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Slot-machines: 21 arresti a Caltanissetta, tra loro anche “servitori dello Stato”

Redazione

Slot-machines: 21 arresti a Caltanissetta, tra loro anche “servitori dello Stato”

Mar, 09/10/2012 - 05:36

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CALTANISSETTA – Fino a pochi anni fa, quando slot-machines  e video poker erano fuori legge e pochi ne controllavano la regolarità, la vittima dei reati era solo il giocatore, in quanto gli apparecchi erano immancabilmente truccati.
Oggi, invece, divenuta legale la gran parte dei giochi e delle macchine, la vittima principale della alterazione degli apparecchi elettronici da gioco è lo Stato. Le modifiche alle macchine elettroniche da gioco servono soprattutto a “nascondere” centinaia di migliaia di giocate, per un controvalore, a livello nazionale,  di parecchi milioni di euro all’anno se non di miliardi.
Le varie modifiche che  vengono apportate ai software installati su tali apparecchi consentono diversi tipi di frode.
Dalla disconnessione a distanza del terminale, all’alterazione dei report di attività della macchina, sino alla modifica fraudolenta delle caratteristiche tecniche della macchina elettronica che viene trasformata – come nella maggior parte dei casi esaminati mediante un telecomando o apposite combinazioni di tasti – da apparecchio da intrattenimento, soggetto a prelievo forfettario,  ad apparecchio da gioco o da scommessa, con elusione dell’obbligo di collegamento e di versamento dell’imposta proporzionale.
In tutti le precedenti  ipotesi si elude l’obbligo di contabilizzare e versare allo Stato le entrate fiscali legate alle giocate (cd. PREU – Prelievo Erariale Unico), così incorrendo nel reato di peculato della relativa quota. I concessionari dei Monopoli e i sub-concessionari sono infatti da qualificarsi come agenti contabili e quindi come incaricati di un pubblico servizio, e l’obbligo di contabilizzazione su di loro gravante li rende responsabili del grave reato contro la p.a. agli stessi ascritto.
Ma con la manomissione della scheda informatica montata all’interno di tali apparecchi si altera anche la quota percentuale destinata ex lege alla vincita da parte del giocatore, così ingannandolo, e ottenendo di conseguenza ingenti profitti completamente in nero, a loro volta destinati ad essere riciclati in questo o in tanti altri mercati criminali.
Le attività illecite legate ai giochi e alle scommesse hanno costituito, da quando sono state oggetto di una sostanziale liberalizzazione – dovuta a  motivi fiscali e di adattamento dell’ordinamento alla disciplina comunitaria –  materia appetibile ed appetita dalla criminalità organizzata,  che, come dimostrato anche dalla presente indagine,  presidia l’intera filiera del business.

Secondo le più recenti analisi effettuate dalla DNA e riportate nella relazione sui rischi di infiltrazione mafiosa nel settore dei giochi leciti ed illeciti presentata nel decorso anno  alla Commissione Antimafia, in Italia  l’industria del gioco ha attualmente un fatturato complessivo pari al 3% del Pil e dà lavoro a 5000 aziende e 120.000 persone. I dati, che si riferiscono al gioco legale, sono destinati ad impennarsi se si guarda anche al gioco clandestino.
E’ un business al quale non potevano certo rimanere  insensibili  le organizzazioni criminali ,da  sempre notoriamente assai attente ai vari settori dell’economia che assicurano consistente remuneratività degli investimenti e la possibilità di riciclaggio dei proventi illeciti.
L’interesse del crimine organizzato riguarda infatti sia la realizzazione e la modifica del software installato sugli apparecchi elettronici da intrattenimento,  sia la distribuzione e/o l’imposizione  agli esercenti dei locali pubblici e delle sale giochi della presenza di tali macchinette, quanto la gestione delle enormi rendite non ufficiali attraverso canali che spesso passano per paradisi fiscali utilizzando numerose società estere e italiane costituenti le classiche “scatole cinesi”.
Le organizzazioni criminali occupano fette sempre più ampie del mercato della distribuzione e della gestione degli apparecchi, avvalendosi della capacità di essere “convincenti” con gli esercenti per indurli a rivolgersi ad un dato fornitore e a cambiarlo qualora non sia quello desiderato da chi controlla “militarmente” il territorio.
Le indagini poste in essere dalla Sezione Criminalità organizzata – gruppo Polizia dei giochi e delle scommesse- della Squadra Mobile, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia nissena, hanno evidenziato come, anche a Caltanissetta e nei centri limitrofi, l’organizzazione criminale denominata Cosa Nostra, da sempre fortemente strutturata in questa provincia,  mostrando spirito imprenditoriale, grandi capitali e  visione industriale del business, sia riuscita grazie ai componenti della famiglia Allegro quasi a monopolizzare  il mercato delle macchinette ponendo in essere nel contempo una ingente appropriazione di somme destinate all’Erario.

