Salute

Polizia, bilancio di fine anno. Il Questore Ricifari: “Caltanissetta, sicurezza soddisfacente. La provincia, per l’80% tranquilla”

Donatello Polizzi

Polizia, bilancio di fine anno. Il Questore Ricifari: “Caltanissetta, sicurezza soddisfacente. La provincia, per l’80% tranquilla”

Ven, 16/12/2022 - 13:25

Condividi su:

Tradizionale incontro di fine anno del questore Emanuele Ricifari, presente anche il Capo di Gabinetto Vice Questore Francesco Bandiera, con la stampa per tracciare il bilancio dell’attività della Polizia.

“Questo incontro è dapprima un’occasione per farsi gli auguri e poi per tracciare un bilancio della nostra attività. Un bilancio sociale cioè che illustra le ricadute positive del nostro operato sui diversi soggetti con i quali ci relazioniamo, ossia i cittadini, i nostri utenti”.

Prima di addentrarci nell’analisi dei dati inerenti al territorio nisseno Ricifari ha introdotto due spunti di riflessione ad ampio raggio: “Secondo Istat ed Eurispes, dopo il Presidente della Repubblica, le forze dell’ordine (Polizia, Carabinieri e Guardi di Finanza) sono l’istituzione più apprezzata da oltre il 73% degli italiani. Mi permettio di sottolineare che la Polizia, seppur di pochi punti, è la più gradita. Questo è un onore che aumenta il peso della nostra responsabilità, perchè vuol dire che i cittadini si attendono molto da noi. E’ altresi necessario pero sottolineare che stiamo attraversando, le forze dell’ordine, una grave crisi di risorse umane che si è acuita tra il 2008 ed il 2017. Negli ultimi anni abbiamo perso oltre 40mila unità, 20mila la Polizia. Dal 2018 sono nuovamente stati banditi i concorsi, ma tra assunzioni e formazione, riusciamo ad ottenere, annualmente, poco meno di 3.600 unità a fronte delle 10mila che servirebbero. Un trend che ritornerà positivo soltanto a partire dal 2027. Adesso ci attendono anni di sofferenza, dobbiamo essere bravi, molto bravi, a non far percepire ai cittadini queste carenze: lo faremo scalettando le priorità della sicurezza. Per fare un esempio su come ottimizzare il nostro lavoro, non svolgeremo più alcuni servizi sussidiari, quali le notifiche”.

Adesso è il momento dei tanto attesi dati che poi necessitano di una lettura ‘analitica’ per essere compresi pienamente. Nel corso dell’anno negli uffici della Polizia di Stato di Caltanissetta, Gela e Niscemi sono state presentate 2911 denunce. La Polizia di Stato ha arrestato 337 persone (di cui 50 per reati concernenti gli stupefacenti, 41 per associazione per delinquere, 64 per furto e 7 per danneggiamento seguito da incendio). Sono state, invece, 1779 le persone denunciate in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria (di cui 116 per furto, 57 per associazione per delinquere, 38 per reati concernenti gli stupefacenti, 27 per sfruttamento della prostituzione, 57 per danneggiamenti e 168 per truffe e frodi informatiche).

Il Questore ha emesso 10 Daspo, 9 fogli di via obbligatori, 8 ammonimenti per stalking, 6 avvisi orali e sottoposto 35 persone alla sorveglianza speciale della pubblica sicurezza.Per quanto riguarda l’attività interforze di contrasto all’abusivismo, tra ottobre e dicembre, sono stati controllate 45 attività commerciali, elevato 32 sanzioni amministrative ed eseguito 7 sequestri di merce.L’ufficio immigrazione nel corso dell’anno ha rimpatriato 893 stranieri irregolari ed emesso 403 provvedimenti di espulsione.

I “numeri” dell’attività di polizia riportano alla memoria i dati di uno dei sei indicatori del “Sole24ore” e dell’annuale report sulla “Qualità della vita” che colloca Caltanissetta alla 105esima posizione, ossia l’indicatore Giustizia e Sicurezza; la provincia è 58°, -7 rispetto al 2021.

Il Questore si “immerge” in una lunga e dettagliata analisi: “Serve una lettura analitica dei dati per individuare le cose che marcano la distanza con realtà migliori. Se noi dovessimo paragonare i dati di Giustizia e Sicurezza con città e province analoghe per abitanti o dimensioni territoriali, (cita Cuneo, Piacenza, Cremona), siamo veramente messi bene. Se poi si dovessero togliere i dati negativi provenienti dalla zona sud-est della provincia, i nostri risultati sarebbero eccezionali. (Ndr., riferimento al 96° posto nazionale della voce Danneggiamento seguito da incendio, Denunce ogni 100mila abitanti, dell’indicatore Giustizia e sicurezza). Teniamo anche conto che i risultati della Procura di Gela, percentualmente, sono per efficacia tra i primi d’Italia”.

Prosegue Ricifari: “Faccio conto che voi mi poniate la domanda, Caltanissetta è una provincia in cui i cittadini possono vivere tranquilli? Risponderei sì per l’80% del territorio, a livello regionale seconda solo a Ragusa. Caltanissetta, capoluogo, ha un grado di sicurezza, soddisfacente. Amplio ulteriormente la riflessione partendo da lontano. Nel 1992 in Italia erano stati commessi oltre 3mila omicidi, nel 2022 sono poco più che 300. Eppure la percezione è di insicurezza, una sensazione amplificata e distorta della realtà. Determinante sono il degrado sociale e la mancanza di decoro urbano. Oggi per le persone questi due elementi dove presenti amplificano il senso di insicurezza. Ma torniamo alla nostra provincia con la foto della realtà che ha due facce: una dove gran parte dei reati si consumano in luoghi privati, ed è quello che accade nella maggior parte della provincia, vale a dire reati che avvengono in ambito familiare; l’altra dove questo dato è confermato, ma ne spiccano altri esteriori, pubblici, gli incendi per esempio, o il danneggiamento di cose pubbliche e private nell’area del gelese. Una zona in cui determinati comportamenti sono radicati, culturali, antropologici: negli ultimi 25 anni la situazione è migliorata ma, il fenomeno non è sparito”.

Il Questore rivolge un plauso ai nisseni che vivono quotidianamente una realtà socio-economica drammatica: ” I dati economico-sociali sono veramente difficili, sarebbero buona base per un dato di giustizia e sicurezza molto più drammatico. Da noi la disoccupazione, generale ed in particolare giovanile, ha numeri altissimi; significa che la gente ha una resilienza e, tutto sommato, una buona educazione e abitudine del rispetto delle leggi: tutto ciò dovrebbe farci riflettere. Perché anche chi sta male evita di far male. La reazione è nella media. Questo vuol dire due cose: primo c’è un atteggiamento non aggressivo nei confronti del prossimo, secondo c’è un buon controllo sociale, non solo da parte delle forze dell’ordine ma anche da parte di altri soggetti, dalle parrocchie alle famiglie. Ringrazio le altre forze dell’ordine, un grazie ai miei collaboratori ma un grazie particolare a un ufficio a volte ingiustamente e calunniosamente additato come un ufficio che non compie il proprio dovere che è l’ufficio immigrazione”.

Pubblicità Elettorale