Salute

La chiesa africana dice “no” alla benedizione delle coppie gay

di Eliana Ruggiero - Agi

La chiesa africana dice “no” alla benedizione delle coppie gay

Il cardinale Ambongo, in una lettera, ha reso nota la posizione dei vescovi africani circa le benedizioni "extraliturgiche" alle coppie in posizione "irregolare"
Gio, 11/01/2024 - 15:24

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Nessuna benedizione alle coppie omosessuali nelle Chiese africane, le benedizioni proposte da Fiducia supplicans non possano essere attuate in Africa “senza esporsi a scandali”. Il cardinale Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa, presidente del Secam (Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar), rende pubblica con una lettera la posizione dei vescovi africani circa le benedizioni “extraliturgiche” proposte nella Dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede che – pubblicata lo scorso 18 dicembre – apre alla possibilità di benedire coppie in situazioni “irregolari”, rispetto alla morale cattolica, tra cui quelle formate da persone dello stesso sesso, ma al di fuori di qualsiasi ritualizzazione e imitazione delle nozze.

Frutto della consultazione è la lettera diffusa oggi dall’arcivescovo di Kinshasa e riportata da Vatican News: “Una sintesi consolidata” delle posizioni adottate da diverse Conferenze Episcopali nazionali e interterritoriali nel continente africano su questa Dichiarazione che, si legge, ha generato “un’onda d’urto, ha seminato confusione e inquietudine nell’animo di tanti fedeli laici, consacrati e anche pastori e ha suscitato forti reazioni”.

Il messaggio, scrive in apertura il cardinale, ha ricevuto “il consenso di Sua Santità Papa Francesco e di Sua Eminenza il cardinale Vi’ctor Manuel Fernàndez, Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede”. In esso si chiarisce subito che le Conferenze Episcopali di tutta l’Africa riaffermano “con forza” la loro comunione con Papa Francesco: “Nei loro diversi messaggi, le Conferenze Episcopali della Chiesa Famiglia di Dio in Africa iniziano col riaffermare il loro incrollabile attaccamento al Successore di Pietro, la loro comunione con Lui e la loro fedeltà al Vangelo”, scrive il cardinale Ambongo. Tuttavia gli stessi pastori “ritengono che le benedizioni extraliturgiche proposte nella Dichiarazione Fiducia supplicans non possano essere attuate in Africa senza esporsi a scandali”.

“Le Conferenze Episcopali generalmente preferiscono – ogni Vescovo restando libero nella sua diocesi – non impartire benedizioni alle coppie dello stesso sesso. Questa decisione nasce dalla preoccupazione per la potenziale confusione e scandalo all’interno della comunità ecclesiale”, si legge in un passaggio della missiva.

Rivolgendosi al clero, alle comunità religiose e a tutti i credenti, il cardinale Ambongo, a nome dei vescovi, ricorda loro – come d’altronde sottolinea chiaramente Fiducia supplicans – che “la dottrina della Chiesa sul matrimonio cristiano e sulla sessualità rimane immutata”.

Ed è per questo motivo che i presuli africani non ritengono “opportuno” che l’Africa benedica le unioni omosessuali o le coppie dello stesso sesso “perchè – spiega Ambongo – nel nostro contesto, ciò causerebbe confusione e sarebbe in diretta contraddizione con l’etica culturale delle comunità africane”.

“Il linguaggio di Fiducia supplicans rimane troppo sottile per essere compreso dalle persone semplici. Inoltre, resta molto difficile convincere che le persone dello stesso sesso che vivono in un’unione stabile non rivendichino la legittimità del proprio status”, si legge ancora nella lettera.

Nello stesso documento viene ribadito comunque che “la Chiesa in Africa, come Famiglia di Dio, riafferma il suo impegno a continuare l’assistenza pastorale a tutti i suoi membri”. Il clero viene infatti incoraggiato a “fornire una pastorale di accoglienza e sostegno, in particolare alle coppie in situazioni irregolari”. E le Conferenze Episcopali africane sottolineano che “le persone con tendenze omosessuali devono essere trattate con rispetto e dignità”; viene però ricordato loro “che le unioni omosessuali sono contrarie alla volontà di Dio e quindi non possono ricevere la benedizione della Chiesa”.


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