Salute

Morte Aldo Naro, la Corte d’Appello conferma le condanne di primo grado

Redazione

Morte Aldo Naro, la Corte d’Appello conferma le condanne di primo grado

Mer, 21/07/2021 - 09:50

Condividi su:

Si è conclusa una importante tappa processuale della vicenda scaturita dalla morte di Aldo Naro, il giovane medico assassinato nella discoteca Goa di Palermo la notte del 14 febbraio 2015.

La Corte d’Appello di Palermo ha infatti confermato le condanne per il reato di rissa aggravata: due anni di reclusione per Giovanni Colombo, Pietro Covello e Mariano Russo, oltre al risarcimento dei danni per le parti civili e al pagamento delle spese. Assolto Francesco Meschisi.

I Giudici di secondo grado hanno confermato integralmente la sentenza emessa a seguito del giudizio abbreviato da parte del Gup Fernando Sestito, indicando in novanta giorni il termine per il deposito delle motivazioni.

“Siamo soddisfatti – affermano gli avvocati Salvatore e Antonino Falzone, legali della famiglia Naro – dell’esito di questo grado di giudizio. Si aggiunge un ulteriore tassello utile alla ricostruzione di quanto accaduto la notte dell’omicidio di Aldo. Adesso attendiamo fiduciosi gli sviluppi investigativi e la conclusione delle indagini preliminari relative al procedimento per omicidio volontario in concorso”.

Dovrebbero infatti terminare a breve le indagini a carico dei buttafuori Gabriele Citarrella, Francesco Troia e Pietro Covello, indagati per il reato di omicidio in concorso ex art. 575 c.p.

Si tratta del procedimento nell’ambito del quale la nuova autopsia e la tac 3d virtopsy hanno certificato la molteplicità e la multilateralità dei colpi sferrati in rapida sequenza nella regione cranica del giovane medico.

“Questa sentenza – affermano i genitori di Aldo, Rosario e Anna Maria – rappresenta un ulteriore piccolo passo verso la verità. La lentezza dei processi e delle indagini non ci scoraggiano. Continuiamo a pregare e sperare che la giustizia possa trionfare. Una cosa è certa: andremo avanti con la nostra testardaggine e la nostra caparbietà fin quando tutti gli assassini di nostro figlio non saranno condannati”.

Pubblicità Elettorale