CALTANISSETTA. Francesco Guadagnuolo è una figura iconica dell’arte contemporanea. La sua formazione d’eccellenza gli ha permesso di fondere le radici mediterranee – ricche di tradizioni, miti e spiritualità – con un linguaggio moderno che coniuga il sacro e il profano in maniera unica. In particolare, i suoi ritratti dei Papi, tra cui quelli di Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco, sottolineano come l’arte possa essere un ponte tra il patrimonio di una cultura e i temi contemporanei di impegno civile e spirituale.

Le esperienze a New York e Parigi hanno avuto un ruolo decisivo nell’evoluzione del suo stile. A New York, l’energia e il fermento sociopolitico si sono riflessi in opere emblematiche come “Il Debito Estero – verso una nuova solidarietà”, esposta permanentemente al quartier generale dell’ECOSOC dell’ONU, che testimonia il suo impegno nel dialogo tra memoria storica e prospettive globali. A Parigi, la città dell’innovazione artistica ha rappresentato un laboratorio creativo in cui l’artista ha affinato il suo approccio transreale, integrando elementi tradizionali e contemporanei e creando un equilibrio tra la monumentalità e l’elemento quotidiano.

Il 10 giugno 2025 il suo percorso si arricchisce ulteriormente attraverso importanti eventi istituzionali, come quello tenutosi al Parlamento Europeo di Roma durante “Made in Italy incontra l’Europa”. In quest’occasione, durante il Convegno è stata anche presentata l’opera “Leone XIV e l’Alba Digitale” non è solo una celebrazione dell’eccellenza artistica italiana ma anche un chiaro segnale del ruolo pulsante dell’artista nel panorama internazionale.
Guadagnuolo ha realizzato altre opere, come “Riflessione viva sull’umano nell’era del digitale e dell’intelligenza artificiale” che amplifica questo percorso visivo. L’artista integra sapientemente l’ispirazione culturale di Papa Leone XIV, fondendo la tradizione spirituale con le dinamiche del mondo digitale. La tavolozza si anima di elementi classici — simboli antichi della spiritualità — e motivi moderni come circuiti elettrici e strutture astratte, a rappresentare l’intelligenza artificiale. La presenza evocativa del Papa, delineata con tonalità espressive e luci avveniristiche, agisce come un faro guida nel caos della modernità.
Con il concetto di Transrealismo, l’artista ha rivoluzionato la ritrattistica sacra, creando una fusione continua tra passato e futuro, tra storia e tecnologia, posizionandosi come uno dei protagonisti del nuovo realismo italiano e come un ambasciatore del Made in Italy sul palcoscenico europeo e internazionale.
Francesco Guadagnuolo si distingue ulteriormente per la sua capacità di integrare storia, innovazione e impegno sociale nelle sue creazioni. Nato a Caltanissetta e riconosciuto come pioniere del nuovo realismo è unico esponente del Transrealismo in Italia, trasforma le sue radici siciliane nel concetto di “Sicanitudine”. Quest’approccio innovativo permette all’artista di unire passato e futuro in un dialogo continuo, esaltando il patrimonio culturale e storico italiano all’interno di un contesto europeo in costante evoluzione.
Roma, 19 giugno 2025. Abbiamo incontrato nel suo studio il Maestro Francesco Guadagnuolo che ci ha spiegato un concetto affascinante come la “Sicanitudine”si manifesta concretamente nelle sue opere.
«Il mio percorso artistico si configura come un viaggio straordinario in cui storia, innovazione e impegno sociale si fondono in modo unico. Le mie radici siciliane non rappresentano un mero legame geografico, ma costituiscono il nucleo da cui scaturisce la mia ispirazione. La Sicilia, con la sua storia stratificata, i miti perduti nel tempo e una cultura straordinariamente ricca, mi offrono un patrimonio inestimabile di immagini, colori e tradizioni che guidano ogni scelta stilistica e tematica. Questo retaggio, plasmato dalle dominazioni di Greci, Romani, Arabi, Normanni e Spagnoli, si trasforma nelle mie opere attraverso quel concetto che chiamo “Sicanitudine”.
A differenza della “Sicilitudine” di Leonardo Sciascia, che evoca un’identità segnata dalla rassegnazione, la “Sicanitudine” richiama un’identità attiva, capace di reinterpretare criticamente il passato per immaginare un futuro migliore. Essa racchiude il senso profondo di appartenenza, la memoria storica e l’unicità del vivere siciliano, esaltando la vitalità e la capacità di rinnovarsi.
