Salute

Mafia, Borsellino: a processo revisione tutti assolti per strage, sarà la corte d’appello di Caltanissetta a dover rideterminare la pena

Redazione

Mafia, Borsellino: a processo revisione tutti assolti per strage, sarà la corte d’appello di Caltanissetta a dover rideterminare la pena

Ven, 14/07/2017 - 08:28

Condividi su:

La corte d’appello di Catania, che celebrava il processo di revisione delle condanne, alcune delle quali all’ergastolo, emesse a Caltanissetta a carico di 9 persone coinvolte ingiustamente nell’attentato al giudice Paolo Borsellino, ha assolto tutti gli imputati dall’accusa di strage. Il processo di revisione è stato chiesto, inizialmente, dalla procura generale di Caltanissetta ed è stato celebrato a Catania, come prevede la legge.

CATANIA – Tutti assolti dall’accusa di strage. Nove persone coinvolte ingiustamente nell’attentato di via D’Amelio al giudice Paolo Borsellino e alla sua scorta, a causa delle accuse dei falsi pentiti, sono state assolte dalla Corte d’Appello di Catania. Il processo e’ quello di revisione delle condanne, alcune delle quali all’ergastolo, emesse a Caltanissetta chiesto inizialmente dalla procura generale nissena e celebrato a Catania. Il nuovo dibattimento e’ nato dalle rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza e smentito quanto raccontato da pentiti come Vincenzo Scarantino. Per quelle che erano detenute e’ stata anche sospesa l’esecuzione della pena che era ormai definitiva. Una decisione che arriva a pochi giorni dal 25esimo anniversario dell’eccidio. La sentenza cosi’ scagiona Gaetano Murana, Giuseppe Orofino, Cosimo Vernengo, Natale Gambino, Salvatore Profeta, Giuseppe La Mattina, Gaetano Scotto, Vincenzo Scarantino e Salvatore Candura. Quest’ultimo era stato condannato solo per il furto della macchina che venne imbottita di tritolo e non per il reato di strage, mentre Orofino era stato ritenuto responsabile di appropriazione indebita, favoreggiamento e simulazione di reato. Tomassello aveva avuto una condanna per associazione mafiosa e non per strage. Resta l’accusa per mafia, gia’ scontata, e tocchera’ adesso alla Corte d’appello di Caltanissetta rideterminare la pena, aprendo la strada ai risarcimenti.

Lo scorso 20 aprile la Corte d’Assise di Caltanissetta, presieduta da Antonio Balsamo, dopo quasi undici ore di camera di consiglio – e 25 anni dalla strage – aveva emesso la sentenza del processo “Borsellino quater”, confermano lo scenario – sono parole del procuratore Sergio Lari – di un “colossale depistaggio” di cui furono vittima gli assolti di oggi nel processo di revisione di Catania. L’ergastolo era stato inflitto a Salvuccio Madonia e Vittorio Tutino, entrambi accusati di strage. Dieci anni ai falsi pentiti Francesco Andriotta e Calogero Pulci, chiamati a rispondere di calunnia per le false dichiarazioni rese all’inizio delle indagini. Non doversi a procedere” per Vincenzo Scarantino, per il quale e’ stata richiamata la prescrizione. Vincenzo Scarantino – aveva nei fatti certificato la sentenza – era stato indotto nel suo falso pentimento. Tanto che era stata decisa la trasmissione degli atti in procura per accertare chi lo abbia spinto in questa direzione e a rendere quelle dichiarazioni che hanno deviato i primi tre processi. “La sentenza – commentava allora l’avvocato Giuseppe Scozzola, difensore di parte civile di Gaetano Scotto – conferma con la concessione dell’attenuante a Vincenzo Scarantino, e cioe’ che e’ stato indotto nel suo falso pentimento, quanto i difensori non solo in questo processo ma essenzialmente nei due precedenti, hanno sempre sostenuto e cioe’ che Scarantino non solo raccontava fatti non vissuti, ma che in cio’ era stato indotto. Sara’ compito della Procura con la trasmissione degli atti ad accertare i soggetti che hanno tenuto questa condotta”. Restano tanti misteri su cui fare luce, ha piu’ volte detto il procuratore di Caltanissetta Amedeo Bertone. Il riferimento e’ anche all’agenda rossa del giudice ucciso da tritolo mafioso, mai trovata, e alle indicazioni fornite in aula da un ufficiale dei carabinieri. “Elementi che – ha affermato Bertone – pongono la necessita’ di riaffrontare questo tema. Ci sono le prospettive per una ulteriore attivita’ che dovra’ essere svolta e verificata”.

Pubblità Elettorale