Salute

“E sedutosi … li ammaestrava” : Rallegratevi, il Signore è vicino! (di don Salvatore Callari)

Don Salvatore Callari

“E sedutosi … li ammaestrava” : Rallegratevi, il Signore è vicino! (di don Salvatore Callari)

Lun, 17/12/2018 - 07:35

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Ancora la presenza di un “supplente “  per la lezione di  questa domenica: S. Paolo che scrive ai Filippesi. Per la verità Egli fa  il “ presentatore” perché subito cede la parola  al già collaudato e stimato “supplente”, che è Giovanni Battista. L’intento  della liturgia è quello di invitare alla gioia perché  il tempo di Avvento, cioè di attesa , è a metà del suo corso e il Signore che sta per venire è già vicino.  Questa espressione, però, secondo  il pensiero della prima lettura, intende affermare non soltanto “l’approssimarsi” “ il diventare più vicino” di colui che  è aspettato, ma  “l’essere già vicino” “accanto”  “ a fianco” . “ il Signore è in mezzo a te, è un salvatore potente”  Perciò S. Paolo, con giubilo,  esorta “ rallegratevi sempre, ve lo ripeto ancora rallegratevi”.  Ma queste parole non  potranno avere alcun benefico effetto, se non si ha una genuinità e interesse “ alle cose di Dio”, alla sua presenza, alla sua Parola, alla sua  amabile paternità che Egli dimostra nei confronti di coloro “ che lo cercano con cuore sincero”. E’ certamente giustificato, poi, pensare che Giovanni  nella pagina del vangelo di oggi,  parla alle folle in modo appassionato e avvincente, della venuta del Messia e della necessità di fargli buona accoglienza , presentandosi con una vita rinnovata, purificata da comportamenti indegni e, soprattutto, offensivi  nei confronti degli altri. E’ ammirevole questa volontà di prendere sul serio l’insegnamento di Giovanni; e così, chiedono  con sincerità : “ che dobbiamo fare?” Questa è l’ammissione  che occorre davvero la “conversione”, il cambiamento concreto della vita e la concreta  disponibilità “ a realizzare la conversione”. Giovanni  non suggerisce  gesti straordinari e astratti, comprese preghiere e novene,  ma gesti di carità: “ condividere” l’essenziale con la carità: “cibo, vestiti, casa”. Alle categorie speciali, i pubblicani, e i militari, chiede la pratica della giustizia, la non violenza; chiede  di evitare la sopraffazione, il rispetto della libertà, l’accoglienza. Possiamo leggere, in queste righe, quello che deve essere l’impegno dei cristiani di oggi, per preparare l’animo ad accogliere “ colui che deve venire” con le buone opere e una generosa carità.