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Mussomeli, l’ex vice-sindaco impietoso con Calà: “un pupo nelle mani del puparo”

Redazione

Mussomeli, l’ex vice-sindaco impietoso con Calà: “un pupo nelle mani del puparo”

Ven, 15/06/2012 - 09:18

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MUSSOMELI- La temperatura non particolarmente elevata di oggi ma perfettamente coerente con la stagione primaverile ha subito un brusco “innalzamento” allorquando, a mezzogiorno in punto, alla Galleria Misuraca ha avuto inizio la conferenza stampa indetta dal gruppo civico per Mussomeli attraverso il suo leader Filippo Misuraca. Un “mezzogiorno di fuoco” che, per la quantità e qualità dei temi affrontati, ha avuto un comune denominatore: la serenità. A priori, l’idea che un “defenestrato” politico che convoca una stampa per “vomitare” le sue ragioni, possa essere condotta con grande tranquillità e sicurezza, esula dai normali criteri giornalistici. Ed invece è stato quello a cui si è assistito, con un Filippo Misuraca particolarmente motivato e sicuro di se, nonostante si stesse per sottoporre alla “gogna” mediatica dei giornalisti presenti. Alla riunione, oltre a Misuraca erano presenti l’avvocato Aldo Scichilone, segretario provinciale U.D.C. , il consigliere provinciale U.D.C. Pino Sorce ed i consiglieri facenti capo al Gruppo Civico per Mussomeli, Navarra, Alessi, e D’Amico. Assenti, per motivi professionali ed istituzionali, l’avvocato Tonino Gagliano, il consigliere comunale di Caltanissetta Ugo Lo Valvo, Rosario Mingoia ed il consigliere comunale mussomelese Salvatore Diliberto. La cronaca. Per la diversità e la quantità dei temi affrontati durante la conferenza stampa durata oltre un’ora e mezza e trasmessa in streaming su Mussomeli Eventi Web, gli stessi saranno proposti per tema.

L’alleanza pre-elettorale

Filippo Misuraca parte con la cronistoria di quella che è stata la candidatura a sindaco di Salvatore Calà. Un nome al quale si è dopo alcuni incontri e dopo aver valutato l’opportunità di candidare anche alcuni nomi allora e tutt’oggi spendibili, facenti capo allo stesso ex tre volte parlamentare di Forza Italia. Nonostante dunque lo  sprint pre-elettorale del P.D. che aveva bruciato le tappe, secondo Filippo Misuraca per il bene di Mussomeli si era arrivati ad un accordo alla presenza di: l’ex ministro Salvatore Cardinale, del geometra Michele Mingoia, di Totuccio Scannella e del consigliere provinciale allora facente riferimento allo stesso ex parlamentare forzista Salvuccio Bellanca. La conclusione dell’accordo prevedeva un patto di “non belligeranza” politico tra gli ex onorevoli mussomelesi affinchè, attraverso la candidatura a sindaco di Calà, si arrivasse a creare le condizioni per sollevare la città dall’impasse socio-economico nel quale era caduta dopo la fallimentare esperienza dello sfiduciato predecessore Mancuso. Alla luce dei fatti odierni e con l’estromissione coatta subita, Filippo Misuraca sostiene che è venuto meno il patto con i suoi gli elettori che attraverso il voto avevano “sottoscritto” con il sindaco Calà una fiducia per nulla ricambiata.

La premeditazione

Nulla è successo per caso e la recente crisi del governo Lombardo che ha aperto lo scenario delle probabili quanto imminenti elezioni regionali, secondo Misuraca è la chiave di volta e soprattutto di lettura per quanto accaduto. L’ex onorevole forzista, fermamente convinto della genuinità oltre che della consistenza del proprio operato, interpreta la decisione di Calà come una sorta di piano premeditato che, per ragioni temporali e soprattutto operative, non trova giustificazione alcuna se non quella di rispondere a direttive provenienti dall’”alto”, ovvero sia dal registra non troppo occulto del PD locale qual è il veterano decano della politica nazionale Salvatore Cardinale. E di questo ne è fermamente anche convinto anche il Presidente del Consiglio Mario D’Amico, prossimo dimissionario, che in considerazione della prossima quanto difficile approvazione del bilancio, nell’attuazione di alcune decisioni vitali per l’amministrazione comunale e quindi per la vita socio-economica mussomelese, definisce “mossa da Harakiri” aver deciso di estromettere il vice-sindaco e conseguentemente quanto logicamente tutto il suo gruppo, da quella che fino a qualche giorno fa era la maggioranza.