Per me, la “Sicanitudine” trascende il semplice legame con la mia terra; essa incarna una sintesi poetica, emotiva e filosofica dell’identità siciliana. Nei miei dipinti prediligo tonalità calde e mediterranee che, all’istante, evocano il calore e la luce di questa terra. Elementi come il grano maturo e il bagliore dorato del tramonto non sono meri tratti paesaggistici ma simboli vibranti che richiamano il ciclo vitale, dalla semina alla rinascita, trasformando il patrimonio storico e culturale della Sicilia in un messaggio universale di speranza, resilienza e continuità.
Nei piani di lavoro come il “Progetto Trinitario del Volto di Leone XIV”, ho cercato di curare con particolare attenzione l’uso della luce e della natura, caratteristiche intrinseche della mia terra. La luce calda del tramonto mediterraneo e il simbolismo del grano non sono scelte fortuite; rappresentano elementi essenziali del mio linguaggio visivo. Il grano maturo simboleggia la fertilità della terra, la forza vitale e il perpetuarsi del ciclo naturale, mentre una luce declinata in molteplici sfumature diviene il tramite della rivelazione e della spiritualità. Questi elementi instaurano un dialogo profondo tra il sacro e il terreno, facendo incontrare passato e presente per dare vita a nuove prospettive di rinascita, trasformando la mia esperienza personale in metafore universali.
La continua interazione fra tradizione e modernità è il fulcro della mia concezione artistica. Non aspiro a rappresentare una Sicilia immutabile o a celebrare il passato in chiave puramente nostalgica. Infatti, mi propongo una reinterpretazione dinamica in cui le tradizioni si trasformano, fondendosi con simboli e tematiche contemporanee. In opere come il “Progetto Trinitario del Volto di Leone XIV”, le immagini sacre vengono ricaricate di nuovi significati, esaltando sia la forza ancestrale della mia terra sia la necessità di un rinnovamento sociale. Ogni mia composizione, ogni pennellata diviene così un ponte che unisce il locale all’universale, comunicando un linguaggio che parla di identità, memoria e cambiamento.
La storia millenaria della Sicilia, con le sue dominazioni e influenze culturali, è una fonte inesauribile di ispirazione. Essa si materializza in un mosaico di civiltà, miti e leggende che cerco di rendere visibile nei miei lavori, trasformandolo in una narrazione universale che unisce passato e presente secondo i principi del Transrealismo. Ogni dettaglio – che si tratti di un paesaggio, di un volto o di un gesto – viene scelto per evocare quella continuità generazionale, esprimendo la complessità di un’identità profondamente radicata e capace di dialogare con culture e mentalità differenti.
Filosoficamente, la mia arte supera la mera estetica: essa è una meditazione profonda sull’esistenza e sul valore dell’umanesimo. Fondere fede, impegno civile e pensiero critico mi consente di infondere nei simboli tradizionali significati ampi e multisfaccettati, trasformandoli in strumenti di dialogo tra il trascendente e il profano. Ispirandomi a intellettuali e artisti che hanno saputo coniugare arte e filosofia, attraverso opere come il “Volto di Leone XIV” invito chi osserva il mio lavoro a riflettere su tematiche di speranza, resilienza e rinnovamento spirituale, stimolandolo a interrogarsi sul senso profondo della vita.
Il mio obiettivo è contribuire al discorso artistico globale con un messaggio che superi la mera rappresentazione visiva. Desidero creare un linguaggio universale in cui il mio patrimonio culturale e la mia esperienza personale s’intrecciano con le sfide del presente. Voglio dimostrare che, pur essendo radicato in un territorio specifico, il messaggio che trasmetto può diventare universale, capace di unire e ispirare, stimolando una riflessione profonda sulle contraddizioni e sulle opportunità della nostra umanità. Attraverso la mia arte, aspiro a costruire un ponte tra passato e presente, tra sacro e profano, affinché il dialogo col pubblico diventi lo strumento per un cambiamento e un rinnovamento sociale che inviti tutti, specie le nuove generazioni, a riscoprire il valore della memoria, della tradizione e della loro continua trasformazione.
In questo percorso, dalla forza delle mie radici siciliane fino alla proiezione nel futuro europeo, il mio Transrealismo riveste una duplice valenza: da un lato, è l’innovazione che reinventa il sacro per renderlo vivo e pulsante nei tempi moderni; dall’altro, è un ponte culturale che unisce la storia millenaria di una terra straordinaria con le aspirazioni di un mondo in costante rinnovamento».