Salute

Rassegna Stampa. Consorzio Universitario Nisseno: la nuova governance punta al consolidamento

Redazione 2

Rassegna Stampa. Consorzio Universitario Nisseno: la nuova governance punta al consolidamento

Sab, 19/12/2020 - 15:06

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Se pensiamo che quando nel 1994 venne istituito il corso di laurea in Medicina e Chirurgia a Caltanissetta gli iscritti al secondo “triennio” (si partì infatti con questo segmento del corso) erano appena quattro, e che oggi – a distanza di 26 anni – Caltanissetta accoglie il corso completo della stessa facoltà con circa 700 iscritti, c’è da prendere atto che in questi 26 anni, al di là di qualche “sbandamento”, il Consorzio Universitario nisseno ha lavorato tanto e bene.

Da qualche mese il testimone della “governance” è passato nelle mani di Walter Tesauro (presidente, nominato dal presidente della Regione) che è affiancato da due componenti del consiglio di amministrazione: il prof. Alberto Milazzo (ingegnere aerospaziale, docente nominato dal rettore dell’ateneo palermitano Fabrizio Micari) e la prof. Fiorella Falci (insegnante di Storia e Filosofia nel liceo classico “Ruggero Settimo”, già assessore e vicesindaco della Giunta presieduta da Salvatore Messana, espressione delle istituzioni territoriali).

Abbiamo voluto quindi fare una intervista a… tre voci per conoscere come il nuovo Cda intende muoversi per potenziare il lavoro svolto da chi c’era prima e cosa pensa di fare per valorizzare la centralità geografica della città in relazione alla presenza dei tre corsi di laurea presenti in città: Medicina e Chirurgia, Ingegneria biomedica, Scienze e Tecnologie agrarie.

Non va considerato il corso di Ingegneria elettrica che ormai sta per chiudere i battenti a Caltanissetta (restano infatti soltanto gli studenti del terzo anno che presto conseguiranno la laurea). «Siamo soltanto alla terza seduta del cda – dice il presidente Tesauro – abbiamo già tante idee e nel triennio in cui saremo in carica speriamo, anzi vogliamo, reaalizzarle. La nostra attenzione è rivolta non soltanto ai corsi universitari ma anche ai master e alla formazione.

In tal senso abbiamo avuto anche i primi incontri con alcuni esperti per la istituzione di qualche master di primo livello. Cercheremo di dare il nostro contributo per la rivitalizzazione della Cultura in città, faremo di tutto anzi per far diventare il Palazzo dell’Università di corso Vittorio Emanuele un punto di riferimento di vari momenti culturali. Pensiamo anche alla periodica presentazione di libri scritti da personalità di elevato spessore». Il prof. Milazzo (che risiede a Caltanissetta) ha fatto parte anche del precedente cda. Si sofferma quindi sui corsi di laurea già esistenti in città (a parte Medicina, gli altri due sono “nati” due anni fa).

«Credo innanzi tutto – afferma – che sia importante consolidare l’esistente. I tre corsi che abbiamo sono profondamente legati a quella che è la realtà del territorio, perché parliamo di salute e Caltanissetta presenta un centro ospedaliero di assoluto riguardo, quindi trovo corretto che ci sia stata nel tempo e si sia perpetuata negli anni la scelta di avere qui un corso di Medicina sostento dall’Università di Palermo. Anche Ingegneria biomedica (che è stato il ricambio riguardo al precedente corso di Ingegneria elettrica) rientra nell’alveo di queste materie e va a innestarsi in un contesto che è quello della continua revisione necessaria dell’offerta formativa per fare fronte a nuove esigenze, a nuove figure professionali. Il corso di laurea in Agraria rientra anch’esso in un contesto di salute e benessere, oggi uno dei temi più rilevanti nella nostra società.

