Salute

L’osservazione:”I nisseni presenti solo quando ci sono le telecamere”

Michele Spena

L’osservazione:”I nisseni presenti solo quando ci sono le telecamere”

Lun, 23/01/2012 - 15:28

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CALTANISSETTA – In questi giorni, insieme ad un bellissimo gruppo di amici sono stato al presidio dei forconi sullo scorrimento veloce Caltanissetta-Agrigento.
Ho passato con loro delle bellissime giornate e nottate insieme ad altra gente, splendida, altro che mafiosi, che arrivava soprattutto da San Cataldo e da Serradifalco, gente che davvero ogni giorno si fa il culo alzandosi la mattina presto per imbarcarsi su un camion o su un trattore per lavorare ben oltre le 6 ore di un impiegato.
Amaramente ho notato che come al solitoc’erano davvero pochissimi nisseni (tranne che quando sono arrivate le telecamere di Michele Santoro). I nisseni non partecipano ai movimenti, alle proteste, alle manifestazioni, e come sempre non ho potuto non vergognarmi di essere nisseno.
Mi vergogno perchè i miei concittadini, anestetizzati, lobotomizzati, rimangono sempre a subire, a lamentarsi, ma mai scendono in piazza per reclamare i propri diritti, preferiscono farlo comodi e nascosti dietro un computer, come al solito. Mi sono vergognato quando i ragazzi e la gente di San Cataldo e Serradifalco, tra cui ho parecchi amici mi dicevano: “Siti sempri i soliti maunzisi!” e a ragione. Siamo sempre quelli che sono troppo “snob” per scendere sulle strade a reclamare i propri diritti. A Caltanissetta, lo sappiamo bene tutti, preferiamo chiedere il favore all’amico, al parente, ma senza mai dare fastidio a nessuno, perchè poi non potremmo tornare a chiedere ulteriori favori.
Mi chiedo, ma non ci vergogniamo? Invece di partecipare e reclamare ciò che ci appartiene, stiamo addirittura a criticare chi invece si batte ogni giorno per i diritti di tutti, denigrando, spesso e volentieri l’operato di chi prova a fare, tra critiche e mille difficoltà il bene comune (che non sono di certo i concerti flop al Palacarelli, ma questa è un altra storia…)
in questo momento, decine di migliaia di persone stanno bloccando, in parte, l’isola, ma a Caltanissetta non ci importa. Ci importa solo di andare a fare la fila ai benzinai, anche litigando, per poter fare il nostro sospirato giro in auto della piazza con moglie o fidanzata al seguito.
Fa troppo freddo per manifestare, come mi è capitato di leggere sui social network, oppure non c’è benzina. Che brutto popolo che siamo. Personalmente da poco meno di una settimana vado in giro (e al presidio) a piedi e in bicicletta, fiero di esserci, con i pochi amici nisseni che se ne fregano del freddo e della fatica, siamo stati benissimo, abbiamo condiviso la protesta, abbiamo arrostito salsiccia e ci siamo riscaldati davanti ai fuochi accesi sulla strada per affrontare il gelo della notte.
Mi piacerebbe, una volta per tutte, vedere questa città svegliarsi una mattina dal torpore, dalla malagestione, dal malaffare, dal clima di sudditanza che si respira nei confronti di tutti gli incapaci che ci amministrano, e che continuano, nonostante la fame a cui è stata ridotta questa città, a fare gli interessi di poche famiglie. Mi sono davvero scocciato di vergognarmi ogni volta che guardo la gente, i lavoratori, gli studenti, le intere famiglie con bambini che hanno trascorso notti al freddo sullo scorrimento, paragonandoli ai miei concittadini che preferiscono passeggiare per la città con i loro belstaff e le loro hogan mentre qualcun altro sta battendosi, perdendo tempo e denaro, anche per loro. Mi vergogno ma continuo a sperare che ci svegliamo e cominciamo anche noi a capire che la nostra città non è un’isola felice, anzi, è l’ultima in tutte le classifiche nazionali, è una città ridotta alla fame e nel degrado più totale. Mi attirerò forse le ire dei nisseni più stupidi, ma non m’importa, voglio lo stesso finire con una frase che sento ripetere spesso ai miei amici di San Cataldo: “maunzisi, vinniti u belstaff e v’accattati u pani!”

Danilo Drago

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