«La richiesta di aiuti da parte di tante persone è diventata una cosa impensabile, un numero impressionante, come mai si era verificato in questi ultimi mesi e aumenta ancor di più nell’immediata vigilia delle feste di Natale…»: parole del dott. Giuseppe Paruzzo, 52 anni, ventisette dei quali trascorsi come responsabile della Caritas diocesana di Caltanissetta.
«Ci troviamo davanti tanta gente che negli anni passati mai avrebbe pensato di venire qui, perché lavorava con continuità e adesso si ritrova senza alcun sostegno economico e con la famiglia da sostenere – dice ancora –.
E poi ci sono anziani, persone sole, sia uomini che donne, ex commercianti e piccoli imprenditori che hanno dovuto interrompere le loro attività, genitori che hanno sette figli e non sanno come sfamarli o come procurare ai più piccoli anche una sola tazza di latte. Veramente questa pandemia ha stravolto intere famiglie e le ha affamate, e adesso non sanno come andare avanti.
Dei numeri? Difficile dire quante sono le persone che hanno bisogno; sino a qualche giorno fa abbiamo calcolato che il numero di assistiti si è quasi triplicato, passando dai 1.500 dello scorso marzo a oltre 4.000. Ma credo che si tratti di un dato calcolato al ribasso.
Di sicuro c’è che la situazione è drammatica, e si è ulteriormente accentuata con il trascorrere dei mesi ed è diventata tragica con l’inverno. In molti arrivano e ci dicono anche che devono pagare l’affitto della casa, le bollette, i libri, i quaderni ed anche i computer che i loro figli a scuola ancora non hanno e che sono necessari per seguire le lezioni on line. Speriamo che le cose migliorino, noi facciamo quello che possiamo…
Chi sono i “nuovi poveri”? Ce ne sono tanti e tra questi ci sono molti che prima lavoravano in agricoltura e nell’edilizia, soprattutto quelli che avevano dei lavori saltuari, a giornate, che hanno famiglia con bambini piccoli. Molti di questi sono giovanissimi e in grande difficoltà; si è creato uno spaccato sociale davvero impressionante costituito anche da coppie di recente formazione che non potendo più pagare l’affitto ritornano con i lor figli a stare dai genitori, creando – pur di sopravvivere – famiglie allargate plurime…».
Nella sede della Caritas diocesana di via Alcide De Gasperi tutto è stato “rivoluzionato” per far posto alle quantità di viveri che devono essere distribuiti ed ai numerosi volontari che si danno da fare per fronteggiare le richieste delle persone che fanno la fila davanti l’ingresso: tra i volontari ci sono Sebastiano Gioè, Viviana Ippolito, Umberto Ruvolo, Tatiana Speziale, Noemi Iannello, Lorella Alù, Elisa Ingala, Elisa Viola, Jenny Brucato, Rosetta Pagano, Valentina Riso, Carmelina Di Vincenzo, Rosetta Pappalardo, Teresa Vasapolli, Michele e Annamaria Ferrara, Giuseppe Ippolito, Lorella Riso, Giusy Leto, Marianna Cardullo, Marika Musco che si danno un gran da fare per mettere ordine, sistemare in appositi pacchi gli alimenti che vengono destinati alle famiglie.
Alimenti che vengono messi anche in un altro contenitore più elegante e che vanno a far parte del “panaru” in cui sono sistemati pasta, biscotti, marmellata, La parrocchia Santa Flavia celebra un Natale di solidarietà e saranno offerti circa 200 pranzi per i poveri e “i soli” del territorio. L’altare maggiore del santuario vede troneggiare la statua della Madonna di Fatima al centro, con una serie di corone di fiori bianchi e a sinistra l’artistico quadro della Madre Celeste, incastonato in una tradizionale novena fra mirtilli, muschi e frutti di Natale.
A destra l’albero che simboleggia la vita e la “voglia di vita” in questo particolare periodo di pandemia. Su progetto del parroco, padre Gino La Placa, e con la realizzazione del gruppo ”Culto, bellezza e impegno sociale”, il presepe è posto al centro e sotto “la mensa” dell’altare, a simboleggiare la centralità e l’importanza dell’incarnazione di Gesù, il Salvatore con la sua nascita nella semplicità e nella povertà. Con questo tema portante la parrocchia realizza la distribuzione di quasi 200 buoni pranzo per i poveri e per tale progetto, a collaborare padre Gino La Placa, si sono spesi, oltre a volontari della parrocchia, anche l’Anteas provinciale, l’Anolf e la Fnp Cisl di Caltanissetta.
