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Stato-mafia, Mannino: “Sentenza monumentale, ribaltato romanzetto”

Redazione

Stato-mafia, Mannino: “Sentenza monumentale, ribaltato romanzetto”

Gio, 16/01/2020 - 12:39

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 “Quando in questa sentenza si dice che l’ex ministro della Dc era una vittima designata della mafia proprio per la sua attivita’ di contrasto a Cosa nostra nel governo del ’91, viene ribaltato il romanzetto che parte da quel libro di Ingroia e Caselli del 1992, ‘La vera storia d’Italia’, e si ristabilisce, attraverso un esame serrato di tutti gli atti giudiziari, invece, una opposta verita'”. Lo dice l’ex ministro Dc Calogero Mannino, dopo il deposito delle motivazioni che in circa 1200 pagine spiegano le ragioni di una sentenza d’appello che ha confermato l’assoluzione del politico siciliano nel processo Stato-mafia. “Si ribadisce – aggiunge in una intervista al sito Live Sicilia – che in ogni caso c’e’ l’assoluta estraneita’ dell’imputato a tutte le condotte materiali della cosi’ detta trattativa. Poi, quella che i rappresentanti dell’accusa hanno chiamato trattativa, da questa sentenza viene definita diversamente”. Una “sentenza gigantesca”, che ridefinisce la presunta ‘trattativa’ come attivita’ investigativa, “monumentale”, “non per il numero delle pagine, ma per la dimensione intellettuale e morale della ricostruzione di fatti e circostanze”. E con questa “sono dodici assoluzioni. Ho fatto l’imputato per il capriccio di qualche magistrato”. Questa sentenza “parla di assoluta illogicita’, non solo di infondatezza, si parla di accuse incongruenti. Un errore giudiziario che si ripete e che si amplifica”. Mannino dice che sapeva benissimo di “essere nel mirino della mafia e sapevo le ragioni. Perche’, se si va a guardare tutti gli atti politici che riguardano il contrasto alla mafia, si ritrova che la mozione conclusiva delle commissioni di indagini approvata dalla Camera nel marzo del 1980 era stata redatta da me. Ed e’ la mozione che introduce il 416 bis che poi sarebbe diventato disegno di legge di La Torre. Anche il 416 bis nelle sue origini vede un contributo di proposta e sostegno da parte mia”. Nel congresso della Dc del 1983 “io ero stato decisivo per l’estromissione di Ciancimino dagli organi della Democrazia cristiana”. Ora la procura generale di Palermo potra’ andare anche in Cassazione: “Per quel che mi riguarda, non credo che ci siano problemi dopo due assoluzioni”.

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