Salute

Rassegna Stampa. Caltanissetta: continuano gli assembramenti pericolosi

Redazione 2

Rassegna Stampa. Caltanissetta: continuano gli assembramenti pericolosi

Dom, 10/01/2021 - 11:51

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«Così non si può continuare, non è possibile che in un periodo durante il quale i contagi da “Coronavirus” aumentano in maniera notevole anche a Caltanissetta, molte persone continuano ad incontrarsi, a stare vicino e a dar vita a degli assembramenti pericolosi»: è il “grido di allarme” della dott.ssa Carmen D’Aleo, che – assieme alla amica Angela Pulselli – pone un problema che riguarda tante persone adulte, ma che ha refluenze anche su tanti bambini e ragazzi che in questo modo rischiano di ammalarsi.

«Siamo rimaste stupite per quel che venerdì sera, intorno alle ore 20 e subito dopo, abbiamo visto in città, e soprattutto in via Libertà ed anche in viale della Regione – racconta la dott.ssa D’Aleo – con diversi amici che stavano regolarmente a stazionare davanti ai locali e a parlare tranquillamente come se fossimo in tempi normali e senza osservare tra di loro le misure di sicurezza.

Non mi pare giusto, anche perché molte di queste persone poi hanno figli piccoli e rischiano di infettare pure loro. E non mi pare opportuno che a pagare siano anche i bambini, che negli ultimi mesi vanno regolarmente a scuola, dove magari stanno per sei ore con la mascherina e poi si ritrovano a casa chi può procurare loro dei malanni fisici».

«A queste persone adulte occorre ricordare che è necessario mantenere una necessaria prudenza ed allo stesso tempo rivolgiamo loro un appello ad una maggiore responsabilità nei confronti dei nostri cari e non solo. In questo modo infatti c’è il rischio che questi ragazzini portino il contagio anche a scuola, coinvolgendo involontariamente i loro compagni di classe e i loro insegnanti: con questi atteggiamenti negativi la pandemia non finirà mai …», aggiungono le due signore che sono operatrici sanitarie.

«Non solo, ma mantenendo questi atteggiamenti c’è il rischio che ai nostri figli, nel momento in cui dovessero ammalarsi, venga sottratto soprattutto il diritto all’istruzione e alla possibilità di socializzare tra di loro. E non mi pare opportuno, considerato anche che per lunghi periodi hanno dovuto pagare dazio rimanendo a casa, non potendo fare attività sportive e limitando la loro libertà poiché non possono incontrare i loro coetanei ed amici».

«Per questo inviterei i rappresentanti delle forze dell’ordine di implementare il servizio di vigilanza -– concludono – in maniera tale da determinare comportamenti adeguati alla situazione che stiamo vivendo, evitando di stare ammucchiati come è accaduto qualche settimana fa di fronte all’ambulatorio di via Malta, quando in una rissa abbastanza pericolosa furono coinvolti pure molti ragazzi che non c’entravano niente e che si sono pure presi un grosso spavento…».

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