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“Un mu scurdavu”: un cortometraggio di Luca Vullo girato con i ragazzi dell’Istituto Penale per minorenni di Caltanissetta

Michele Spena

“Un mu scurdavu”: un cortometraggio di Luca Vullo girato con i ragazzi dell’Istituto Penale per minorenni di Caltanissetta

Mar, 18/09/2012 - 00:26

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Il filmaker nisseno Luca Vullo

CALTANISSETTA – Questo pomeriggio, alle ore 17,30 presso l’aula polifunzionale “Carmelo Di Natale” dell’Istituto Penale per Minorenni, si terrà la presentazione del cortometraggio dal titolo “Un mu scurdavu”, realizzato dal regista nisseno Luca Vullo  con la partecipazione dei giovani ospiti dell’istituto.

La direttrice Dott.ssa Alfonsa Miccichè sottolinea come la sinergia tra ragazzi area educativa e lo staff del regista, ha permesso dopo mesi di lavoro la realizzazione di un prodotto qualitativamente elevato che rappresenti come i minori,  se debitamente stimolati, possano esprimere altre capacità. Frutto di un laboratorio di Ideazione, scrittura e realizzazione di un cortometraggio durato diversi mesi, “Un mu scurdavu” è  stato realizzato insieme ai ragazzi presenti all’interno dell’Istituto Penale dei Minorenni. Il tema trattato  è quello della Legalità, visto dagli occhi di chi è cresciuto in un contesto sociale privo di legalità e senza alcuna presenza dello Stato, e raccontato senza retorica da chi spesso non ha voce. I ragazzi sono i protagonisti di se stessi e ci raccontano, attraverso una sorta di video-messaggio rivolto a tutti, la loro esperienza di detenzione, ma soprattutto la terribile  difficoltà che incontrano fuori dal carcere per il reinserimento in società. L’indifferenza e la diffidenza dei  singoli cittadini nei confronti degli ex detenuti che vengono così emarginati, la mancata applicazione delle leggi che agevolano gli imprenditori ad assumere chi è tornato in libertà (“Legge Smuraglia” e “Salvo Fleres”), sono le cause che spesso spingono i ragazzi a cadere nuovamente nell’errore. Il regista per rappresentare al meglio lo sfogo dei ragazzi utilizza il genere musicale  combat rap/rock facendo un esperimento di fusione di diversi generi: documentario, fiction e videoclip.

Il brano scelto per la colonna sonora è “Un mu scurdavu”- traccia estratta dall’album “Viaggi di Sabbia” della band GenteStranaPosse, che poi diventa anche il titolo del cortometraggio. Per la realizzazione del cortometraggio hanno dato un prezioso contributo l’operatore di progetto Stefania Zigarella, l’attore Rosario Petix, il personale di polizia penitenziaria e il personale dell’area educativa.

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