Salute

Morte tecnico radiologo per superlavoro: condanna per ASP Enna.

Redazione

Morte tecnico radiologo per superlavoro: condanna per ASP Enna.

Dom, 18/06/2017 - 09:18

Condividi su:

La Corte di Cassazione, dopo 10 anni di processi, riconosce che i turni eccessivi sostenuti negli ospedali dove l’organico e’ carente “possono uccidere” come nel caso del tecnico radiologo Giuseppe Ruberto di Nicosia, morto poco piu’ che trentenne nel 1998 a causa di quello che per l’avvocato Giuseppe Agozzino, legale della vedova e della figlia, era superlavoro imposto dall’azienda

ENNA – L’Asp di Enna condannata a risarcire gli eredi di un dipendente dell’ospedale di Nicosia (En) morto per superlavoro. La Corte di Cassazione ha riconosciuto il “superlavoro” come causa di morte di un tecnico radiologo in servizio all’ospedale Basilotta di Nicosia, ritenendo responsabile l’Asp di Enna. Per la Cassazione, nel lavoro ospedaliero connotato da costanti carenze di organico, non e’ “accettabile riversare sui dipendenti tutto l’onere di garantire le prestazioni sanitarie ai pazienti”. Devono essere il servizio sanitario e l’Asp di competenza ad organizzare il lavoro in modo da garantire l’utenza e l’integrita’ psico- fisica di medici ed operatori sanitari. La Corte di Cassazione, dopo 10 anni di processi, riconosce che i turni eccessivi sostenuti negli ospedali dove l’organico e’ carente “possono uccidere” come nel caso del tecnico radiologo Giuseppe Ruberto di Nicosia, morto poco piu’ che trentenne nel 1998 a causa di quello che per l’avvocato Giuseppe Agozzino, legale della vedova e della figlia, era superlavoro imposto dall’azienda. La sentenza stabilisce che il decesso e’ da imputarsi all’Asp di Enna a causa delle condizioni disagiate e del carico al quale per 7 anni fu sottoposto Ruberto. Per la Corte si riconosce la responsabilita’ del datore di lavoro, in questo caso l’Asp di Enna, sebbene il dipendente non si sia mai lamentato formalmente del carico eccessivo al quale era sottoposto. In primo grado il tribunale di Nicosia aveva riconosciuto agli eredi che il decesso del loro congiunto era imputabile all’enorme carico di lavoro, condannando l’Azienda sanitaria ennese al pagamento dell’equo indennizzo e al risarcimento del danno da lesione del rapporto parentale per la perdita della figura familiare. La Corte d’Appello di Caltanissetta, aveva accolto il ricorso presentato dai legali dell’Asp di Enna, annullando quella di primo grado e il legale della famiglia e’ ricorso in Cassazione che ha riconosciuto, con sentenza definitiva, il superlavoro come causa di morte del tecnico radiologo e il diritto degli eredi al risarcimento del danno. Per le croniche carenze di organico, ad oggi non risolte, i turni eccessivi sono spesso una regola e l’Asp di Enna e’ stata recentemente condannata a risarcire per diverse centinaia di migliaia di euro tre chirurghi per le reperibilita’ in numero superiore a quello che stabilisce la legge.