Dopo  complesse investigazioni  nelle prime ore di oggi 9 ottobre 2012, sono state eseguite nr. 42 misure cautelari, disposte dal Presidente della Sezione G.I.P. del Tribunale di Caltanissetta dr.ssa Maria Carmela GIANNAZZO, su richiesta della Procura della Repubblica D.D.A. di Caltanissetta.

Tali misure comprendono nr. 19 ordinanze di custodia cautelare in carcere, N. 2 di arresti domiciliari e 21 provvedimenti di interdizione dall’esercizio dell’attività di impresa, queste in particolare emesse nei confronti degli esercenti di bar e circoli dove si trovavano posizionate le macchinette elettroniche da gioco, alterate e non collegate con la rete dei Monopoli di Stato.

La misura più grave è stata disposta nei confronti di:
1. ALLEGRO Salvatore, cl 56
2. ALLEGRO Matteo, cl 80
3. ALLEGRO Luigi, cl 83, per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, illecita concorrenza con violenza e minaccia aggravata dall’art. 7 D.L. 152/91, frode informatica e peculato,
4. ANGOTTI  Marco, cl 81, per il reato di associazione mafiosa, illecita concorrenza con violenza e minaccia aggravata dall’art. 7 D.L. 152/91,
5. LONGO Agostino, Assistente capo della Polizia di Stato, in servizio presso la Questura di Caltanissetta,   per corruzione e concorso omissivo in frode informatica,
6. CAMPIONE Michele, sostituto commissario della Polizia di Stato, in servizio presso la Polizia Postale, per concussione
7. NARDULLI Francesco, già Maresciallo della Guardia di Finanza,  in servizio presso la Sezione di P.G. della Procura della Repubblica di Caltanissetta.
8. SARACINO Matteo, Maresciallo della Guardia di Finanza in servizio presso il Comando Provinciale di Caltanissetta
​Entrambi per i reati di concorso in corruzione e in frode informatica e ​peculato con Allegro Matteo
9. MESSINA Giuseppe, assistente capo della Polizia penitenziaria, per concorso esterno in associazione mafiosa
10. DI MARCA Salvatore, cl 54, cognato di Giuseppe Dell’Asta, per associazione mafiosa
11. D’ANNA Alfredo inteso ANGELO, cl 59, Vigile Urbano presso il Comune di Caltanissetta e la moglie
12. AMICO Maria Grazia, cl 1963, entrambi per concorso in peculato e frode informatica
13. VINCI Giuseppe, cl 1973
​per illecita concorrenza con violenza e minaccia
14. CRISTIANO Stefano, cl 61, fornitore delle schede taroccate destinate ad essere montate sulle macchinette fornite dagli Allegro agli esercenti per concorso in frode informatica e peculato
15. CATALDI Salvatore, cl 79, stretto collaboratore di Allegro Matteo,   per concorso in frode informatica e peculato
16. TORREGROSSA Lirio, cl 67, per concorso in frode informatica e peculato ed illecita concorrenza con violenza e minaccia,
17. MARTORANA Alfonso, per concorso in frode informatica e peculato
18. MARTORANA Vincenzo Felice, cl 67, per concorso in frode informatica e peculato
19. FOGLIETTO Aldo Alessandro,  cl 53, per concorso in frode informatica e peculato

2 sono le ordinanze cautelari di sottoposizione agli arresti domiciliari a carico di:

1. MANGIAVILLANO  Biagio, cl 87
2. LOMBARDO Matteo, cl 81

Entrambi indagati per i reati di peculato e frode informatica, in concorso – quali loro dipendenti – con ALLEGRO Matteo, ALLEGRO Salvatore, ALLEGRO Luigi e con ANGOTTI Marco.

Inoltre 21 misure cautelari di interdizione dall’esercizio dell’impresa, sono state eseguite a carico dei seguenti gestori di esercizi pubblici di Caltanissetta:

