Salute

Covid: 174 detenuti lombardi positivi su 403 “posti”

Redazione 2

Covid: 174 detenuti lombardi positivi su 403 “posti”

Mer, 18/11/2020 - 19:27

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Sono 174 in Lombardia i detenuti delle carceri positivi al Coronavirus, su 403 posti disponibili per l’assistenza: la maggior parte di loro si concentra nelle strutture di San Vittore e di Bollate.

Solo undici, invece, i malati ospedalizzati, mentre sono 142 su un totale di 3.000 i membri del personale in isolamento fiduciario per positivita’ o presunti contatti con individui risultati positivi.

È quanto emerge dal bilancio del provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria, Pietro Buffa, durante la commissione speciale sulla situazione carceraria in Lombardia. “La seconda da un punto di vista quantitativo dei positivi e’ piu’ importante della prima- spiega- e per questo motivo noi abbiamo realizzato un programma diverso rispetto a quello di primavera.

Se, infatti, inizialmente solo San Vittore era l’hub delle positivita’, adesso ne abbiamo previsto piu’ di uno, perche’ la diffusione dell’epidemia e’ piu’ veloce”. Buffa racconta oltretutto di due focolai isolati, mentre una parte dell’ospedale San Paolo e’ stata allestita ai soli pazienti covid provenienti dagi istituti penitenziari che hanno bisogno di assistenza medica e ospedaliera.

“Il risultato e’ che stiamo riducendo il numero di positivi raccolti e, in questi ultimi giorni, stiamo entrando in una fase in cui molti dovrebbero negativizzarsi”, aggiunge.

“Nella prima fase il mantra era fare i tamponi, ora ne stiamo facendo a sufficienza e questo ci permette di tracciare in modo preciso i casi di positivita’ ed isolarli”, prosegue il provveditore, secondo cui il problema oggi “non e’, quindi, reperire i tamponi, ma trovare con facilita’ chi li processa”.

Il prossimo passo sara’ poi a detta di Buffa “la realizzazione di un sistema di tracciamento penitenziario che ci permetta di ricostruire la catena dei contagi e metterci in guardia dai casi futuri”, in modo tale che “si passerebbe dal controllo dell’epidemia all’interno delle carceri a una vera e propria prevenzione”.

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