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Mussomeli, giovani del Classico del Virgilio presentano “Pellegrini itineranti alla volta della Sicilia. L’opera dei Biangardi”

Carmelo Barba

Mussomeli, giovani del Classico del Virgilio presentano “Pellegrini itineranti alla volta della Sicilia. L’opera dei Biangardi”

Gio, 27/08/2020 - 12:34

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MUSSOMELI – Si è svolta, il 26 agosto scorso, presso i locali del Liceo Classico dell’Istituto “Virgilio” di Mussomeli, la manifestazione conclusiva di uno dei moduli del Progetto PON “Giovani in alternanza”, quello relativo a “Le Madonne del Biangardi”.

A fare gli onori di casa la Dirigente Scolastica dott.ssa Rina Genco che, in un clima di festa e condivisione assieme ai tutor, prof.ssa Gabriella Barba e prof. Celestino Saia e agli alunni coinvolti nel progetto, ha presentato al Territorio “Pellegrini itineranti alla volta della Sicilia. L’opera dei Biangardi”, il frutto di un interessante approfondimento storiografico condotto da un gruppo ben nutrito di allievi del Liceo Classico dell’ Istituto “Virgilio”.

Per la verità, la Scuola non è nuova a queste esperienze significative. Ormai da diversi anni, grazie anche al Presidio di storiografia locale, istituito nell’anno scolastico 2016/2017 e fortemente voluto dalla Dirigente, gli alunni del Classico sono stati impegnati nella realizzazione di numerose iniziative culturali che hanno loro permesso non solo di riscoprire e apprezzare il patrimonio artistico e culturale locale, ma anche di divenire loro stessi promotori del Territorio.

Il modulo è nato con un duplice obiettivo: da una parte rafforzare nei giovani il senso dell’appartenenza e dell’identità, attraverso il loro coinvolgimento nel processo di conoscenza e promozione dei beni artistici e culturali del Territorio; dall’altra valorizzare le capacità personali di ognuno degli alunni, al fine di poterli orientare anche nelle loro scelte future.

La pubblicazione, elaborata dal 23 gennaio al 3 marzo 2020, ha coinvolto gli allievi del triennio i quali hanno ricostruito l’itinerario umano e artistico dei Biangardi, Francesco e Vincenzo, gli scultori napoletani che, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, realizzarono dei veri e propri capolavori dalla Calabria alla Sicilia, vivendo a Mussomeli gli anni della maturazione.

Il lavoro, che ha visto anche la realizzazione di un interessante video curato dai ragazzi (le cui riprese e il montaggio sono state effettuate dal fotografo Salvatore Diprima), è stato caratterizzato essenzialmente da due momenti: il primo basato su lezioni d’aula e sulla consultazione di una vasta bibliografia sull’argomento; il secondo momento in cui gli allievi hanno ricoperto un ruolo attivo nel progetto. Infatti da fruitori, i giovani sono diventati protagonisti dell’azione formativa, soprattutto attraverso gli stages. Questi ultimi sono stati determinanti perché hanno reso possibile una stretta collaborazione degli alunni con esponenti della cultura del Comune di Cittanova, in provincia di Reggio Calabria, con esperti sull’argomento di Caltanissetta e di molti Comuni del Vallone (Sutera, Villalba, Vallelunga, Milena, Delia, Marianopoli, Serradifalco) e con il clero locale e la Pro loco di Mussomeli.

Questa ricerca sul campo ha, dunque, molto favorito la crescita umana e culturale dei giovani i quali, grazie a questo metodo laboratoriale “attivo”, offrono al Territorio non un’opera compilativa sui Biangardi ma una pregevole pubblicazione, ricca di testimonianze dirette, atti inediti, foto e schede catalografiche sui gruppi scultorei.

Vivissima la soddisfazione della Dirigente, dei tutor e dei ragazzi per la riuscita del progetto e della manifestazione, impreziosita tra l’altro dalla proiezione del significativo video sui Biangardi,  per un’iniziativa che assieme a tutte le altre portate avanti in questi anni dalla Scuola ha fatto “crescere” tutti, non solo gli allievi. Infatti, a chiare lettere è emerso che solo attraverso la condivisione di valori, attraverso il confronto leale e sereno delle idee e l’apertura verso gli altri, si matura veramente e si comprende che quelle esperienze non si sono concluse in maniera definitiva perché sono destinate a dimorare per sempre nel vissuto di quanti che ne hanno fatto parte, avendo già lasciato in ognuno di loro un’impronta indelebile.

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