Sino a qualche settimana fa c’era tra i sanitari chi stigmatizzava sul disastro della vaccinazione nella tanto efficiente Lombardia, snocciolando i numeri dei sieri inoculati in Sicilia e la posizione d metà classifica, tra le regioni più efficienti. Sono passati 4 mesi dall’avvio dalla campagna vaccinale e la nostra efficiente isola si ritrova da più di dieci giorni in penultima posizione, prima soltanto della Calabria. Siamo però sempre tra i primi della classe, ma per i nuovi contagi. Insomma non riusciamo a riprenderci dai ritardi nella vaccinazione, ma siamo bravissimi in fatto di nuovi contagi. Davvero una tempesta perfetta. Ma perché ci stiamo trovando in questa situazione?
I fattori, secondo gli esperti, sono molteplici: hub che funzionano a regime ridotto e sono ancora pochi, medici di famiglia che sono in forte ritardo e anche i timori nella cittadinanza nel farsi i vaccini. Da Catania arriva la “giustificazione” del commissario regionale per il Covid, Pino Liberti: «Purtroppo stiamo registrando una frenata nelle somministrazioni a causa del grande rifiuto dei cittadini per i vaccini AstraZeneca. Noi mica possiamo costringere la gente a farsi vaccinare. Devo aggiungere, però, che questa situazione sta raggiungendo livelli molto preoccupanti». In effetti in Sicilia orientale i frigoriferi dei centri vaccinali sono strapieni di dosi del vaccino Anglosvedese che nessuno o pochi vogliono.
«Spesso – continua il dott. Liberti mi sono trovato in compagnia di amici ai quali ho detto…“ Approfittate dell’open day e andate a vaccinarvi”, ricevendo però un secco diniego: “cosa mi fate AstraZeneca? Allora preferisco aspettare”. Ma aspettare cosa? «In effetti – prosegue il commissario Covid – questa situazione è paradossale e frutto di una pessima campagna informativa. Il vaccino AstraZendeca è sicuro come gli altri, ma oggi noi all’hub dobbiamo combattere con i cittadini over 60 che chiedono soltanto Pfizer e addirittura rifiutano, quando ci sono, le dosi di Moderna che è il vaccino per eccellenza che ha dato finora meno effetti collaterali».
«Il consiglio dell’Aifa a evitare di inoculare AstraZeneca al di sotto dei 60 anni è condivisibile – spiega dal suo punto di vista il prof. Bruno Cacopardo, primario di malattie infettivi del Garibaldi di Catania-. Tutti gli effetti collaterali registrati finora sono stati riscontrati in pazienti relativamente giovani, soprattutto in 40enni e 50enni. I 60enni, gli ultra sessantenni e ultra settantenni non sono mai stati colpiti da eventi trombolitici da VIT, la trombosi indotta da vaccini, La paura che c’è su AstraZeneca nei cittadini oltre i 60 anni è ingiustificata perché queste fasce di età non avranno nessun problema. Anche quel fattore, il Tf4 che stimola l’aggregazione piastrinica negli anziani viene prodotto documentatamente di meno».
«Purtroppo stiamo pagando lo scotto di una informazione troppo ondivaga su Az e alla fine la gente si è disorientata – spiega il primario di Malattia infettive del Cannizzaro Catania, Carmelo Iacobello – Tutte le organizzazioni scientifiche stanno sostenendo da tempo che gli over 60 possono farsi Az perché si presuppone che la risposta citochinica è più vivace nei soggetti giovani che non negli anziani e quindi l’anziano può avere una maggiore tolleranza alla vaccinazione. Alla fine però è bene dire che è sempre meglio vaccinarsi che rifiutare il vaccino perché il rischio di contrarre il Covid è molto più alto di quello di rischiare un effetto collaterale». Intanto in materia di somministrazioni l’Aiop ha raggiunto un accordo con la Regione per vaccinare anche nei centri sanitari privati.

