Nelle ultime ore è aumentato notevolmente il numero dei casi di contagio da covid 19 in provincia, anche se sembra che gli ammalati che hanno una maggiore necessità di ricorrere alle cure dei medici sono in maggior numero proprio quelli del capoluogo dove – evidentemente – negli ultimi giorni c’è stata una eccessiva negligenza. Non è un caso che gli operatori sanitari sostengono che questo elevato numero di contagi è dovuto in gran parte alla cosiddetta “variante inglese” che ormai è molto diffusa a Caltanissetta, ma anche agli assembramenti tra persone che si sono verificati sino a qualche giorno fa in città.
Una impennata di contagiati tale da costringere i medici dell’ospedale “Sant’Elia” a dover dirottare alcuni pazienti gravi negli ospedali vicini, e tra questi anche al “Vittorio Emanuele”di Gela, ed anche in nosocomi fuori provincia come quelli di Partinico, Cefalù e Catania. A questi vanno aggiunte le decine di persone che sono state messe in quarantena perché hanno avuto contatti con ammalati covid o corrono il rischio di prendersi la malattia, ed è anche per questo che alcuni uffici pubblici sono stati momentaneamente chiusi.
A seguito di questa situazione allarmante non mancano le preoccupazioni da parte dei dirigenti dell’Asp, impegnati per far fronte ad una situazione ormai “straordinaria”, medici che non fanno più mistero del fatto che se non verranno adottati provvedimenti restrittivi come quelli della “zona rossa” e controlli sempre più incisivi a Caltanissetta c’è il rischio che la pandemia possa anche sfuggire di mano.
Ieri il “bollettino” quotidiano dei decessi diffuso dalla direzione generale dell’Asp ha registrato a Caltanissetta la morte di un’altra persona di 63 anni che negli ultimi giorni si era ammalato gravemente di coronavirus, mentre per una bambina di un anno l’altro ieri sera c’è stata la necessità di trasferirla all’ “ospedale dei Bambini” a Palermo.
«Ma stavolta sono soprattutto i giovani – ricorda il dott. Giovanni Mazzola, primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale nisseno – che sembrano quelli maggiormente coinvolti da questa nuova ondata di contagi: proprio nelle ultime ore ne abbiamo dovuto ricoverare uno di appena 17 anni con una severa polmonite, che contiamo di riuscire a controllare ed a risolvere. Ma sono anche numerosi al momento le persone tra i 50 ed i 60 anni che hanno bisogno di alti flussi di ossigeno, una necessità questa che viene assicurata soprattutto agli ammalati critici: questo vuol dire che con la nostra assistenza e le nostre cure possono migliorare oppure che potrebbero far ricorso alle cure dei medici della rianimazione.
Si è abbassata inoltre l’età degli ammalati che hanno bisogno di assistenza ospedaliera ma è aumentato in maniera esponenziale il numero di quelli che hanno bisogno di essere seguiti con più attenzione, e la maggior parte tra questi hanno contratto il virus a Caltanissetta, dove abitano: è indicativo il fatto che sino a qualche settimana fa avevamo i posti letto quasi tutti pieni, ma di ammalati provenienti da Comuni della provincia come Gela, Mazzarino o Niscemi, adesso ad avere necessità del ricovero sono quelli che vivono nel capoluogo».
«Attualmente abbiamo quasi il “pienone” di ricoverati – aggiunge il dott. Mazzola – poiché in tutto sono 51, 29 dei quali assistiti nella palazzina “B” e 22 nella ex Rsa di viale Monaco, di fronte al parco “Dubini”». Nuovamente grave la situazione nel reparto di Rianimazione del Sant’Elia: Attualmente – sottolinea il primario dott. Giancarlo Foresta – oltre alla docente gelese di 38 anni che da qualche giorno è in coma cerebrale, abbiamo sette pazienti contagiati dal virus, quattro uomini e tre donne, quasi tutti di età superiore ai 60 anni.
Una situazione che si è complicata rispetto a quella di qualche settimana fa, quando addirittura eravamo riusciti a chiudere pure la sezione dedicata agli ammalati di covid: evidentemente ciò è dovuto soprattutto all’alto numero di contagiati che stiamo registrando in questi ultimi giorni, i più gravi dei quali finiscono così in rianimazione. L’unica soluzione possibile per contrastare questa ondata di contagi oltre a quella di mettere in atto le misure di precauzione ormai note a tutti è, visto che ormai c’è una discreta disponibilità, quella di vaccinarsi. Un sistema per cautelare sé stessi ma anche le persone più care e quelle con le quali si viene a contatto…».

