Visto che un comico ce l’hanno già come padre fondatore (e ora “elevato” piuttosto contestato per gli eccessi da papà incarognito), i grillini rifuggono da qualsiasi altra suggestione. Soprattutto quella del “mo – dello Giuditta”, mitica citazione di Roberto Benigni, scomodata per ribattezzare il dialogo in corso fra Giancarlo Cancelleri (in tandem con Anthony Barbagallo) e l’arcinemico Gianfranco Miccichè, in vista delle Regionali 2022, «per liberare la Sicilia da Musumeci».
Il pdf con il retroscena pubblicato su La Siciliadi ieri ha già fatto il giro delle chat di buon mattino. E, oltre alle contestazioni “private” al sottosegretario, sui social arrivano le prese di distanza del gruppo dell’Ars su un accordo “contro natura”. La prima è di Nuccio Di Paola. «Sia chiaro: qualunque percorso o ipotetica alleanza verranno stabiliti dai territori e da battaglie comuni», afferma il deputato gelese, avvisando Cancelleri e Barbagallo: «Negli anni gli accordi di palazzo hanno fallito, il percorso lo si deve fare con i cittadini».
Ancora più esplicito Luigi Sunseri: «La logica dei singoli non può più trovare spazio», scrive con un riferimento chiaro. «Non possono esistere i personalismi, le correnti interne, le simpatie e le antipatie. Esiste solo una ragione: il bene di questa terra. Ed è attorno a questa che bisogna delineare il perimetro dentro il quale muoversi». E ancora: «Non c’è spazio per nient’altro. Non c’è spazio per gli uomini dell’attuale maggioranza, sgretolatasi tra le mani dei suoi stessi creatori, non può esserci spazio per persone come Miccichè. Che pur di salvare se stesso sembra inseguire improponibili alleanze».
Anche Stefania Campo commenta: «Non si tratta di mantenere le distanze o di alzare preclusive barricate. Si tratta invece di fare ragionamenti pubblici e sui contenuti. Sulle cose da fare e non sui nomi, sui metodi e non sui fini». In serata il niet di Stefano Zito, che bolla il leader forzista come «lontano anni luce» dal M5S e giudica un «suicidio politico» il dialogo: «Una vicinanza a Micciché&C. è inaccettabile e diventerebbe un punto di non ritorno e di rottura totale verso chi crede in noi». Chiarissima anche la bocciatura che arriva da sinistra.
«Il modello Ursula o ribattezzato Giuditta è un bizzarro tentativo di pasticci politici mentre i siciliani pretendono una proposta chiara di cambiamento», afferma Pippo Zappulla, segretario regionale di Articolo 1. Il quale rivendica «l’asse Pd-M5S-sinistra come fulcro di una proposta in grado di coinvolgere le tante splendide esperienze di movimenti e associazioni». Ammette che «un campo largo non può e non deve rinunciare certo a dialogare con aree moderate stanche di un governo Musumeci ormai palesemente inadeguato», ma avverte: «Pensare ad accordi o patti con Miccichè e con Forza Italia è forse il modo migliore per allontanare i tanti moderati stanchi di questo centrodestra sempre più appiattito Lega e Fdi e consentire a Musumeci di rivincere le elezioni.
Zappulla lancia infine una proposta: «S’insedi il tavolo regionale tra Pd, M5S, Leu e Art. 1 e da lì si parta per definire strategie, alleanze, programma. E si discuta anche di chi, per prestigio e consenso, meglio può rappresentare questo progetto». Nessuna presa di posizione dal Pd

