Salute

Sicilia: mercoledì 118 in sciopero, scatta precettazione

Redazione 2

Sicilia: mercoledì 118 in sciopero, scatta precettazione

Mer, 02/06/2021 - 15:52

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Sciopero dei lavoratori del 118 domani indetto dai sindacati Cobas, Fials-Confsal, Fsi-Usae e Confintesa sanita’. Si terra’ una manifestazione a Palermo in piazza Parlamento davanti all’Ars per rivendicare diritti negati e indennita’ mai riconosciute per tutto il personale della societa’ che si occupa del servizio di emergenza urgenza.

Il prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani, ha pero’ disposto la precettazione di 157 lavoratori della Seus operanti nelle provincie di Palermo e Trapani.

L’ordinanza si e’ resa necessaria, “al fine di garantire, anche alla luce dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, le prestazioni minime essenziali del servizio emergenza-urgenza 118”.

Lo sciopero e la manifestazione si terranno comunque con delegazioni che giungeranno da tutte le province.

I sindacati chiedono l’istituzione di un tavolo per la creazione di un soggetto pubblico regionale che riordini tutto il servizio e con la garanzia dei livelli occupazionali dei dipendenti, inquadrati sotto un profilo pubblico.

Le sigle rivendicano il riconoscimento di “indennita’ di rischio biologico rinviando la questione in sede di contrattazione di secondo livello oggi in atto.

Per tutto cio’ occorre che la Regione riconosca un apposito addendum al contratto di servizio per corrispondere al personale gli istituti contrattuali come scatti di anzianita’, buoni pasto e le progressioni di livello per tutto il personale, anche per gli autisti-soccorritori in servizio sulle ambulanze che pare siano esclusi dalla piattaforma proposta da Seus”.

Tra le altre rivendicazioni pure i fondi per la contrattazione decentrata in atto e un percorso di formazione normato che dia ai dipendenti Seus una qualifica professionale riconosciuta, utile per spianare la strada al riconoscimento della figura professionale. A supporto della vertenza sono intervenute le sigle nazionali di categoria Faes, Ates e Fites.

Ad oggi “non si ha coscienza, che molti soccorritori stanno svolgendo un servizio pubblico del quale sono responsabili come gli altri professionisti, senza che ad essi siano garantite quelle tutele derivanti da un profilo professionale riconosciuto dalla legge”.

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