«Quindi un Natale di grande solidarietà a Santa Flavia, nel cui quartiere la parrocchia vuole essere “cuore pulsante” di preghiera e culto, volti anche a lottare l’attuale brutto momento, dovuto al Covid19, nella speranza – dice il parroco – per un futuro di sereno riscatto, garbata rinascita e fede cristiana». Sono invece 50 le persone indigenti che avranno offerto il pranzo di Natale nella Casa di Gerico della parrocchia San Pio X il cui parroco è padre Alessandro Giambra.
Non sono soltanto adulti ma anche bambini. “E’la prima volta –ha detto padre Giambra –che nel giorno di Natale offriamo il pranzo a 50 poveri. Gli altri anni siamo arrivati ad un massimo di 30 persone. Ora abbiamo aumentato il numero degli assistiti perché sono aumentate le richieste dal momento che purtroppo la povertà va avanti e i poveri sono di più. Ci sono alcuni che si sono prenotati già da tempo. Ed è la prima volta che verranno a consumare il pranzo di Natale anche i bambini perché prima non era mai successo”. Per il rispetto delle distanze a causa del coronavirus e per precauzione, i tavolini per la consumazione del pranzo di Natale saranno sistemati in tre saloni.
“Oltre al salone della Casa di Gerico –ha detto padre Giambra – utilizzeremo anche l’attiguo salone delle feste e pure un vano della cucina. Così facendo gli ospiti saranno distanziati”. E saranno pure 50 gli anziani la sera della vigilia di Natale. “Assisteranno alle ore 19 alla celebrazione della Messa in chiesa – ha spiegato il sacerdote – e poi consumeranno giù il cenone e riceveranno anche i regali.
Ma dovranno fare in fretta perché dobbiamo completare tutto prima delle ore 22”. L. S. miele, olio, tonno in scatola, conserve e tanti altri generi di prima necessità. «Sino ad ora abbiamo confezionato e consegnato circa 500 pacchi, che vengono donati anche da nisseni che vogliono contribuire all’iniziativa» , aggiunge il direttore della Caritas diocesana. «L’idea è anche quella che “il Natale viene per tutti” ed è giusto accogliere le richieste di tutti quelli che vengono a chiederci aiuto…».
«Per confezionare questi “panari” – aggiunge Paruzzo – ci siamo rivolti a dei produttori locali, e questo per raggiungere due obiettivi; acquistare dai produttori locali ed allo stesso tempo consentire alle persone di fare anche un regalo solidale: questo ci ha consentito di verificare che sono molti, forse troppi, i produttori locali che in questi mesi sono venuti a trovarsi in difficoltà economiche e spesso sono stati costretti pure a chiudere i battenti…».
Ma i servizi che vengono assicurati dalla Caritas non solo solamente quelli di sostegno alimentare. «Molto attivo infatti è il nostro centro di ascolto – aggiunge – con due linee telefoniche avviate con il numero 0934-565474 che viene utilizzato da quando è scoppiata la pandemia da tantissime persone che sono in difficoltà psicologiche o in piena depressione perché sono chiuse in casa da mesi, stanno da sole e non vedono nemmeno i loro familiari. Stanno facendo un lavoro preziosissimo i nostri volontari che rispondono al telefono, di mattina, tra i quali c’è una psicologa e degli operatori sociali. Ci sono situazioni di solitudine personale che fanno mettere le mani ai capelli».
Collaborano attivamente anche una quarantine di signore anziane, che da casa si occupano di oggetti da sistemare, stoffe di riuso e creano delle cassette solidali da distribuire: «Prima stavano qui con noi a lavorare durante il giorno e si era creata una piccola comunità molto fattiva e gioiosa – conclude Paruzzo – ora in sede non c’è più spazio e così si ritrovano costrette a lavorare da casa, ma il loro apporto è straordinario a favore di chi sta soffrendo».

