Salute

“E sedutosi … li ammaestrava”: Tu credi nel Figlio dell’uomo? (di don Salvatore Callari)

Don Salvatore Callari

“E sedutosi … li ammaestrava”: Tu credi nel Figlio dell’uomo? (di don Salvatore Callari)

Lun, 23/03/2020 - 07:35

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In questa domenica la liturgia è dominata da un miracolo di spicco : la guarigione del cieco nato. Il fatto ci è narrato da Giovanni, l’unico evangelista che lo riferisce e lo fa in maniera brillante, assai vivace come poche volte avviene nel vangelo. E consigliabile leggerlo per esteso nel capitolo nono del vangelo di Giovanni. Il protagonista indiscusso del fatto è il cieco nato, tale fin dalla nascita, e che tutti conoscevano. Particolare, questo, che avrà il suo peso nella dinamica del fatto e quel che ne segue quando i farisei vogliono farlo passare per un ‘altra persona. Gesù guarisce il cieco che non ha un nome e viene chiamato e conosciuto solamente come il cieco nato. Il miracolo è straordinario e riempie tutti di stupore e di meraviglia. Quelli che si rodono di invidia, di gelosia e di sordo rancore sono i farisei. Erano gli irriducibili avversari di Gesù e cercavano sempre una qualunque occasione per ucciderlo, negando caparbiamente che potesse trattarsi del Messia.

Questo fatto miracoloso li sconvolge ; chi è capace di operare un miracolo non può essere un uomo qualsiasi e tanto meno un peccatore. I farisei si affannano per cercare di insinuare che si tratta di un errore di persona, ma il giovane guarito afferma energicamente di essere lui il miracolato. Ha incontrato Gesù che gli ha aperto gli occhi servendosi di un po’ di fango ottenuto con polvere e saliva, Con intelligenza e ironia si permette il lusso di sbeffeggiare i farisei che sono costretti a battere in ritirata in modo umiliante. Ma è solenne quanto avviene tra l’ex cieco e Gesù che gli chiede : “ “Tu credi nel figlio dell’uomo” ? E chi è Signore. Sono io che ti parlo. Io credo Signore, e gli si prostrò dinanzi. Una coraggiosa testimonianza di fede che ci deve servire di profondo insegnamento . Càpitano anche noi delle circostanze in cui dovremmo professare la nostra fede, senza paura e , come si dice, senza rispetto umano. Noi possiamo dire che conosciamo “ il Figlio dell’uomo”, Gesù ma non sempre dimostriamo di essere dei veri credenti. Convinti e disposti a lottare per difendere la nostra fede, dando esemplare testimonianza .

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