1. LOMBARDO Luigi, gestore della  Associazione “Il Redentore” sita Via Giannone
2. FARRUGGIA Alessandro Domenico, gestore del BAR AGIP  – sito Via Borremans
3. LANZAFAME Vincenzo, gestore del Bar Amedeo – sito Viale Regina  Margherita
4. FONTI Salvatore, gestore del  Bar Aurora sito  Via  Niscemi
5. BINGO Franco, gestore del Bar Bingo  sito in Via Giannone Puglisi
6. DI MARCO Pietra, gestore del Bar Elton  sito in  Via Colajanni
7. D’ANCA Giuseppe, gestore del Bar La Piazzetta – Via Benintendi
8. IAPICHINO Anna, ex gestore del Bar La Piazzetta
9. FRANGIAMORE Salvatore, gestore del Bar Morrison – Via Niscemi
10. CORBO Giuseppe, gestore del Bar Piper sito in c.so Umberto
11. LIPANI Maria Catena, gestore del Bar Pit Stop  sito in  Via Averna
12. FOGLIETTO Giuseppe Amedeo gestore del Bar Raoul Caffè sito in Via Arco Alessi
13. ROMANO Salvatore Arcangelo,  gestore del Bar Romano  sito in  Viale Stefano Candura snc
14. PATERNO’ Maria, gestore del  Bar Stazione  sito in Piazza Roma 24
15. LO PIANO Maurizio, gestore del Bar Trink sito in  Via Paladini
16. BASSOLINO Santo, gestore del Circolo Privato “Il Vesuvio” sito in Via De Amicis
17. MONELLI Giuseppe, gestore del Bar Zammuto sito in  Piazza Garibaldi
18. TALLUTO Marco Michele, gestore della sala Bet Games 2000 sita in  C/da BABBURRA
19. MANNARÀ Giuseppina,  gestore della sala giochi Bet Games 2000 di Via Turati
20. SAJA Fabio Massimiliano, gestore della sala giochi Bet Games 2000 di  Via Veneto 22-24 in San Cataldo (CL)
21. VINCIGUERRA Michelangelo,  gestore del Circolo Ricreativo di  Via B. di Figlia n.  19

Tutti indagati per peculato e frode informatica, in concorso con ALLEGRO Matteo, ALLEGRO Salvatore, ALLEGRO Luigi e con ANGOTTI Marco. Essi infatti percepivano, ognuno a seconda del numero della macchinette installate presso i loro esercizi, e in proporzione agli incassi in nero una larga fetta dei proventi dell’attività illecita essendo pienamente consapevoli della sussistenza della truffa anche nei confronti dei giocatori, ed essendo in moltissimi casi in possesso dei telecomandi che consentivano di avviare il gioco illegale o la slot machine.

Altri appartenenti alla Guardia di Finanza ed all’amministrazione civile dell’interno sono stati in pari data raggiunti da una informazione di garanzia e invito a comparire per i medesimi reati di corruzione, concorso in peculato e frode informatica per i quali sono stati tratti in arresto gli appartenenti ai corpi di Polizia, così come alcuni funzionari di banca hanno ricevuto analogo invito a comparire per il reato di riciclaggio, in quanto omettevano sistematicamente le segnalazioni per operazioni sospette, che doverosamente avrebbero dovuto inoltrare tramite i sistemi in dotazione all’istituto di credito, e ciò anche dopo la stessa sede centrale della banca aveva peraltro loro segnalato la anomala movimentazione di contanti sui conti correnti degli indagati, così favorendo la prosecuzione della illecita attività.

Nella presente indagine si è peraltro già proceduto al sequestro dei beni della famiglia Allegro, per un valore complessivo stimato in circa 5 MILIONI DI EURO e nei confronti di Allegro Matteo e dei suoi familiari è in corso altresì un  procedimento di prevenzione personale e patrimoniale.

Tra detti beni figurano le tre società del gruppo:
società “Eurogames 2000 S.r.l.”, con sede in Caltanissetta.
società “Bet Games Group S.r.l.” con sede in Caltanissetta
societa’ Bet Games 2000 srl  con sede in Caltanissetta
impresa individuale “Allegro Luigi” con domicilio fiscale in Caltanissetta e relativo complesso dei beni aziendali
Bar Simpaty
nr. 4 appartamenti siti nel comune di Caltanissetta;
1 villa sita a Caltanissetta
1 negozio sito a Caltanissetta
nr. 3 autorimesse autovetture site in Caltanissetta.
nr. 2 appezzamenti di terreni insistenti a Caltanissetta
nr. 11 quote di usufrutto su varie abitazioni  site a Campofelice Di Roccella (pa)
23 quote di nuda proprietà su varie abitazioni site a campofelic e di roccella (pa)
nr. 2 appartamenti siti a Campofelice di Roccella (pa)
nr. 12 autovetture di grossa cilindrata (bmw, porsche etc)
nr. 6 tra motocicli e ciclomotori
nr. 3 depositi di conto corrente bancario

Preme sottolineare come gli esiti dell’indagine già raggiunti il 15.3.2011, allorché nel corso di 44 perquisizioni vennero sequestrate oltre 90 macchinette da intrattenimento, modificate in slot machine e videopoker, hanno portato a toccare con mano – dobbiamo dire grande rammarico –  il livello di penetrazione raggiunto da ALLEGRO Matteo e dai suoi correi negli apparati di sicurezza preposti al controllo delle attività di gioco legale.
Ciò è la diretta conseguenza della potenzialità criminogena delle attività connesse comunque al gioco, ed alle scommesse, che movimentando enormi capitali spesso in contanti, costituiscono terreno da arare per le organizzazioni criminali stanziate su un territorio. Il livello di compromissione di tali strutture era elevato e non poteva essere,   non è stato e non sarà tollerato.

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