiliari Salvatore Noto, Maria Antonietta Vullo e Rino Schifano

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