Il nuovo nord della globalizzazione è il Mediterraneo, e la Sicilia ne è l’epicentro. E’ questo il messaggio forte e chiaro scaturito ieri dalla settima edizione del convegno “Noi, il Mediterraneo”, che si è svolto, come di consueto, a Palermo su organizzazione dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale.
Per Annalisa Tardino, l’attuale commissario dell’Autorità, chiamata a raccogliere il testimone da Pasqualino Monti – il presidente, oggi amministratore delegato di Enav ma anche commissario alle due grandi opere infrastrutturali portuali di Palermo – che ha ridato vita al porto del capoluogo – questo di una Sicilia che torni ad essere l’ombelico delle grandi rotte commerciali e, in parte dell’economia mondiale, è il contenuto della nuova sfida.
Una sfida non nuova – la Sicilia è stata nella storia dell’umanità, dall’Antica Grecia a oggi il luogo dove culture diverse, persino religioni diverse, hanno trovato sintesi e chiave di riferimento culturale e progettuale per l’economia mondiale – ma altrettanto stimolante rispetto a quella che è sfociata in anni recenti nel totale riassetto strutturale del porto di Palermo e degli scali del network.
Una sfida che – come ha ricordato la commissario dell’Adsp di Palermo,– transita attraverso un processo di internazionalizzazione, il completamento infrastrutturale, ma anche la definizione di un regime di zona franca in grado di garantire alla Sicilia quello scenario favorevole agli investimenti che, a titolo di esempio, in Polonia ha garantito – come sottolineato dalla super-esperta in zone franche, Sara Armella – un ritorno di oltre 230.000 posti di lavoro.
Lo scenario mediterraneo si troverà ad affrontare enormi elementi di incertezza, connessi con la riapertura di Suez, il rischio di un’overcapacity del 30% nell’offerta di trasporto, messa in campo dai grandi operatori container, un potenziale tracollo nei noli, ma anche una rivisitazione globale nella mappa dei trasporti container. Ma avrà di fronte anche enormi opportunità determinate dall’applicazione del Piano Mattei, dal rafforzamento delle reti marittime in Mediterraneo e, quindi, dei collegamenti con Nord Africa e Medio Oriente, dalla sfida energetica che – come ricordato da Antonio Gozzi, presidente di Federacciai- vedrà proprio la Sicilia baricentrica, anche nella chiave di quella alimentazione di un’intelligenza artificiale sempre più energivora. Il convegno di Palermo ha fornito anche l’occasione per un j’accuse possente alle politiche e alle non politiche europee sull’energia, con focus sull’ETS, quella tassa sui traffici marittimi e sulle emissioni, che sta gravando sui costi dell’energia e sta mettendo l’economia europea e tanti settori strategici fuori mercato.
Per Annalisa Tardino, “l’Europa con colpevole ritardo di decenni, ha scoperto che esiste il Mediterraneo, che proprio in Mediterraneo potrebbe giocarsi la sfida della competitività e che i porti del Sud saranno la chiave di volta per recuperare competitività per l’industria, la logistica e l’energia al servizio dell’Europa”.
Secondo il commissario dell’ADSP del Mare di Sicilia occidentale, “il Patto per il Mediterraneo e il rilancio di una politica europea sui porti forniscono la prova di un vento che è cambiato e che pone la Sicilia al centro di interessi sempre più estesi”.
Dopo aver individuato in “almeno” trecentocinquanta milioni di euro le necessità del sistema portuale siciliano, Annalisa Tardino ha confermato l’assoluta necessità di convincere l’Europa ad adottare un atteggiamento e politiche pragmatiche in tema di energia e portualità.
Le novità in conclusione del convegno “Noi, il Mediterraneo” a Palermo sono arrivate dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini che ha annunciato per lunedì l’approvazione in Consiglio dei ministri della nuova società “Porti d’Italia”, chiamata a coordinare la politica e le strategie di tutti gli scali marittimi italiani.
Salvini, che ha ricordato come in Sicilia siano “in atto investimenti infrastrutturali per oltre 22 miliardi, ha anche confermato per la primavera del 2026 l’avvio concreto del progetto per il Ponte sullo Stretto, struttura – ha detto – “che può portare crescita all’intero sistema dei porti del sud, facendo del Mediterraneo il cuore pulsante di una nuova Europa”.

