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“E sedutosi … li ammaestrava” : Una sola cosa è necessaria (di don Salvatore Callari)

Don Salvatore Callari

“E sedutosi … li ammaestrava” : Una sola cosa è necessaria (di don Salvatore Callari)

Lun, 22/07/2019 - 07:30

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Nella breve lettura del Vangelo di questa domenica  troviamo il racconto  di un delizioso  quadretto familiare . E’ la espressione  di nobili sentimenti  e valori ed insegnamenti di  capitale importanza per la vita cristiana. Però diciamo anche  che si apre una finestra che rende veramente spinosa  una pista di riflessione. E’ lo stesso Vangelo  che guida in maniera quasi …invisibile su due linee che possiamo chiamare anche “ parallele”. Gesù era stato rifiutato dai Samaritani . Ora a Betania, invece, è accolto  con affetto e rispetto. Le spine affiorano se vogliamo  anche solo  accennare  al dovere dell’accoglienza . Forse trattandosi di  abituale o tradizionale accoglienza tra compaesani, o familiari, o amici, o connazionali  è piuttosto facile disporsi ad accogliere. In questi tempi le situazioni sono diverse , le esigenze diverse  e qualche perplessità sorge e la disponibilità  è alquanto ridotta. Nobilissimo l’insegnamento del Papa a riguardo; validissime le ragioni umanitarie e teologiche, però di fatto c’è qualche remora appoggiata da qualche buona ragione. Se in nome dei princìpi  cristiani non si obietta nulla, nella pratica manca la  efficace determinazione squisitamente evangelica . Più graziosa, invece,  è la lezione ricevuta dal dialogo  tra Marta e Gesù. Marta,   forse  con intenzione sottilmente scherzosa, credo che non si sarebbe permessa di usare toni meno che gentili,  invoca l’aiuto  della sorella Maria . E Gesù gioiosamente serio fa notare  a Marta che tra le due scelte, fare un buon pranzo più elaborato, o ascoltare  la sua parola, Parola divina, è decisamente  più necessario  ascoltare la Parola di Dio E allora dobbiamo affermare con assoluta certezza che i cristiani non possiamo né dobbiamo cercare  scuse ( le classiche siciliane calunie)  per trascurare l’obbligo di nutrirsi dell’insegnamento cristiano. Il primo posto spetta   alla “ categoria del divino” senza lasciarsi prendere  dalle molteplici frenesie nelle quali ci dibattiamo ogni giorno. Ed è anche poco onorifico cedere sempre il posto  alle  faccende e interessi terreni trascurando il dovere di “ accogliere, prima,” la voce del Signore,  barattando gli impegni della “ categoria spirituale cristiana ” con gli affari che intorbidano il “ terribile quotidiano” ( PIO XI )  e ci allontanano dalla via della virtù o addirittura dalla salvezza eterna.

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