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Caltanissetta, policlinico: attenzione a fidarsi della politica, già in passato ha tradito la città

Sergio Cirlinci

Caltanissetta, policlinico: attenzione a fidarsi della politica, già in passato ha tradito la città

Gio, 02/03/2023 - 16:53

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Fuoco amico: nel gergo militare è quella situazione in cui i soldati vengono a trovarsi sotto il fuoco delle proprie batterie.
Franchi tiratori: locuzione usata perlopiù in politica in riferimento a chi, grazie al voto segreto, vota in modo diverso dal proprio gruppo, schieramento o partito.

In un contesto locale non c’è di peggio quando su certe tematiche, che interessano tutti indistintamente, si assista, per antagonismi, prese di posizioni, antipatie personali, amicizie o conflitti di interesse, al fuoco amico o ai franchi tiratori.
Assistiamo ultimamente a dichiarazioni forti, a prese di posizioni nette e chiare, a manifestazioni di amore ed invito a mettere da parte ogni cosa che divide per unirsi e raggiungere lo scopo comune.

In questi giorni in città c’è un gran fermento sul tema Policlinico, tutti o quasi cercano di dare un proprio contributo, cosa assolutamente positiva, affinché non si perda questa ennesima possibilità di sviluppo per la nostra città. Ma molti dimenticano, o fanno finta di non sapere, che un Policlinico deve avere, prima di nascere, tutta una serie di strutture che ne giustificano il suo insediamento. Troppo facile parlare solo di Policlinico e non parlare delle fondamenta su cui deve poggiare per esistere.

Avere un Dea di II° livello ed una Facoltà di Medicina, sono gli elementi si essenziali, ma non sufficienti per ottenerlo.
Il livello ospedaliero va mantenuto e magari migliorato, così come anche il solo avere la Facoltà di Medicina non è sufficiente se poi da parte di Unipa non c’è volontà.

Ascoltando però il consiglio comunale dello scorso 27 Febbraio, nessuno di noi dovrebbe temere nulla e qualsiasi azione di rivendicazione potrebbe addirittura non servire…ci tocca, punto.
Tutti gli intervenuti, parlo di politici e rappresentanti istituzionali, hanno assicurato che sia a livello ospedaliero, efficienza, che universitario, volontà e disponibilità, non ci sono problemi. Sono state anche annunciate nuove attività, a livello universitario con nuovi corsi, ed ospedaliero nuove aperture e strutture. Tutto già pianificato e quindi tutto ciò dovrebbe rassicurarci e metterci al riparo da insidie e pericoli.

Ma, per come è ovvio che sia, chi pretende a sua volta di prendersi tutto, non sta di certo con le mani in mano e, nel rivendicare a gran voce e con toni spesso forti, irrispettosi anche degli “Amici”, danno per scontato che il Policlinico, per loro, è cosa fatta. Addirittura gira la voce che la partita verrà chiusa in pochi mesi, mentre da noi si parla di anni.

Se si dovesse assegnare il Policlinico guardando solo a dati concreti ed a quanto sentito in consiglio, non ci sarebbe alcuna partita da disputare.
Potremmo tranquillamente smettere di scrivere, di organizzare sit-in, assemblee, manifestazioni, raccolte firme, documenti ed atti di indirizzo vari.
Purtroppo, il purtroppo non manca mai, proprio così in discesa non è. Quando di mezzo c’è la politica il fidarsi che le cose vadano per come dovrebbero non è poi così scontato.

In politica ci sono i “franchi tiratori” ed il “fuoco amico”, coloro cioè che a differenza di quello che dichiarano, votano nel segreto delle urne in controtendenza, e chi, ufficialmente dichiara di stare da una parte, poi “spara” sui propri soldati, più o meno volontariamente.

Questi due esempi non devono scandalizzare o sembrare affermazioni forti. La nostra storia passata dovrebbe insegnarci molte cose. Abbiamo avuto personaggi, non solo politici, che, pur di ottenete vantaggi personali o altro, hanno spesso “tradito” la città, mettendo in campo azioni contrarie o semplicemente disinteressandosene, lasciando campo aperto ad “invasioni straniere”.

Ecco perché “fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio”, o quantomeno stare attenti e vigili, specialmente da chi corteggia, promette e adula, probabilmente al solo scopo di rabbonire, gestire e controllare.
Questo dovrebbe essere il compito fondamentale dei cittadini.
La “fiducia è una cosa seria”, recitava un vecchio slogan pubblicitario, ma sia nella vita che, a maggior ragione quando si tratta di politica, va data con il contagocce, assicurandosi che ne venga somministrata la giusta dose.

Purtroppo chi dice apertamente queste cose, viene isolato, deriso ed etichettato come come un vecchio arteriosclerotico ai cui non dar retta.
Si sa, le voci fuori dal coro, il dire apertamente quello che tantissimi pensano, ma che non hanno il coraggio di esternare, non è cosa facile e di tutti. Per farlo ci vuole carattere, coraggio, un po’ di incoscienza, ma soprattutto libertà, intesa nel poter dire anche cose scomode ed impopolari, senza che nessuno ti richiami all’ordine minacciandoti di aprire qualche “armadio”.

Se molti cittadini avessimo queste caratteristiche, la politica e le istituzioni tutte, si guarderebbero bene dal far finta di stare sempre dalla nostra parte, eviterebbero passerelle e giochi di Palazzo, sapendo di correre il pericolo di essere “sgamati”, con conseguente sparizione dalla scena politica.

Ad maiora.

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