Salute

Sicilia, corruzione sanità: in manette il coordinatore regionale per emergenza covid-19

Redazione

Sicilia, corruzione sanità: in manette il coordinatore regionale per emergenza covid-19

Gio, 21/05/2020 - 09:46

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Nel pieno dell’emergenza coronavirus il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, il 12 marzo scorso aveva nominato Antonino Candela, 55 anni, gia’ direttore generale dell’Asp di Palermo, coordinatore della struttura regionale per l’emergenza coronavirus in Sicilia. Candela e’ tra i dodici destinatari delle misure cautelari disposte dalla gip di Palermo: e’ stato sottoposto agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione “Sorella sanita'” che ha fatto luce su un vasto sistema di mazzette e appalti pilotati nella sanita’. A Candela era affidato il compito di fare da collegamento fra l’assessore alla Salute Ruggero Razza e le strutture pubbliche, avendo come interfaccia anche la Protezione civile.

Nel 2016 aveva ricevuto la Medaglia d’argento al merito della Sanita’ pubblica che andava a premiare l’impegno per il funzionamento, per la legalita’ e l’anti-corruzione nel settore. Aveva spiegato l’allora ministro della Salute che si intendeva in questo modo dare un riconoscimento a “veri e propri ‘eroi del nostro tempo’, persone che hanno compiuto straordinari e generosi atti di coraggio per proteggere e aiutare chi soffre, nonche’ eminenti studiosi che con il loro costante lavoro e il loro impegno consentono il progresso della conoscenza e della scienza medica”. “Ricordati che la sanita’ e’ un condominio e io sempre capo condominio rimango”, diceva invece, non sapendo di essere intercettato, Candela, che, sottolinea il gip “si atteggiava a strenuo paladino della legalita'”, ma che e’ ritenuto a capo di uno dei centri di influenza in grado di condizionare e pilotare gli appalti, intascando mazzette per 260 mila euro.

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