Subito dopo aver conseguito la maturità al liceo scientifico “Alessandro Volta” a soli 18 anni ha deciso di trasferirsi a Roma e proseguire i suoi studi al Dams. Conseguita la laurea a soli 21 anni decide di iscriversi all’Act, un’accademia di cinema a Cinecittà, specializzandosi in regia cinematografica. Ed è proprio all’accademia di cinema che conosce tra i suoi docenti Cristiano Bortone – regista, produttore e sceneggiatore italiano, vincitore del premio David giovani di Donatello 2007 con il film “Rosso come il cielo” – grazie al quale comincia a lavorare e a crearsi una rete di contatti.
“Sono cresciuta – ci racconta Chiara Rap – in una famiglia dove si è sempre respirata l’arte. I miei, entrambi professori, hanno sempre fatto teatro e musical con i ragazzi sia a scuola sia all’oratorio. In questo clima di teatro, musica e arte è cresciuta giorno dopo giorno la mia passione per il cinema e la regia, tant’è che a soli 8 anni per la prima comunione mi sono fatta regalare la prima telecamera e a soli 12 anni ho girato e montato con due videoregistratori il mio primo corto. Da qui la scelta di intraprendere gli studi al Dams dove ho capito che la mia direzione era più quella cinematografica, ovvero quella del backstage della regia e della produzione”.
Chiara comincia sin da giovanissima a girare dei cortometraggi con la sua telecamera dando così sfogo alla sua creatività e alla sua passione per la regia anche se il primo corto ufficiale è quello girato per i saggio di diploma nel 2010 “Pepe nero”, finalista ai festival Tulipani di seta nera, Parma video film festival Sicilia Queer film fest e LesGaiCineMad. Si avvia così il lavoro nel ramo della produzione cinematografica, in particolare spiccano le collaborazioni con Cristiano Bortone, Mauro Uzzeo, Franco Brogi Taviani, Alessio Cremonini e la Memo Film di Francesco Melzi per il lungometraggio Border, presentato a Toronto e al Festival del cinema di Roma, dove si è occupa dell’organizzazione generale. Tra altre collaborazioni interessanti c’è quella con Elisabetta Marchetti (regista per la serie di un Medico in Famiglia) per la serie Web SoS Sesso 2 dove ha fatto l’aiuto regia.
Due anni dopo “Pepe nero” la giovane regista nissena scrive e gira “Regina Bianca” cortometraggio indipendente che ha vinto numerosi premi: migliore sceneggiatura ai Tulipani di seta nera e migliore sceneggiatura originale al Festival Rec, premio “Io diverso da chi?” e il premio giuria studenti al Kalat film festival. Un cortometraggio in finale al Riff, Torino GLBT film festival, LesGaiCineMad, Fano Film Festival, Pentedattilo Film Festiva e selezionato ai David di Donatello e Berlinale.
“Filo conduttore di entrambi i due corti, così come quelli girati successivamente, non è tanto l’omosessualità – afferma Chiara Rap – ma è l’ambiente familiare. “Pepe Nero” racconta la storia di due ragazze che si conoscono e vogliono stare assieme, una delle due a un passo dal matrimonio che deve decidere se continuare il rapporto con il fidanzato storico o lasciare andare via tutto per questa ragazza. “Regina Bianca” invece racconta la crisi di una famiglia, la nonna che non accetta la scelta di vita della nipote e la riconciliazione. In entrambi casi l’omosessualità fa da sfondo, ma non è il tema principale, l’obiettivo è quello di raccontare storie normali di persone normali. Un tema che ritorna anche nell’ultimo corto “Green Tea” girato le scorse settimane che conclude il percorso sinora fatto dove il tema portante è l’elaborazione del lutto”.
Chiara Rap in questi anni ha vissuto in Spagna, in Germania e a Los Angeles continuando a lavorare per le produzioni del cinema e della tv (di recente anche per il programma ITalias Got Talent) portando avanti anche il sogno da regista. Nel 2013, oltre a lavorare con la Movimento Film per la distribuzione del film “Marina” di Stijn Coninx e per la produzione del documentario sull’omofobia “Non so perché ti odio” di Filippi Soldi, gira il teaser musicale de “Le more preferiscono le bionde” che spopola sul web con oltre 240 mila link. Nel 2015 si trasferisce a Los Angeles per firmare come direttore di produzione il film Calico Skies e assieme a Giada Signorin scrive la sceneggiatura di Being popular (Ellen page ha fatto coming ot) che arriva al premio Solinas Experimenta 2015. Nel 2016 vince il premio Solinas per le coproduzioni Italia-Spagna con il lungometraggio “Cuatro Chicos en fuga” scritto assieme a Giada Sigorin.
“Tre ragazze e un ragazzo, quattro storie diverse, quattro punti nello spazio apparentemente lontani, che finiranno per ‘fare quadrato’. Questa la storia del lungometraggio – afferma Chiara Rap – scritta in un solo mese, sezionato su novanta soggetti presentati, che racconta l’incontro di tre ragazze che scappano da un vicolo dopo un omicidio non premeditato dopo essere state sorprese da un poliziotto. Un taxi e un volto amico diventano così testimoni del momento che cambierà per sempre la loro vita. Ha così inizio l’avventura di quattro ragazzi, appena diciottenni che, per un errore del destino e una valutazione avventata, si ritrovano su una macchina rubata, in viaggio lungo la costa sud della Spagna. Un viaggio dove cambieranno le prospettive e le priorità, dove l’amore si farà spazio, sgomitando tra i pregiudizi e i luoghi comuni, dove i loro sogni infranti verranno sigillati dentro un vaso di pandora nella speranza che non venga mai aperto”.
In primavera sarà distribuito il suo ultimo cortometraggio “Green tea”, un progetto che nasce a Los Angeles nel giugno del 2015, scritto e pensato in lingua inglese che tocca con mano l’incontro tra due culture: quella italiana e quella anglo-americana.
“Appena posso – ci racconta Chiara Rap – investo quello che ho guadagnato per autoprodurmi i corti. Purtroppo nessun produttore investe se non dimostri chi sei, bisogna reinventarsi. Ovviamente lo faccio per crearmi un portfolio e per immettermi in questo mercato che è vastissimo”. “Quando posso – prosegue – ritorno a Caltanissetta tra gli affetti più cari e insegno cinema al liceo Scientifico dove abbiamo prodotto con gli studenti uno spot e un corto sul bullismo che proprio in questi giorni è in finale a Marano Film Festival”.
“Tra i progetti futuri – aggiunge – quello di realizzare un lungometraggio che sia Cuatro Chicos en fuga per o Being popular per i quali già ci sono dei contatti con dei produttori. Mi auguro che questo progetto vada in porto”. Questo il messaggio ai giovani che come lei vogliono intraprendere il mestiere di regista. “Dimenticare di diventare famosi, farlo per passione e informarsi tantissimo sulle strade da percorre per raggiungere il proprio sogno oltre che continuare a documentarsi e a studiare”.