Il Sindaco “pupo” e il suo “Puparo”

Il Sindaco Calà non ha le “palle”. E’ questo il pensiero di Filippo Misuraca circa il contenuto di una telefonata intercorsa con il Primo cittadino che l’ex onorevole forzista ha dapprima registrato e poi consegnato ad un notaio. Sembra quasi la trama di un film, ma di certo non lo è. Filippo Misuraca, in quella che qualche autore di thriller potrebbe definire “lucida follia”, con la stessa serenità che lo ha contraddistinto sin dall’inizio della conferenza stampa, racconta integralmente il contenuto della telefonata e soprattutto della volontà di fare ascoltare il contenuto della stessa in un prossimo incontro con la stampa. Qualcuno potrebbe già pensare alla tanto famosa violazione della privacy a cui si può andare incontro in casi simili ma l’ex parlamentare, conscio delle responsabilità eventualmente derivabili da un simile gesto, sembra non curarsene affatto tant’è la voglia di raccontare la verità….. la sua verità. Questo in sintesi e per sommi capi, il testo della telefonata raccontata da Filippo Misuraca:

C- Filippo allora che fai, ti dimetti?

M- Salvatore diventa finalmente “uomo”….basta con il doppi gioco!

C-  Ti dimetti o no?

M- Mi stai chiedendo di fare un passo indietro?

C- No Filippo. Non io. E’ il Partito Democratico che te lo chiede…(pausa…) Lo vuole Salvatore Cardinale!

M- E tu che vuoi invece? Hai le palle? Allora tirale fuori……Oppure sei un “pupo” nelle mani del “puparo”

Il Sindaco “bambino” in Tribunale

Lo definisce proprio così Filippo Misuraca. Il Sindaco “bambino”. Non potendosi riferire per ovvie ragioni all’età anagrafica, l’ex vice-sindaco traccia di Salvatore Calà un profilo tra la “prima infanzia” e una “pubertà tardiva” che fanno del Primo cittadino un personaggio al limite dell’etica. Già: ed è proprio per questa ragione, anzi per dirla con parole proprie di Filippo Misuraca “…….per presunti abusi (immediatamente correttosi)….per fatti al limite della legalità e dell’etica amministrativa” che l’U.D.C. presenterà un esposto al Prefetto ed alla magistratura sul comportamento “poco chiaro” di Salvatore Calà. Filippo Misuraca si dice sereno, a posto con la coscienza che non ha nulla da rimproverarsi e soprattutto pronto a rifare tutto quello finora realizzato. Già perché, quello che gli “rode dentro”, oltre ovviamente al “licenziamento”, sono le accuse a lui rivolte di prevaricazione. Si dice sbigottito….anzi esterrefatto. Un Sindaco che, durante la sua assenza prolungata dalla casa comunale per l’incidente occorsogli, lo ha sempre elogiato attraverso e-mail inviate per conoscenza anche agli altri assessori del suo comportamento da prendere addirittura ad esempio nella conduzione della vita politica amministrava. Poi Misuraca lancia il guanto della sfida: “…mi porti Calà dinnanzi a pubblica assemblea e chiami a “giudizio” il Segretario Generale, l’Ingegnere Capo, i Capi-area, ecc.ecc. e dimostri UNO….dico un solo atteggiamento di prevaricazione che io ho avuto nei confronti di costoro!!!

Tradimenti

La vicenda, a prescindere dalle ragioni che ognuno delle parti interessate porta a difesa del proprio operato, fornisce un quadro di una situazione politica-amministrativa dove i “tradimenti” si sono susseguiti in rapida successione e con la complicità, più o meno palese, di gran parte delle cariche istituzionali interessate nella vicenda. Filippo Misuraca non fa sconti a nessuno. A Calà in primis, ma ovviamente al P.D. definito, più che un partito, semplicemente come l’esclusiva espressione della volontà di Salvatore Cardinale. Soprattutto non fa sconti al “consigliere provinciale abusivo”. Un espressione amara e terribile allo stesso tempo che, in maniera non troppo velata, scontorna quella che è la figura di Salvuccio Bellanca, un uomo da sempre al suo fianco transitato, da poco più di un anno, “nelle file nemiche”. La colpa maggiore che Misuraca attribuisce al suo ex-pupillo è di aver doppiamente tradito la sua fiducia poiché chiamato in causa e a sua difesa, nientemeno che da Calà. Ma l’ex vice-sindaco si dice “fiducioso” di una “…..non presa di posizione” di quello da lui definisce come “consigliere provinciale abusivo”.  Un’affermazione che lascia il tempo che trova e che potrebbe lasciare intendere…..”repliche future” in caso contrario. Non lo dice espressamente, ma anche dai suoi ex colleghi assessori Misuraca si sente tradito. Del giovane Gaetano La Piana traccia il profilo di un “perfetto gentiluomo, conscio della sua inesperienza e disponibile ad apprendere”. Ma ovviamente, sempre secondo l’ex vice-sindaco, lo stesso deve rispondere a logiche di partito che non prevedono la sua “supervisione” nonostante la stessa fosse stata palesemente richiesta. Rincara il concetto di tradimento allorquando parla di persone “doppio-giochiste”, definite “impaurite dalla perdita della poltrona”, disposte ad offrire solidarietà e sostegno morale, per poi non fare neanche una telefonata e confermare,  con l’unico unico rappresentate in consiglio la “linea dura” di Calà. Non lo dice espressamente, ma il riferimento chiaro è all’assessore Enzo Nucera verso cui dice di provare solamente: “…..tenerezza!”

