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Strage di Capaci, “mistero” furgone bianco. Caltanissetta: non calunniò Genchi, assolto il poliziotto Giuseppe De Michele

Redazione

Strage di Capaci, “mistero” furgone bianco. Caltanissetta: non calunniò Genchi, assolto il poliziotto Giuseppe De Michele

Dom, 14/10/2018 - 10:06

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CALTANISSETTA – Giovedì 11 ottobre il Tribunale Penale di Caltanissetta, Giudice Valentina Balbo,  ha assolto con la formula perchè il fatto non sussiste l’assistente capo di Polizia palermitano  Giuseppe De Michele, attualmente in servizio in servizio presso la questura di Cagliari, dall’accusa di aver calunniato il super consulente informatico, poliziotto e adesso Avvocato Gioacchino Genchi.

La vicenda trae le sue origini dai giorni immediatamente precedenti e successivi la strage di Capaci del 23 maggio 1992 dove persero la vita il Magistrato Giovanni Falcone e la Moglie, il Giudice Francesca Morvillo e, tutti gli agenti della scorta.

L’agente di polizia De Michele, all’epoca in servizio presso la polizia stradale di Cefalù, aveva redatto una relazione di servizio in data 26 maggio 1992 nella quale riferiva di aver notato, transitando presso l’autostrada A29 nella serata del 22 Maggio 1992, cioè la sera prima della strage, un furgone di colore bianco fermo nei pressi dello svincolo per Capaci e degli apparenti operai della Sip; convocato negli uffici della squadra mobile di Palermo l’1 Giugno del ’92  per essere esaminato su questa  relazione di servizio la modificava radicalmente redigendone una seconda con la quale rappresentava di aver notato il furgone e la presenza degli operai, però non più sul tratto dell’autostrada A29 bensì nell’abitato di Capaci.

Sentito 20 anni dopo, nel dicembre del 2013,  dalla DDA di Caltanissetta la quale gli chiedeva spiegazioni sul perché di tale radicale modifica, l’agente di polizia  dichiarava ai Pubblici Ministeri nisseni che era stato il Dottor Gioacchino Genchi, all’epoca funzionario della Polizia di Stato, che lo aveva convocato e lo aveva invitato a ritirare la relazione, diversamente sarebbe stato meglio che si fosse sparato.

A seguito di questa deposizione la DDA di Caltanissetta lo incriminava per il reato di calunnia nei confronti del dottor Genchi.

Nel corso del dibattimento svoltosi innanzi il Tribunale di Caltanissetta e che ha visto deporre numerosi funzionari di Polizia tra cui alcuni che svolsero le indagini sulla strage, la Procura rappresentata da Stefano Luciani, ha sostenuto la non veridicità dell’incontro tra Genchi e il De Michele mentre lo stesso Genchi, costituitosi parte civile, oltre ad affermare che la sua conoscenza col De Michele fosse addirittura successiva alla strage di Capaci, ha aggiunto ulteriori elementi sostenendo che la dichiarazione  dell’Agente di Polizia si inseriva in un’operazione più generale finalizzata a delegittimarlo, insinuando  il sospetto che  ci fossero dei personaggi occulti nei vertici del Ministero dell’Interno che avessero in qualche modo diretto la deposizione del De Michele.

La difesa del  De Michele, rappresentata dagli Avvocati del Foro di Palermo Ermanno Zancla e Paolo Grillo, ha invece sostenuto  come il racconto dell Agente di polizia  fosse assolutamente verosimile e che la tesi secondo cui avrebbe conosciuto il  Genchi successivamente alla strage di Capaci fosse assolutamente anacronistica; e cio sulla base di una serie di elementi oggettivi  introdotti proprio dal Genchi nel processo e legati a vari episodi della loro conoscenza  che i difensori del De Michele hanno analiticamente esaminato e collocato temporalmente.

Il Mubblico Ministero aveva chiesto la condanna del De Michele alla pena di 4 anni di reclusione del De Michele che nel frattempo a causa di queste indagini ha subito un procedimento disciplinare ed  e stato trasferito presso la Questura di Cagliari

Nel pomeriggio di giovedi scorso la sentenza di assoluzione.

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