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Carceri, affondo del SiNAPPe: Caltanissetta e San Cataldo, due istituti allo sbando

Redazione

Carceri, affondo del SiNAPPe: Caltanissetta e San Cataldo, due istituti allo sbando

Mar, 01/10/2019 - 08:33

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RICEVIAMO E PUBBLICHAMO. Il SiNAPPe, attraverso il suo Coordinatore Regionale – Rosario Mario Di Prima – sente il dovere di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla grave situazione a cui è costretto ad operare il personale di Polizia Penitenziaria nella Casa Circondariale di Caltanissetta e nella Casa Reclusione di San Cataldo. Le motivazioni del malessere a cui è costretto a sopportare il personale di Polizia Penitenziaria del quale la scrivente è maggiormente rappresentativa sia in campo nazionale che per la Regione Sicilia stanno proprio nell’immobilismo e nella continua violazione delle regole negoziali da parte della Direzione. La volontà del non fare, rilevata dai comportamenti posti in essere da parte del Direttore, su fatti assolutamente gravi sia sul piano amministrativo oltre che gestionale, tende ad aggravarsi con le ultime risposte formulate in violazione e disapplicazione del Protocollo d’Intesa Regionale, dell’Accordo Nazionale Quadro e del Protocollo d’Intesa Locale. La situazione attuale dei due Istituti, diretti dallo stesso Direttore, sono di una confusione assurda, la babele in cui vive il personale di Polizia Penitenziaria forse serve proprio a disperdere la ragione della correttezza e della legalità ma, la scrivente organizzazione sindacale, non ha nessuna intenzione di assecondare ciò. Abbiamo dimostrato, dice – Di Prima -per senso di responsabilità che ci ha sempre contraddistinto, oltre che per il nostro attaccamento al Corpo di Polizia Penitenziaria e per il bene dell’Amministrazione, di saper attendere pazientemente l’attivazione del tavolo di confronto che, per ciò che percepiamo, non ha sortito l’effetto positivo da parte del Direttore dei due Istituti, essendo la stessa, sia per Caltanissetta che per San Cataldo. Il danno che si sta perpetrando nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria è il peggiore che si sia potuto verificare negli ultimo anni. Non c’è stato nessun impegno da parte dell’Amministrazione, neanche con timidi segnali, per la tenuta della sicurezza degli Istituti nisseni, le scelte organizzative della Direzione, non condivise dal personale ne dal SiNAPPe, hanno gettato nel baratro I DUE Istituti sul piano della sicurezza. Non è permesso, in una realtà come la nostra, che continuino a sventolare false bandiere della legalità, se poi si utilizzano differenti sistemi per calpestare i diritti dei lavoratori o che la legalità possa diventare un optional da offrire solo in alcuni momenti. La politica del non fare, del Direttore, ha permesso ai funzionari dei due Istituti penitenziari di gestire la cosa pubblica come un orticello privato, determinando scelta sbagliate con effetti negativi per il personale di Polizia Penitenziaria, che trovandosi sovraccaricato e abbandonato non riesce più a proseguire serenamente la propria attività. Scelte organizzative in controtendenza rispetto alla gestione del personale e della sicurezza dell’Istituto, hanno posto in essere una condizione di disagio che non vede all’orizzonte possibilità di riprese. Presso la Casa Circondariale di Caltanissetta e la Casa Reclusione di San Cataldo è aumentata la disorganizzazione oltre che il disinteresse per la risoluzione delle questioni vitali per la corretta gestione della sicurezza, stiamo assistendo alla scomparsa di servizi necessari e importanti, il personale di Polizia Penitenziaria è organizzato su tre quadranti giornalieri e con l’accorpamento sistematico dei posti di servizio a dismisura anche nelle ore diurne.

utto l’abbandono e la disorganizzazione è determinata da scelte insensate, di un’organizzazione del lavoro fatta senza tenere conto delle reali necessità organizzative, delle reali necessità degli istituti, sottovalutando il reale pericolo che corre il personale di Polizia Penitenziaria. Abbiamo potuto assistere come, nella CR di San Cataldo è stato affrontato il caso del “TOPO” ritrovato presso la mensa agenti o dei ritrovamenti di droga e telefoni cellulari presso la Casa Circondariale di Caltanissetta, tutto con un nulla di fatto, anziché adoperarsi per l’igiene e la sicurezza o il potenziamento dei servizi essenziali, si mantengono privilegi e posti di servizio ridotti, tentando di minimizzare sempre i problemi. La Direzione della Casa Circondariale di Caltanissetta e della Casa Reclusione di San Cataldo si è categoricamente rifiutata di attivare il tavolo negoziale per rivedere l’attuale organizzazione del lavoro alla luce dell’assegnazione di nuove unità sia del ruolo degli Ispettori che dell’unità Agenti Assistenti. Tale rifiuto, – continua Di Prima – ne abbiamo contezza di ciò che stiamo affermato, è determinato dalla volontà di mantenere una disorganizzazione tale da poter assegnare in alcuni posti di servizio personale di loro gradimento al di fuori di qualsiasi regola negoziale (PIR o PIL) e democratica. E’ stato indetto lo stato di agitazione del personale dei due Istituti penitenziari che, nel caso di assenze di risposte si tramuterà in manifestazioni pubbliche. Lo gridiamo con forza, “Siamo stanchi di aspettare e di assistere allo stillicidio delle regole di democrazia”.

Sinappe Sicilia, Rosario Mario Di Prima

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