Uomo di partito…anzi uomo del’U.D.C.

L’occasione della conferenza stampa ha fornito a Misuraca anche l’opportunità di parlare del suo futuro politico inscindibile dal recente passato. Già perché la presenza dell’avvocato Scichilone ha sancito, come confermato dallo stesso segretario provinciale e dalla presenza del consigliere provinciale U.D.C. Pino Sorce, la militanza dell’ex parlamentare forzista nel partito di Casini da qualche tempo. Il fatto che in seno al consiglio e alla giunta comunale abbiano comunque mantenuto l’assetto di Movimento Civico è stato motivato da Misuraca come onestà politica ed intellettuale nel rispetto di quella che lui riteneva fosse “alleanza politica”. Venendo meno i termini della stessa Misuraca ed il suo gruppo “svestono” i panni del Movimento per indossare la casacca della “Vela”  ufficialmente. E si dice ritemprato nel corpo e nella mente l’ex vice-sindaco pronto a scendere in campo ed in qualunque competizione elettorale se l’U.D.C. dovesse chiederglielo.

Coerenza e lealtà a tutti i costi

E’ questa la sintesi che Mario D’amico fa del suo operato ed ovviamente dell’intero gruppo facente capo a Filippo Misuraca al quale si sente legato da un’amicizia trentennale.” Non posso più rappresentare una maggioranza che non mi ha votato” dice D’amico in relazione allo stato attuale dei fatti e dopo l’imminente passaggio di quello che oramai diventato U.D.C. all’opposizione. “Mi dimetterò da Presidente del Consiglio immediatamente dopo l’insediamento delle commissioni” . E qui arriva l’alt di Scichilone. O per meglio dire, l’invito ad una pausa di riflessione. Già perché, il segretario provinciale dell’U.D.C. ex Primo cittadino di Butera, conosce bene le vicissitudini di un’amministrazione ed invita D’Amico a riflettere sull’opportunità di “traghettare” il Comune di Mussomeli verso l’approvazione del bilancio per dimettersi immediatamente dopo. Insomma un invito alla responsabilità civico-amministrativa che non passa inosservata. Rettifica infatti D’Amico che quanto proposto da Scichilone potrebbe essere attuato nell’ipotesi che tutti i partiti, nessuno escluso, chiedessero di attuare ciò nell’ottica di quello che è lo spettro che incombe da tempo immemore: il dissesto finanziario dell’ente.

Comune: FASE 2 o “Fase terminale”.

D’Amico conclude la conferenza stampa con l’analisi di quello che sostiene essere “lo specchietto per le allodole” millantato da Totuccio Scannella, responsabile del P.D. locale a proposito di FASI DELL’AMMISTRAZIONE. D’Amico, che è un veterano della politica locale con grande esperienza amministrativa, parla di numeri e di prospettive. “Le entrate derivanti dalla pressione fiscale non bastano a coprire i disavanzi di bilancio ereditati dalle precedenti amministrazioni. Come si fa a parlare di Fase 2 quando non ci sono i soldi anche solo per gli stipendi? E alla domanda: “ma vi rendete conto che la gente non ne può più di questo dualismo Misuraca- Cardinale. Che avete in mente di fare?”, il Presidente del Consiglio, con l’aplomb che lo contraddistingue, tira fuori la lettera pre-elettorale ”scritta”(…..cioè dettata lascia intendere D’Amico) da Calà per i mussomelesi, dove lo stesso ripercorre appunto questo antico e sempre battagliero “derby politico”, lanciando quelli che lo stesso D’Amico definisce ”… messaggi di pace e di collaborazione.” Una sorta di “Addio alle armi” il cui destinatario sembrerebbe essere, alla luce dei fatti e secondo la visione degli uomini di Misuraca, solamente l’ex parlamentare forzista. Viene in mente un antico proverbio mussomelese citato in campagna elettorale dall’allora candidato sindaco Pasquale Mistretta che a proposito della “presunta pace politica tra Misuraca e Cardinale, ricordò ai presenti: “…..ficiro paci li cani e li lupi. Poviri picuri e svinturati c

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