Riguardo a questo corso, i primi due anni non ci hanno dato un risultato strabiliante in termini di iscrizioni, ma si tratta di attività che spesso richiedono un impegno continuativo e costante. Questo corso, a mio parere, offre al nostro territorio una importante possibilità, quella di creare economia sostenibile non soltanto dal punto di vista ambientale ma anche dal punto di vista sociale, per una possibile crescita di questi territori». Uno dei elementi frenanti dell’attività del Consorzio è stato sinora la scarsa conoscenza (in città e fuori di essa) di quello che si sta facendo. Molte attività svolte dal Consorzio sono rimaste “chiuse” all’interno dello storico edificio che accoglie gli studenti di Ingegneria biomedica e di Agraria (Medicina ha trovato la collocazione ideale in alcuni padiglioni del Cefpas).

I componenti del nuovo cda avvertono anche loro l’esigenza che il loro lavoro debba essere adeguatamente pubblicizzato, sicuramente non per ottenere consensi e plausi, ma per fare in modo che l’intera città si senta coinvolta. «La presenza dell’Università all’interno di un territorio – sostiene infatti la prof. Falci – deve diventare un elemento di identificazione di modello di sviluppo.

Finora abbiamo fatto fatica a realizzare questo, ci sono stati corsi delegati dalle Università negli anni passati, anche da altre Università, non soltanto quella palermitana, però questo rapporto tra la città, le sue attività economiche, e la presenza dell’Università non è stato ottimale proprio perché forse ci si limitava a puntare sull’aspetto di garantire la didattica. Ma l’Università oltre che didattica è anche, e direi soprattutto, ricerca e noi penso che siamo un territorio che può offrire un terreno di ricerca in diversi ambiti.

Dobbiamo quindi diventare attrattivi per le Università che vogliano venire a collocare qui i loro corsi di studio: tutte le Università, siciliane e non solo. Dobbiamo lavorare per ampliare il ventaglio dell’offerta formativa non per creare sovrapposizioni, sarebbe sciocco e controproducente, ma per articolare i settori strategici dell’Università. Poi però dobbiamo essere anche più attivi rispetto alla platea dei potenziali studenti.

A causa dell’attuale situazione di crisi, molte famiglie non possono aiutare i loro figli a realizzare il desiderio di continuare gli studi all’Università. Noi possiamo offrire, all’interno del nostro territorio una chance rispetto allo studio vicino, che secondo me dovremmo studiarci di incentivare anche in maniera competitiva rispetto ad altre presenze universitarie in Sicilia per fare in modo che i giovani scelgano di venire a studiare qui, perché qui trovano non solo strutture ottimali ma anche una mentalità dell’accoglienza, una serie di possibilità culturali, sportive, ricreative, al di là di quelle collegate ai corsi di studi. Caltanissetta ha grandi biblioteche (perché in questa città ci sono diverse biblioteche con centinaia di migliaia di volumi), ha teatri (più di uno), ha istituti di istruzione musicale superiore, ha una serie di insediamenti culturali che se messi a sistema possono costruire una realtà in cui molti giovani possono trovare anche un’accoglienza non anonima rispetto alle proprie scelte di studio.

Abbiamo ormai oltre 900 studenti universitari in città che però incidono poco nel tessuto cittadino. Evidentemente bisogna fare di più per costruire questa visibilità che porta ad un risultato qualitativamente politico, ovvero: la città riconosce l’Università, l’Università riconosce la città». Nel corso della “chiacchierata” è emersa prepotentemente l’esigenza di far conoscere meglio e di più la qualità dei corsi universitari nisseni.

«Parlando nei giorni scorsi con i rappresentanti dei corsi di laurea – sottolinea Walter Tesauro – ho raccolto lusinghieri consensi sull’attività didattica che riusciamo a garantire. Dobbiamo lavorare molto per far conoscere l’Università nissena agli studenti delle scuole superiori della città e della provincia.

E sarebbe importantissimo che i ragazzi nisseni cominciassero a interagire e a colloquiare con i “nostri” studenti universitari che arrivano da altre città, trascorrendo insieme qualche ora del loro tempo libero. Sarebbe un ottimo veicolo promozionale per i corsi di laurea presenti in città».

Pensare a nuovi corsi? «Tutto si può fare – è la risposta all’unisono – ma servirebbero nuovi spazi e risorse economiche non indifferenti. Lavoreremo comunque anche per questo. In città più piccole della nostra sono presenti realtà di eccellenza del mondo universitario».

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