Sequestrati in… casa: è questa la condizione dei residenti della frazione di Tenutella da quando è stato chiuso il ponte lungo la strada tra Gela e Butera.
La strada alternativa – come denuncia l’associazione Viviamo Manfria – è una trazzera sterrata di 3 km e larga 3 metri, che in un tratto attraversa un canale di scolo delle acque piovane. Anche con un Suv non è agevole percorrerla. Il ponte pericolante è stato chiuso con blocchi amovibili ma la soluzione per liberare i residenti in trappola o far entrare i proprietari nelle loro case non c’è. Il vicesindaco di Gela Terenziano Di Stefano ritiene che l’interdizione del ponte debba durare il meno possibile. “È necessario – dice Di Stefano – che Genio Civile, Provincia di Caltanissetta e Regione si attivino immediatamente, non soltanto rispetto a soluzioni alternative ma anche in questa fase, rispetto alla possibilità – qualora ci fossero le condizioni – di una riapertura limitata e condizionata a seguito di un collaudo statico della struttura. Infatti, al di là dei sopralluoghi e decisioni prese solo avendo effettuato ispezioni visive, per ambire a una valutazione esaustiva dello stato strutturale del ponte e della sua capacità di sostenere i carichi e quindi scongiurare qualsiasi pericolo è il momento di indagini più approfondite e tecniche”.
“Sul piano dell’intervento da eseguire – aggiunge – niente ipotesi se prima non si conoscono le risultanze del controllo statico che deve esser fatto subito unitamente alle verifiche di sicurezza. L’obiettivo principale è il ripristino in sicurezza dello stato dei luoghi e a stretto giro a seguito delle risultanze delle verifiche di calcolo il transito anche parziale di mezzi e persone”. Ma Di Stefano propone anche un “piano B”.
“Qualora emergessero dal calcolo strutturale dati non confortanti – dice – ad oggi una soluzione innovativa e celere è la messa in opera di un Ponte Bailey. Il sistema dei Ponti Bailey, consente di realizzare ponti destinati ad un utilizzo permanente o provvisorio anche con traffico pesante e vengono utilizzati in tutto il mondo proprio per evitare tempi eccessivamente lunghi e per superare in tempi rapidi le emergenza; il ponte in questione verrebbe messo in opera nell’arco di 3 mesi, con costi molto contenuti. E se questa è un’emergenza, allora sarà necessario qualora i tempi dovessero prospettarsi lunghi, evitare di rimanere incastrati nelle lungaggini e operare avendo come solo obiettivo il fattore tempo sì, ma il meno lungo possibile”.

